La Digital rupee, la rupia digitale, è realtà: la Reserve Bank of India (Rbi), la Banca centrale indiana, lancia oggi in via sperimentale la prima moneta digitale del Paese. Con questo passaggio, l’India si unisce al gruppo di Paesi, tra cui la Cina, che posseggono una moneta digitale gestita dalla banca di Stato.
Il piano della Rbi prevede l’emissione di due versioni della rupia digitale: generica o al dettaglio (Cbdc-R) e all’ingrosso (Cbdc-W). Il Cbdc al dettaglio può essere utilizzato da tutti, inclusi il settore privato, i consumatori non finanziari e le imprese. Il Cbdc all’ingrosso è progettato per l’accesso limitato a istituzioni finanziarie selezionate. Mentre la Cbdc al dettaglio è una versione elettronica del contante destinata principalmente alle transazioni retail, la Cbdc all’ingrosso è progettata per il regolamento di bonifici interbancari e relative transazioni all’ingrosso.
Al via con le transazioni all’ingrosso
Sulla base di questo piano, la rupia digitale verrà utilizzata in un primo momento solo nel segmento del mercato secondario e delle transazioni all’ingrosso, e ha come partecipanti al progetto, oltre all’istituto centrale e alla State Bank of India (Sbi), altre nove banche d’affari (Bank of Baroda, Union Bank of India, Hdfc Bank, Icici Bank, Kotak Mahindra Bank, Yes Bank, Idfc First Bank e Hsbc).
“Dall’esperienza di questa prima fase – annuncia la Reserve Bank of India – passeremo a gestire ulteriori transazioni e pagamenti transfrontalieri”. La previsione è che l’uso della e-rupia renda più efficiente il mercato interbancario e che il Regolamento da parte della Banca centrale riduca il costo delle transazioni. L’India prevede di estendere la moneta digitale di Stato ai consumatori privati entro un mese.
Uno strumento per rafforzare l’economia digitale indiana
La Rbi ritiene che il sistema della rupia digitale “rafforzerà l’economia digitale indiana, migliorerà l’inclusione finanziaria e renderà più efficienti i sistemi monetari e di pagamento“: “La moneta digitale – scrive – ha lo scopo di integrare, piuttosto che sostituire, le attuali forme di denaro ed è previsto di fornire un ulteriore mezzo di pagamento agli utenti, non per sostituire i sistemi di pagamento esistenti”.