IL REPORT

Digital banking, il Covid spinge gli italiani a ricorrere agli sportelli “online”

Boston Consulting Group: il 10% dei consumatori si è iscritto ai servizi digitali per la prima volta durante la pandemia, il 13% a quelli via mobile

Pubblicato il 10 Mar 2021

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Sistema bancario in rapida trasformazione: il Covid accelera l’utilizzo di canali digitali che segna nel mondo una crescita del 26% con punte del 34% sul mobile. L’Italia non è da meno: il 24% dei clienti ha utilizzato quotidianamente i canali digitali, mentre il 36% prevede di utilizzare meno le filiali. Ma i ricavi delle banche retail sono sotto pressione: entrate globali previste tra una crescita del 2,8% e una cvontrazione dell1,1% entro il 2024.

Emerge dal Global Retail Banking 2021, il report di Boston Consulting Group che analizza l’impatto della pandemia sul settore del retail banking, secondo cui la sfida per il settore richiede un’ulteriore trasformazione: gli istituti, si legge nel report, devono diventare digitali front-to-back, riorganizzando le attività a valore aggiunto attorno a cliente.

Le nuove sfide per le banche retail

Le banche retail di tutto il mondo hanno reagito alla crisi Covid19, chiudendo o convertendo filiali, reindirizzando risorse e clienti verso i canali digitali, adottando misure per migliorare la posizione finanziaria. Ma oggi hanno di fronte nuove sfide. Lo shock della pandemia ha accelerato i cambiamenti in corso e ne ha innescati di nuovi, ponendo i ricavi delle banche in una situazione di rischio costante: anche nel contesto più ottimistico non sarà possibile compensare le perdite almeno fino al 2022.

I clienti stanno diventando più digitali e più velocemente. Nel mondo, l’utilizzo dell’online banking è aumentato del +26% e quello del mobile banking del +34%, cambiamenti probabilmente permanenti che anticipano di tre o quattro anni la migrazione digitale prevista nei trend pre-Covid.

“Le banche tradizionali hanno ormai compreso l’importanza della transizione digitale e hanno avviato percorsi di trasformazione – dice Ugo Cotroneo, Managing Director and Partner di BCG – ma devono semplificare diversi processi interni, adottare a scala nuove tecnologie e modi di lavorare e che miglioreranno l’esperienza cliente e porteranno rilevanti benefici di costo”.

Molte, infatti, hanno migliorato l’esperienza digitale, lasciando però invariati i processi di back-end e spesso i costi fissi. Per Cotroneo “l’evoluzione dei consumatori richiede alle banche retail di diventare digitali front-to-back, organizzando le attività a valore aggiunto attorno a cliente, poiché sono quelle di cui ha davvero bisogno. Un’ottimizzazione dei processi interni della banca incentrata sui “value streams”, ovvero l’insieme di processi, prodotti e servizi progettati per soddisfare le esigenze finanziarie più rilevanti dei clienti, può fornire percorsi fluidi abilitati da processi, advanced analytics e tecnologie digitali, riducendo allo stesso tempo i costi e migliorando l’esperienza dei consumatori”.

L’evoluzione bancaria in Italia

In base al Retail Banking Excellence Benchmark sviluppato da Bcg, durante la pandemia il 24% dei clienti delle banche italiane ha utilizzato quotidianamente l’internet banking e il 23% app di servizi finanziari. Molti hanno utilizzato i canali digitali per la prima volta proprio durante il Covid19: il 10% dei consumatori si è iscritto ai servizi online, il 13% a quelli via mobile. E la soddisfazione è più alta rispetto alle filiali e agli altri canali da remoto, come i contact center.

Nonostante il maggiore utilizzo dei canali digitali rimane alto l’uso di sportelli Atm e filiali. Anzi, se le previsioni indicano il progressivo passaggio ai canali digitali, gli italiani si dimostrano ancora legati al luogo fisico della propria banca: il 36% dei clienti dichiara che utilizzerà meno la filiale in futuro, ma all’atto pratico l’85% prevede di visitarne una nei prossimi sei mesi. E il 39% cambierebbe banca se la sua filiale di riferimento non fosse più disponibile.

Le filiali risultano  il canale più importante per la ricerca di prodotti finanziari, anche durante il Covid: vi si è recato il 18% dei clienti italiani, mentre solo l’11% ha utilizzato l’app della banca e il 10% ha contattato l’advisor. Per le sottoscrizioni, si è recato in filiale il 17% degli intervistati, il 13% ha utilizzato l’app, il 10% l’online banking. I clienti che visitano le filiali lo fanno principalmente perché preferiscono le interazioni faccia a faccia o perché non riescono a trovare risposta alle loro esigenze nei canali digitali. Le ragioni principali per l’utilizzo del digitale sono il controllo del saldo, i pagamenti e gli estratti conto costituiscono le funzionalità di manutenzione dell’account sono meno importanti.

Chi utilizza le banche digitali

In media, il 29% dei clienti italiani si sente a proprio agio nell’affidarsi ad una digital bank (senza filiali). Questo accade principalmente tra le persone con un reddito più alto e nella fascia tra i 18 e i 24 anni. Tuttavia, la banca tradizionale rimane la preferita, in particolare tra gli over 55. I clienti che utilizzano una banca digitale sono attratti principalmente dai costi di commissione più ridotti (14%), da migliori tassi di interesse (15%) e migliori premi (12%).

Il Covid-19 ha ridotto significativamente l’uso del contante (-34% durante la pandemia tra i clienti italiani), mentre sono diventati molto più popolari internet banking (+25%), carte di credito (+32%) e carte di debito (+18%).

Il 90% dei clienti italiani non ha alterato la fiducia verso il proprio istituto di credito, anche se il 30% non esclude di cambiare istituto in futuro. In media, il 22% dei clienti delle principali banche del Paese nutre più fiducia, il 12% ne ha meno, il 66% è neutrale. La fiducia è aumentata principalmente tra i clienti più giovani (33%), mentre diminuisce con l’avanzare dell’età: nel caso degli over 65, la percentuale raggiunge solo il 12%. I clienti che si fidano più di prima della propria banca, ne apprezzano soprattutto trasparenza e onestà. Quelli che intendono cambiarla si dicono insoddisfatti soprattutto di commissioni e tassi di interesse, anche se non è da sottovalutare anche la disponibilità delle filiali.

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