Il digitale mette il turbo all’industria del payment. E accende la corsa fra investitori. In palio l’ingresso in un mercato da 1,9 trilioni, spinto dalle nuove forme di e-payment che stanno sostituendo il cash e promettono revenue stellari. Nel 2018 gli investitori hanno iniettato nel settore 18,5 miliardi di dollari, una cifra superiore di quasi cinque volte quella dell’anno precedente, anche se spalmata su un numero minore di contratti (235 lo scorso anno contro i 258 del 2017). E secondo la società Pitchbook nel 2019 il settore ha già attirato 2 miliardi di dollari.
Campione degli investitori la cinese Ant Financial Services Group, ex Alipay, che ha immesso risorse nel settore per 14 miliardi di dollari, nel 2018.
“Nonostante il numero di contratti sia diminuito leggermente si tratta di un mercato molto sano – dicono gli analisti di PitchBook -. Al centro della scena ora ci sono le aziende in grado non solo di semplificare i pagamenti per le piccole e medie imprese, ma anche di gestire la complessità dei pagamenti transfrontalieri”.
Si inseriscono nella nuova corsa all’oro i 345 milioni raccolti da Stripe nel suo ultimo round di investimento (valutazione di 22,5 miliardi): Stripe è una startup tecnologica della Silicon Valley che produce software per l’e-payment. Ancora, 100 milioni raccolti con un internal round da Klarna con il modello Try-before-you-pay (consente al cliente di posticipare il pagamento), mentre GoCardless ha ricevuto un’iniezione in contanti da 75 milioni da Alphabet e Salesforce .
Super-vivace anche il versante M&A: la società di tecno-finanza Usa Global Payments sta per firmare un accordo per l’acquisizione di Total System Services pari per circa 20 miliardi. Senza parlare della “piccola” startup britannica del fintech Checkout che ha raccolto 200 milioni di dollari (valore di mercato 2 miliardi), inserendosi così di diritto nel “club” degli unicorni europei.
Ancora, la svedese iZettle – startup fintech che fornisce strumenti per il mobile payment alle piccole e medie imprese – è stata acquisita l’anno scorso da PayPal per 2.2 miliardi di dollari (poco prima dell’Ipo).
Nel frattempo, la giapponese SoftBank sta spingendo il suo fondo d’investimenti Vision Fund verso il fintech: sul piatto 100 miliardi di dollari per Wirecard, startup di fintech tedesca.