L’AUDIZIONE ALL’ECON

Euro digitale, Panetta: “Chiave contro monopoli big tech, risultati fase istruttoria a ottobre”

“L’emergere di attori privati potenzialmente dominanti potrebbe avere un forte impatto sul settore finanziario”. Rischi che saranno fortemente abbattuti con l’introduzione della moneta virtuale. Benefici anche sul fronte privacy e sulla lotta al riciclaggio di denaro. Nella proposta che passerà al vaglio del Consiglio Ue un solo wallet a testa e limite massimo detenibile

Pubblicato il 05 Set 2023

fabio panetta

Comincia a delinearsi il futuro dell’Euro digitale: ogni cittadino potrà detenere un solo portafoglio virtuale (wallet) e ci sarà sicuramente un limite sull’ammontare massimo di unità detenibili dal singolo utente. Invece sul se e quanto limitare l’ammontare massimo di transazioni operabili quotidianamente si sta ancora discutendo.

Lo ha detto Fabio Panetta, il componente del comitato esecutivo della Bce che ha la delega sui sistemi di pagamento, nel corso di un’audizione sull’Euro digitale alla commissione Economia del Parlamento europeo (Econ). Per parte sua la Bce non aprirà nessun conto corrente con singoli cittadini “ma fornirà solo la materia prima” con cui le singole banche commerciali potranno offrire l’Euro digitale ai clienti, ha spiegato Panetta, che ha posto enfasi sull’aspetto del sovranismo europeo: “l’Euro digitale sarebbe basato su infrastrutture europee mentre oggi se paghi digitalmente devi appoggiarti a compagnie non europee prevalentemente”. Quanto al fatto di non poter avere più di un wallet a testa, il banchiere centrale ha spiegato che servirebbe a evitare di aggirare il limite sull’ammontare massimo detenibile. Se poi questo fosse verificabile tramite una identità europea “sarebbe fantastico”.

Uno strumento contro possibili monopoli delle big tech

“In assenza di un Euro digitale, l’emergere di attori privati potenzialmente dominanti nel mercato dei pagamenti digitali potrebbe avere un forte impatto sul settore finanziario. Si tratta di una possibilità reale, come dimostra la recente decisione di PayPal di lanciare una propria stablecoin denominata in dollari Usa da utilizzare nei pagamenti digitali”, perché “il loro obiettivo è espandere la base di clienti e guadagnare quote di mercato. Con i nuovi strumenti di pagamento che potrebbero introdurre i soggetti privati potrebbero non avere alcun incentivo a rendere le loro soluzioni di pagamento compatibili con quelle utilizzate oggi, offrendo quindi servizi a basso costo, visti i ricavi che potrebbero generare reinvestendo le attività di riserva in un ambiente con tassi di interesse positivi”, ha detto Panetta.

Al centro delle preoccupazioni dei tecnici al lavoro sullo strumento c’è il tema della concorrenza, che “potrebbe essere gravemente ostacolata se raggiungessero (gli attori privati, ndr) una posizione monopolistica, come abbiamo visto in altri settori digitali”. Un Euro digitale introdotto dalle autorità pubbliche, nell’ambito di un quadro normativo europeo, invece, “presterebbe la dovuta attenzione agli adeguamenti ordinati nel settore finanziario, offrendo ai fornitori di servizi di pagamento una piattaforma per le innovazioni con portata paneuropea. Inoltre, a differenza delle stablecoin emesse dalle big tech, l’Euro digitale sarebbe distribuito dalle banche e da altri prestatori di servizi di pagamento, che manterrebbero il rapporto con i propri clienti”.

In ogni caso la Bce “sta collaborando attivamente con i fornitori di servizi di pagamento europei, e con altre parti interessate, per garantire che l’Euro digitale sia pienamente compatibile con gli strumenti di pagamento esistenti e attraente per tutti”.

Focus su privacy e antiriciclaggio

La struttura proposta per l’Euro digitale non solo “garantirà il massimo livello di privacy per i pagamenti digitali“, ma ridurrà al minimo i rischi legati al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo. “In linea con tutto questo, la Bce ha proposto che l’eurosistema non possa vedere i dati personali degli utenti dell’Euro digitale, né collegare le informazioni di pagamento a persone fisiche. Gli intermediari vedrebbero solo le informazioni sull’utente necessarie per l’onboarding e la conformità con la normativa vigente, come le regole antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo“, ha spiegato Panetta. “Inoltre, la possibilità di pagare offline garantirebbe una privacy simile al contante, senza che né l’intermediario, né la banca centrale, elaborino il pagamento”.

L’utente finale, d’altra parte, “non sarebbe forzato ad aprire un conto per l’Euro digitale. Sarebbe in grado di mantenere un conto nella propria banca, che sarebbe tenuta a fornire un portafoglio dove salvare gli euro digitali”, ha puntualizzato Panetta. “Sarebbe un portafoglio digitale, non fisico”, al quale accedere tramite un link. “In alcun modo la Bce avrebbe una relazione diretta con gli utenti finali, tutti i servizi sarebbero forniti dalle banche commerciali”.

Ciò renderebbe l’Euro digitale facilmente accessibile e trasmetterebbe un messaggio molto chiaro: tutti potrebbero utilizzare l’Euro digitale quando e dove vogliono nell’Eurozona. Si tratta di una opzione “imprescindibile, proprio come l’elettricità o l’acqua, i pagamenti che effettuiamo ogni giorno rappresentano un servizio essenziale sia per i singoli cittadini, sia per l’economia nel suo complesso”.

Attualmente, per la Bce la proposta della Commissione europea “contempera gli obiettivi di natura sia privata sia pubblica relativi alle commissioni per l’utilizzo dell’Euro digitale. Gli utenti finali potrebbero infatti usare gratuitamente i servizi di base dell’Euro digitale, mentre gli intermediari sarebbero ricompensati in modo analogo a quanto avviene per i mezzi di pagamento digitali privati. I commercianti, a loro volta, sarebbero tutelati dal rischio che l’obbligo di accettare l’Euro digitale – in quanto moneta con corso legale – possa gonfiare le commissioni di utilizzo”.

La nuova fase di sviluppo del progetto

Nel mese di ottobre, la Bce riferirà i risultati sulla fase istruttoria per la creazione della valuta digitale. “Su questa base, il Consiglio direttivo deciderà se passare alla fase successiva del progetto”.

Se verrà deciso di passare alla fase successiva, “la Bce e le banche centrali nazionali di tutti i Paesi in area euro continueranno ad analizzare le funzionalità dell’Euro digitale e, infine, a sviluppare e testare soluzioni tecniche e accordi commerciali per essere pronti a iniziare l’emissione di un Euro digitale, se e quando sarà giustificato”. In questo contesto, ha concluso Panetta, “prenderemo ovviamente in considerazione tutti gli aggiustamenti che potrebbero rendersi necessari a causa delle delibere legislative”.

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