I cripto asset sono “pesantemente esposti alle oscillazioni della fiducia del mercato, e ciò li rende un inaffidabile deposito di valore”. Parole del presidente del Financial Stability Board, Klaas Knot, in una lettera inviata ai ministri delle Finanze e ai governatori delle banche centrali del G20, in cui si sottolinea come gli “eventi recenti hanno messo in evidenza la potenziale fragilità delle cosiddette stablecoin“.
“Il G20 si incontra in un momento di crescenti sfide per la stabilità finanziaria. La crescita più bassa, l’aumento dell’inflazione e le più stringenti condizioni finanziarie potrebbero cristallizzare pre-esistenti debolezze nel sistema finanziario globale, e farne emergere delle nuove”, ha proseguito Klaas Knot. “Un sistema finanziario globale resiliente è essenziale per una crescita globale forte e sostenibile”, ha aggiunto, mettendo in evidenza la necessità di “vigilare”, in quanto un “deterioramento inatteso delle condizioni economiche potrebbe rappresentare un test alla resilienza finanziaria“.
L’Afc Digital Hub per il contrasto al crimine finanziario
Un tema affrontato stamattina anche nel grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino, per il primo evento organizzato dall’AFC Digital Hub (Anti Financial Crime Digital Hub), il consorzio per contrastare il crimine finanziario con nuove tecnologie e intelligenza artificiale creato dalla Banca con Intesa Sanpaolo Innovation Center, l’Università di Torino, il Politecnico di Torino e CentAI. Al centro dell’evento il contrasto al crimine finanziario tramite l’Intelligenza artificiale, che consente appunto di sviluppare soluzioni e modelli per individuare fenomeni sospetti riconducibili ad attività illecite, dal riciclaggio al terrorismo, dall’abuso di mercato alle frodi.
Il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, in apertura dei lavori ha sottolineato che “la tecnologia è uno strumento imprescindibile per combattere un crimine sempre più sofisticato e digitale. Intesa Sanpaolo investe da anni in tecnologia per contrastare questi fenomeni”, in particolare riciclaggio e terrorismo.
Tracciabilità delle transazioni e misure antiriciclaggio
Tra gli interventi anche Elizabeth McCaul, Supervisory Board Member della Banca Centrale Europea, che si è focalizzata sul contrasto al crimine finanziario – per esempio le attività di riciclaggio, anche tramite criptovalute – in Europa e sulle opportunità derivanti dall’impiego dell’intelligenza artificiale. “Le banche attive nei servizi collegati alle cripto attività devono comprendere adeguatamente i rischi relativi al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo e adottare dispositivi adeguati di controllo interno e governance per mitigarli. A questo fine abbiamo la necessita’ di disporre di una autorità di vigilanza adeguata e di evitare lacune nel quadro normativo”, ha detto McCaul. “Alcune società potrebbero non essere del tutto inclusi nel quadro regolamentare e cosi’ esulare dall’ambito di applicazione della direttiva antiriciclaggio“, ha aggiunto. “Un altro ambito di preoccupazione”, ha sottolineato McCaul nel suo intervento, “riguarda il mondo delle criptovalute e in particolare la tracciabilità delle transazioni, nonché la mancanza di misure adatte su Antiriciclaggio e Antiterrorismo da parte di molte controparti coinvolte in questi asset”.
Alessandra Perazzelli, Vice Direttrice Generale di Banca d’Italia, ha invece parlato del Fintech Hub, l’acceleratore del cambiamento digitale dell’Hub di Milano di Banca d’Italia dedicato alle imprese che offrono soluzioni digitali per innovare i servizi finanziari, bancari e assicurativi facendo leva su nuove tecnologie e nuovi approcci. “Noi vogliamo che vi sia uno sviluppo ordinato delle attività che usano la tecnologia e che possono essere innovative per i consumatori, portare economie di scala e riduzione dei prezzi”, ha spiegato. “Il 15 giugno – ha ricordato Perrazzelli – abbiamo voluto emanare una comunicazione sulla finanza decentralizzata e sulle cripto attività. Abbiamo voluto dare al mercato, nell’attesa di una normativa europea armonizzata, alcune indicazioni di comportamento”, ha concluso.
L’importanza di un approccio cooperativo
“L’obiettivo finale è creare un sistema favorevole all’innovazione e aperto ad altri operatori bancari e finanziari, quindi fare sistema e avere un approccio cooperativo come auspicato dal Gafi (Gruppo d’azione finanziaria internazionale) e dalla Federazione Bancaria Europea. Lo stiamo già facendo con Unicredit, con cui in queste settimane abbiamo messo in atto una iniziativa relativa al Crif per sinergizzare la raccolta di informazioni sulle imprese”. Queste, invece, le precisazioni di Piero Boccassino, chief compliance officer di Intesa Sanpaolo, parlando degli obiettivi dell’AntiFinancial Crime Digital Hub.
“Intesa Sanpaolo è un gruppo articolato e chiamato a fare la sua parte nel contrasto alla criminalità finanziaria: abbiamo più di 1200 persone che si occupano di conformità e la metà circa dedicate all’Anti-Financial Crime. Accanto a questo impegno facciamo costantemente investimenti per aggiornare le nostre soluzioni, investimenti nell’ordine di decine di milioni di euro. Per il Consorzio abbiamo distaccato una trentina di persone e abbiamo un budget di circa un paio di milioni all’anno”, ha proseguito Boccassino.
Aveva aperto il ciclo di interventi il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro. “I fenomeni criminali, nel settore finanziario, sono di assoluta rilevanza. Sono giustamente ai primi posti nell’agenda della Commissione Europea, e la tecnologia è uno strumento imprescindibile, direi lo strumento di elezione, per combattere un crimine sempre più sofisticato e sempre più digitale”, ha aggiunto Gros-Pietro. “Intesa Sanpaolo investe da anni in tecnologia per contrastare questi fenomeni. Abbiamo sviluppato competenze avanzate, con caratteristiche fortemente innovative per il contrasto, in particolare, del riciclaggio e del terrorismo”, ha concluso.