IL CASO

Cashback, stop da luglio: sarà una buona idea?

Questa l’ipotesi sul tavolo del governo. Ma la politica non è compatta sul da farsi. C’è in ballo la partita dei pagamenti digitali ed è presto per tirare le somme. La misura però andrà modificata: troppe micro-transazioni a fini di “speculazione”. In audizione al Senato Colao loda i risultati del Piano, ma annuncia che sono allo studio migliorie

Pubblicato il 18 Mar 2021

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Bloccare il Cashback a partire dal mese di luglio, ossia chiudere il piano rimborsi alla fine del primo semestre 2021. È questa una delle ipotesi sul piatto, caldeggiata peraltro dal sottosegretario all’Economia Claudio Durigon. Che il piano sia non scevro di criticità è un dato di fatto, ma forse è presto per tirare le somme è capire davvero se sia meglio stoppare la misura oppure modificarne alcune regole.

In audizione al Senato il ministro alla Transizione Digitale Vittorio Colao ha osservato “che ci sono sicuramente alcune migliorie di tipo tecnico, di struttura, o regole da cambiare, sono in contatto con altri ministri per valutare questo“. Secondo Colao ma misura “ad oggi è stata un grande successo, abbiamo un elevatissimo numero di strumenti di pagamento che sono stati registrati e molti italiani grazie al Cashback hanno imparato cose che prima non facevano, l’effetto traino c’è già stato”.

Ne abbiamo discusso in occasione della puntata sul Cashback andata in onda sulla web Tv 360TvOn

360ON TV E2 S1: Cashback, il Piano è da rifare? Ecco come stanno le cose

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Dell’Olio (5Stelle): “Bloccare il Cashback significa non proiettarsi al futuro”

“Gli obiettivi dichiarati della misura sono quattro: utilizzo dei pagamenti elettronici, trasparenza e tracciabilità, diminuzione dell’uso del contante e potenzialmente diminuzione dell’economia sommersa – ha ricordato il senatore del M5Stelle Gianmauro Dell’Olio – L’obiettivo principale è spingere la digitalizzazione dei pagamenti, soprattutto coinvolgendo i cittadini. I numeri del Cashback dimostrano il grande interesse dei cittadini, siamo ad oggi a circa 30mila attivazioni al giorno e si è registrata una riduzione dell’utilizzo del contante del 23%. Il piano dunque sta dunque funzionando. E peraltro l’iscrizione su AppIO e Spid per accedere al piano è un modo per consentire ai cittadini di accedere ad altri servizi della PA. Chi pensa che le risorse del Cashback debbano essere dirottare verso i sostegni ai commercianti non fa i conti con il futuro: nel Recovery ci sono fondi per la digitalizzazione e bisogna spingere sullo sviluppo dei pagamenti digitali guardando al futuro. Certo si può migliorare ma un conto è migliorare un conto è eliminare il Piano. E anche sul fronte delle commissioni bancarie se abbiamo una possibilità di “trattare” con le banche affinché vengano tagliate o ridotte lo si potrà fare solo quando il numero di transazioni crescerà: i costi delle commissioni in Italia per carte di credito sono fra i più alti d’Europa e molto dipende dalla bassa quantità di transazioni, quindi bisogna spingere verso un aumento”.

Squeri (Forza Italia): “Pronti a presentare emendamenti in Parlamento”

Non concorda il deputato di Forza Italia Luca Squeri, fautore peraltro di una battaglia contro i cosiddetti “furbetti” del Cashback: “Il Cashback non è una misura adatta in un momento difficile come quello che si sta attraversando: vanno recuperati almeno 3 miliardi per le categorie in sofferenza, semmai si può rilanciare questa iniziativa in un secondo momento. Se il governo non bloccherà il Piano proporremo emendamenti per dirottare le risorse ai ristori”. E sul caso furbetti “il fenomeno si è sviluppato soprattutto presso i benzinai con utenti che di notte si recano a fare rifornimento pagando ai self service con carta ed effettuando decine di micro-pagamenti per scalare la classifica che dà diritto al superpremio da 1500 euro. Abbiamo scritto a suo tempo al ministro Gualtieri: nella bozza originaria del Piano c’era un comma che prevedeva l’impossibilità di micro operazioni. Ma a seguito di una richiesta di chiarimento da parte del Consiglio di Stato il governo ha eliminato il comma. Questi sono soldi buttati. Nel secondo semestre questa misura va annullata perché non determina alcun beneficio”.

Bussoni (Confesercenti): “Prima banda larga e strumenti efficienti”

Secondo Mauro Bussoni, Segretario Generale di Confesercenti “la digitalizzazione si fa con la banda larga e strumenti efficienti – ancora pochi i pos che hanno funzione contactless – . C’è bisogno di velocità e di minori costi. Il costo della moneta elettronica è inversamente proporzionale all’importo pagato. Serve una cultura della digitalizzazione e infrastrutture adeguate e rendere il costo della moneta elettronica il più basso possibile”. Secondo Bussoni Cashback e Lotteria Scontrini vanno trattati insieme: “Sono stati messi a disposizione in due anni 5 miliardi di risorse e non è vero che tutto ciò è a costo zero, costa al Paese. Il Cashback rappresenta un vantaggio per il consumatore ma sarebbe molto più utile pensare a togliere le commissioni per i pagamenti contactless fino a 50 euro. Certo ora diventa difficile tornare indietro, ma credo che la cosa migliore sia recuperare 3-4 miliardi per i ristori che non sono stati dati a coloro che hanno chiuso e devono ancor tenere chiusa la propria attività”.

Galvagni (Adiconsum): “Manca un soggetto pubblico di coordinamento”

Il vice presidente di Adiconsum, Danilo Galvagni ha acceso i riflettori sulle criticità: “Abbiamo seguito sin dall’inizio il Cashback, sia Pago PA sia Consap si sono rese disponibili per verificare le problematiche rilevate. Ma ci sono troppi soggetti che devono coordinarsi fra loro e manca un soggetto pubblico che faccia verifiche fra tutti i soggetti in campo. E riguardo ai numeri bisognerà verificare alla fine della fase di “rodaggio”, il primo semestre 2021, se le transazioni sono state effettuate da consumatori che già pagavamo con carte e bancomat oppure se ci sono cittadini che hanno attivato carte e bancomat per partecipare al Cashback. Se una cosa positiva però è che siamo venuti a conoscenza di situazioni locali e delle iniquità e sono cose da sistemare perché serviranno a omogeneizzare le misure di digitalizzazione della PA”.

Zola (SumUp): “Il Cashback ha accelerato pagamenti digitali, in pole gli artigiani”

Bicchiere più che mezzo pieno per Umberto Zola, Country Grotwh Lead di SumUp, azienda che in pochissimi anni è diventata uno dei principali player dei pagamenti digitali grazie ai pos contactless – è notizia di pochi giorni fa il nuovo round di finanziamento da 750 milioni. “Indubbiamente il Cashback ha dato un’accelerata alla tendenza già parecchio marcata di adozione dei pagamenti digitali su tutto il territorio nazionale. Nel settore degli artigiani, quelli a domicilio, ad esempio elettricisti e idraulici, abbiamo registrato un sensibile incremento dei transati digitali da quando è stato attivato il Cashback”. Certamente le chiusure e i lockdown hanno creato scompiglio nei dati “ma sicuramente abbiamo notato che le transazioni di certi settori commerciali sono aumentate e che l’importo del transato medio è in diminuzione, ciò vuol dire che è aumentato l’uso del digitale in esercizi a propensione di contante. In Italia il transato medio con carte è di 50 euro, dal momento in cui è entrato in vigore il Cashback l’importo è andato a ridursi quindi ciò dimostra che i pagamenti sono stati effettuati in negozi di prossimità”.

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