LO STUDIO

Instant payment, banche italiane alla prova del nove

Ricerca Cetif: gli istituti di credito sono in ritardo nei sistemi di pagamenti digitale ma nel 72% dei casi si dicono pronte a recuperare puntando su servizi a valore aggiunto e sull’integrazione dei canali

Pubblicato il 05 Mag 2016

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Banche italiane al palo nei pagamenti innovativi tramite web o mobile, ma la voglia di investire c’è. Il quadro emerge da una ricerca CeTIF in collaborazione con AlmavivA, Icbpi e Tas Group su un campione di 9 banche, che ha permesso di valutare come le istituzioni finanziarie si stiano muovendo e quali siano gli aspetti che necessitano di maggiore investimento per restare al passo con il mercato.

Nonostante i ritradi, però, le modalità di pagamento sono la componente sulla quale le banche vogliono investire maggiormente, in previsione della futura e prossima implementazione di sistemi che supportino instant payments.

“Per dare una risposta concreta ed essere in linea con questo trend, Icbpi ha intrapreso una serie di iniziative volte a coprire l’intera value chain degli Instant Payments: partendo da Zac, la soluzione P2P già attiva su diversi clienti, per poi integrare nuove infrastrutture di clearing che abiliteranno lo scambio real time di pagamenti interbancari e di intermediazione finanziaria e tecnica”, ricorda Giovanni Carnelli, Instant Payments Programme Leader Icbpi.

Il 72% delle banche e istituzioni di pagamento dichiara che saranno proprio gli instant payments a portare maggiori opportunità e discontinuità nel mercato dei pagamenti a prescindere dalla modalità di pagamento utilizzata (P2P, P2B o B2B).

Secondo Riccardo Aidala, responsabile Financial Services Almaviva, “l’Instant Payment affermerà un nuovo modo di concepire il denaro, sempre più mediato dalla tecnologia. Il mutamento sarà sistemico e porterà sulla scena nuovi operatori e tecnologie sempre più evolute. La maggiore difficoltà di questo processo sarà la coesistenza con il sistema dei pagamenti in essere, una sfida che Almaviva è pronta a sostenere grazie alla profonda conoscenza del settore e alle sue capacità di System Integrator a vantaggio di tutto il mercato.”

Più che le annose questioni legate ai modelli di proximity payment, il mercato si sta impegnando per trovare una più precisa definizione del concetto di Wallet e di Servizi a Valore Aggiunto, con l’obiettivo di concepire un’offerta sostenibile e profittevole. I dati dimostrano infatti che le banche italiane hanno investito molto nell’integrazione e definizione dei servizi a valore aggiunto, soprattutto tramite il canale mobile e continueranno ad investire nel prossimo futuro in linea con le tendenze di una clientela sempre più smart.

L’offerta di tali servizi risulta fondamentale per la fidelizzazione dei clienti e per non perdere quote di mercato sempre più aggredite da competitor di rilievo e big player internazionali come Google, Facebook, Apple e Samsung.

Per rispondere alla concorrenza, i maggiori investimenti che le banche effettueranno nei prossimi anni saranno sostenuti sulla Customer Payment Insight, promuovendo analisi dei dati svolte con approccio Big Data ed arricchite da fonti dati esterne alla banca. Si perseguirà inoltre una rappresentazione visuale e innovativa dei risultati, che permetterà di offrire servizi e prodotti innovativi (real time e contestuali).

Appare infine evidente come gli investimenti nel modello organizzativo del recente passato, in vista dell’entrata in Sepa, abbiano consentito di offrire alle banche una solida base sulla quale costruire i propri approcci innovativi allo sviluppo di prodotti e servizi. Rimangono tuttavia alcuni punti aperti, sia rispetto alle normative europee sia rispetto all’innovazione tecnologica, che se non affrontati correttamente potrebbero portare le banche a perdere grosse quote del mercato dei servizi di pagamento.

Risulta quindi fondamentale che gli attori del mercato dei servizi di pagamento siano pronti ad affrontare le nuove sfide del mercato, adattando l’offerta di prodotti alle necessità di una clientela sempre più interconnessa e che ha esigenze in continua evoluzione.

“Per garantirsi la flessibilità necessaria ad adeguarsi agli scenari in continua mutazione la Banca deve poter contare su una piattaforma di accesso alle reti che sia in grado di gestire in modo dinamico e sicuro la molteplicità di protocolli applicativi consolidati ed emergenti, ed è proprio su queste tematiche che si fonda la nostra core competence da oltre 30 anni”, conclude Massimiliano Quattrocchi, direttore Sistemi di Pagamento di Tas Group.

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