Stripe, società specializzata nella realizzazione di infrastrutture per l’Internet economy, ha condotto una ricerca dettagliata sui 450 siti ecommerce più visitati tra Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna e Svezia, scoprendo errori significativi nelle pagine di pagamento di molti dei portali più frequentati al mondo. In Italia per esempio esempio circa la metà dei siti analizzati, non controlla in tempo reale il numero di carta di credito, né consente di inserire le cifre tramite tastierino numerico da smartphone, moltiplicando così la possibilità di errori fortuiti, o di un abbandono della transazione.
“Alcuni degli errori più comuni possono sembrare minimi, commenta il gruppo in un nota, “ma sono in realtà molto influenti nell’esperienza dell’utente, che spesso abbandona l’acquisto al loro verificarsi. Parliamo, ad esempio, del mancato supporto al pagamento tramite wallet come Apple Pay e Google Pay (sempre più diffusi) e della possibilità di procedere alla pagina successiva della transazione anche inserendo numeri di carta o date di scadenza errati (obbligando quindi a ripetere la procedura da principio nel momento della finalizzazione)”.
Con un tasso di “abbandono dei carrelli online” prima dell’effettivo pagamento, che si attesta attorno al 70% a livello globale, la correzione degli errori più basilari della pagina di checkout e la rimozione di tutti i possibili ostacoli nel processo di transazione possono comportare grandi aumenti delle vendite, in particolare proprio quando una percentuale sempre più ampia del Retail si sta spostando sull’online. La ricerca è stata effettuata da Stripe a livello europeo nel mese di febbraio 2020, prima dell’avvio delle misure di lockdown e, quindi, non prende in considerazione eventuali errori dovuti al sovraccarico delle piattaforme, imputabili all’improvvisa e non prevedibile crescita del traffico online.
Il percorso a ostacoli del checkout
Con sempre più aziende che si trovano a offrire transazioni online per la prima volta, è più importante che mai che i consumatori possano completare il processo di pagamento in modo semplice. Sfortunatamente talvolta anche i migliori siti di e-commerce offrono dei veri e propri percorsi ad ostacoli. Stripe evidenzia che in Italia il 56% delle pagine non convalida il numero della carta in tempo reale, ciò significa che oltre la metà dei siti analizzati permette ai clienti di procedere anche dopo aver inserito numeri di carta errati (che sono in realtà facilmente identificabili). In un mercato come quello britannico, dove l’eCommerce rappresenta una quota ben più alta del totale Retail, questa percentuale si ferma al 32%. Il 40% delle pagine, inoltra, non blocca l’inserimento delle carte già scadute, un modo semplice per impedire ai clienti di procedere inserendo dettagli errati, e dovere quindi essere reindirizzati alla pagina di inserimento in un secondo momento. Il 54% dei portali costringe gli utenti a inserire la data di scadenza della carta tramite un menù a discesa, mentre il 66% non dà conferma del tipo di carta utilizzata in tempo reale (per esempio fornendo un’icona per Visa, Mastercard o American Express) per rassicurare i clienti dell’inserimento corretto dei dati
La mancata ottimizzazione per il mobile
Con gli acquisti da smartphone che rappresentano ormai oltre il 40% degli acquisti online totali, nota Stripe, la creazione di un checkout facilitato per la fruizione da Smartphone è cruciale, ma molti dei siti recensiti da Stripe offrono un pagina di pagamento non ottimizzata. Il 50% dei siti Web in Italia non offre un tastierino numerico per l’immissione del numero di carta (obbligando quindi a digitare dalla seconda pagina della tastiera classica). Tra i siti Uk analizzati, solo il 18% non passa automaticamente a questa visualizzazione. L’84% non supporta pagamenti tramite Wallet come Apple Pay e Google Pay, un mercato ancora di nicchia ma in forte crescita (nel 2019 il valore delle transazioni da Wallet è stato di circa 115 milioni di €, +160% in 12 mesi). Guardando al lato positivo, quasi tutti i siti Web analizzati ridimensionano però automaticamente la pagina di pagamento per adattarsi allo schermo mobile.
L’eCommerce è un fenomeno senza confini
In un momento in cui aumentare la propria platea di potenziali clienti è cruciale per supportare le vendite, molti dei siti di più visitati in Europa non stanno ancora facendo un buon lavoro nell’offerta online quando si tratta della procedura di checkout per gli utenti di altri paesi europei: nel 72% dei casi la pagina non viene tradotta nella lingua locale quando il visitatore proviene da un altro paese europeo. Solo il 22% dei siti del offre la possibilità di pagare con almeno uno degli strumenti di e-payment già molto popolari nei mercati di riferimento come Eps per l’Austria o iDeal per l’Olanda.
L’offerta di metodi di pagamento locali può invece favorire significativi aumenti del tasso di conversione per le vendite in mercati specifici, soprattutto quando si vende in tutta Europa: un mercato unico all’interno del quale coesistono molti metodi di pagamento specifici, spesso più utilizzati delle carte di credito dei principali circuiti internazionali stessi.