“In Italia, nel primo semestre del 2023, il numero di transazioni con strumenti alternativi al contante è stato pari a 6,2 miliardi, in aumento di circa il 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e superiore al dato europeo, pari al 10%, nonché in linea con l’incremento registrato nel primo semestre 2022″. La vicedirettrice generale di Banca d’Italia, Alessandra Perrazzelli, intervenendo al Salone dei Pagamenti a Milano, ha fatto il punto sull’andamento del mercato: “La crescita dei pagamenti elettronici prosegue quest’anno pur considerando il particolare momento congiunturale e continua quindi seppur a ritmi inferiori rispetto al primo semestre 2021 quando il numero di operazioni era cresciuto del 28% spinto dalla pandemia”.
Il dinamismo dell’industria fa leva su sicurezza ed efficienza
Perrazzelli ha sottolineato che “il dinamismo dell’industria dei pagamenti richiede che resti inalterata la sua capacità di mantenere caratteristiche di sicurezza ed efficienza. È su questo piano che si fonda il senso del ruolo e dell’impegno delle banche centrali, articolato e dinamico anch’esso, per rispondere ai cambiamenti e alle sfide dei tempi che viviamo. Quella di oggi è una dimensione complessa, che richiede diversi livelli di risposta e di governo, in un contesto in cui l’impegno per l’ammodernamento delle modalità di offerta di servizi tradizionali convive con l’esigenza di gestire soluzioni di nuovo conio promosse anche da operatori non finanziari”.
Con l’euro digitale più concorrenza e innovazione
Riguardo all’euro digitale la vice direttrice puntualizza che “il percorso è avviato, ma una decisione definitiva sull’introduzione della moneta virtuale europea verrà presa solo dopo il completamento dell’iter legislativo dell’Unione europea. Dallo scorso 1° novembre è iniziata la fase preparatoria volta a creare le condizioni per una possibile emissione e introduzione di un euro digitale, a seguito della quale si deciderà se passare o meno alla fase realizzativa. La cooperazione tra il settore pubblico e quello privato sarà uno dei fattori chiave per il successo dell’euro digitale, che richiede un impegno corale a beneficio di tutti gli stakeholders. Perrazzelli ha inoltre evidenziato che “l’euro digitale, ove emesso, sarebbe disponibile per gli utenti finali attraverso intermediari vigilati, che sarebbero responsabili di tutti i rapporti con i clienti e dei servizi di distribuzione e avrebbero, in tal modo, anche la possibilità di profilare servizi a valore aggiunto. Si configurerebbe come una forma digitale di contante, si affiancherà a quest’ultimo senza sostituirlo e potrebbe essere utilizzato per effettuare qualsiasi pagamento digitale in tutta l’area dell’euro, disponibile sia online che offline, sarebbe inoltre gratuito per le funzionalità di base e ampiamente accessibile e in un’ottica di inclusione finanziaria, potrebbe per esempio essere utilizzato da persone con disabilità o con limitate competenze digitali. L’euro digitale promuoverebbe la resilienza, la concorrenza e l’innovazione nel settore europeo dei Pagamenti. Il Consiglio direttivo della Bce prenderà in considerazione la decisione per l’emissione di un euro digitale solo dopo il completamento dell’iter legislativo dell’Unione europea”.