Un milione di attivazioni in 72 ore per Apple Pay, il sistema di pagamenti attraverso l’iPhone lanciato la scorsa settimana dalla casa di Cupertino. A diffondere il dato è stato il ceo di Apple, Tim Cook, durante l’inaugurazione della conferenza “Digital Live” del Wall Street Journal. Cook ha colto anche l’occasione per liquidare con una dichiarazione lapidaria il “boicottaggio” lanciato dalle catene Rite Aid e Cvs, che hanno deciso di disabilitare questa modalità di pagamento: “Penso che sia una scaramuccia”, ha detto.
Apple Pay è un sistema di pagamento “contactless”, basato sulla tecnologia Nfc (Near Field Communication), che permette a due dispositivi vicini di comunicare senza fili e senza che si tocchino. Funziona avvicinando l’iPhone 6 a un Pos abilitato, con la transazione che viene autorizzata attraverso l’impronta digitale sullo smartphone, evitando all’utente la seccatura di dover estrarre la carta di credito dal portafogli.
Grazie alle attivazioni registrate finora, ha precisato Tim Cook, quello di Apple è già il più diffuso sistema di pagamenti contactless, e supera tutti gli altri messi insieme.
Ma al nuovo sistema hanno detto no le catene Wal-Mart e Best Buy, mentre Rite Aid e Cvs, i cui terminali supportano i pagamenti con l’iPhone, hanno deciso all’ultimo momento di disabilitare questa funzione. Scelta che ha fatto scalpore sulla stampa d’oltreoceano, e che secondo i commentatori americani è dovuta alla volontà di non fare concorrenza a CurrentC, un sistema alternativo di pagamenti via cellulare in cui sono coinvolte diverse catene di negozi americani e che dovrebbe debuttare l’anno prossimo.
“Nel lungo periodo, come commerciante sei rilevante solo se i tuoi clienti ti amano – ha aggiunto Cook – Abbiamo molti altri negozi che aderiscono, abbiamo molte banche e abbiamo il resto del mondo”. E poi c’è Alibaba: per il colosso cinese dell’e-commerce, intervenendo alla conferenza del Wsj, il presidente della compagnia, Jack Ma, si è detto pronto a collaborare con Apple sui pagamenti via smartphone.