La Borsa di New York ha attivato le prime contrattazioni di futures fisici in bitcoin: l’Intercontinental exchange (Ice), proprietaria del Nyse, ha lanciato la nuova forma di trading domenica sera tramite la piattaforma Bakkt, la società del fintech di cui l’Ice è uno degli investitori.La prima transazione si è svolta alle 20.02 ora di New York al prezzo di 10.115 dollari. Il prodotto è studiato per attrarre investitori sia istituzionali che retail con le stesse garanzie degli altri prodotti scambiati sul Nyse.
Futures fisici in bitcoin
I futures sono contratti a termine standardizzati per vendere o comprare una commodity in un certo momento e a un certo prezzo. La loro creazione e negoziazione è regolamentata. In questo specifico caso si tratta di contrattazioni con consegna fisica (in bitcoin), in modo simile ai futures di petrolio, cereali, bestiame, oro p argento. Bakkt ha spiegato che i bitcoin saranno comprati e tolti dal mercato e conservati nella sua piattaforma per la durata dei contratti (giornaliera o mensile), a garanzia della consegna. Il prodotto dell’Ice è diverso da quello lanciato dalla concorrente Cme group, che ha introdotto i suoi primi futures in bitcoin già nel 2017: questi si chiudono non con consegna fisica bensì con liquidazione in cash.
Operazione trust
I future fisici basati su bitcoin di Bakkt hanno ottenuto l’autorizzazione della Commodity futures trading commission americana: sono quindi regolati a livello federale. Fortune li ha definiti “un prodotto disegnato per fare di bitcoin un investimento mainstream per i gestori di fondi”. Essendo un prodotto dell’Ice, i futures di Bakkt aiutano a legittimare la criptovaluta, ad aumentare la trasparenza e il trust delle transazioni e a mitigare i problemi di volatilità e affidabilità del bitcoin.
Sotto la lente del regolatore
L’autorizzazione delle autorità è essenziale, come dimostra il caso Libra di Facebook. Altri tentativi di lanciare il trading di futures basati su bitcoin si sono scontrati con l’ostacolo regolatorio, come quello della società americana LedgerX, un progetto rimasto in stand-by. La stessa Bakkt ha rinviato il lancio dei suoi futures di quasi un anno (l’attivazione era prevista per dicembre 2018) perché la Commodity futures trading commission ha impiegato più tempo per vagliare il prodotto, soffermandosi in particolare sull’aspetto della custodia sicura degli asset digitali. Il via libera è arrivato lo scorso giugno.
Tuttavia per ora l’accoglienza sulle borse della criptovaluta più diffusa è fredda: l’iniziativa dell’Ice ha fatto alzare appena dello 0,5% il prezzo del bitcoin a 9.950 dollari.
Tra gli altri investitori di Bakkt ci sono Microsoft, tramite la sua divisione M12, Boston consulting group, Horizons Ventures (società di investimenti di Hong Kong) e PayU, divisione fintech di Naspers, multinazionale con sede centrale in Sud Africa.