Prossimità, valore, immediatezza, sicurezza, identità. Sono le cinque parole d’ordine di chiunque punti oggi a offrire ai propri clienti un’esperienza d’acquisto così intuitiva da abbattere il tasso di abbandono su tutti i canali. Specialmente sull’on line e specialmente nel momento cruciale della transazione: quello del pagamento. Non si tratta più solo di un tema legato al mondo B2C e al rapporto tra retail e consumatori finali, ma di una sfida che prende di petto la prossima rivoluzione dell’e-commerce, quella del B2B e del procurement. Che si potrà vincere solo giocando la carta della strong authentication Di questo e di altro si è parlato oggi in occasione del workshop “MyBank sempre più Instant, sempre più Mobile, sempre più Consent”, incontro inserito nella cornice del Salone dei Pagamenti, di scena dal 7 al 9 novembre a Milano, e che ha presentato al pubblico quattro use case di altrettante aziende che hanno scelto MyBank come piattaforma di payment.
Padrone di casa del workshop, come può suggerire il titolo, è stato Giorgio Ferrero, ceo di Preta, la società che controlla MyBank. Ferrero ha aperto i lavori proprio citando i cinque punti cardine su cui si stanno muovendo le aziende più innovative nell’ambito della customer centricity raggiunta attraverso le soluzioni che digitalizzano l’ultimo miglio del servizio per l’utente finale. E non si parla solo di instant payment. “Con MyBank siamo partiti proprio dai pagamenti, offrendo la possibilità di effettuare con una esperienza d’uso semplificata bonifici internazionali immediatamente riconciliabili. Ma il nostro”, ha precisato poi Ferrero, “è prima di ogni altra cosa uno strumento di espressione del consenso, che facilita la trasmissione sicura di informazioni finanziarie e non. Siamo convinti che in futuro la parte dei pagamenti rappresenterà un di cui all’interno di uno scenario che vedrà sempre più preponderante la stipula dei contratti basata sulla strong authentication, quindi senza la necessità di effettuare scambi documentale e senza nemmeno dover apporre la firma digitale”.
Nel frattempo però bisogna lavorare per diffondere l’adozione della piattaforma – che è già stata scelta da gruppi del calibro di Vodafone, Enel e Milano Ristorazione – e che si sta facendo strada soprattutto tra imprese che hanno deciso di affrontare il mercato con un approccio innovativo. “Noi stiamo provando a proporci come una banca che entra nel vissuto quotidiano dei propri clienti”, ha per esempio spiegato Enrico Noviello, Responsabile Marketing di Banca 5, l’istituto di credito del gruppo Intesa Sanpaolo che sfrutta la rete nazionale delle tabaccherie per l’erogazione di servizi di pagamento. “L’idea è quella di inserire alcune operazioni da sportello nelle attività di tutti i giorni, tra un caffè e l’acquisto di un pacco di sigarette. Tutto ciò è reso possibile da MyBank: gli utenti pagano il tabaccaio in contanti e l’importo del bollettino viene prelevato dal conto dell’esercizio convenzionato con una transazione istantanea e non ripudiabile, dopo che il sistema ha verificato la capienza del conto”. Noviello ha poi aggiunto che se ora il riconoscimento del pagatore avviene de visu tramite il tabaccaio, in futuro, grazie all’identificazione abilitata da MyBank la procedura potrebbe diventare automatica e trasparente.
Enrica Brognoli, Responsabile Cash in Credit Management, Operations and Customer Care di E.On Energia, ha invece spiegato che per la sua società MyBank, adottata dal 2015, “è uno strumento squisitamente operativo, parte di un portafoglio di soluzioni che da una parte punta ad agevolare il pagamento del consumatore, dall’altra a semplificare le attività di riconciliazione per il back office, riducendo i costi, migliorando il servizio, evitando riscontri anomali. In particolare, rispetto a MyBank, abbiamo notato una maggiore fidelizzazione dei clienti, che chiaramente prediligono il bonifico come metodo di pagamento”.
Anche per Hera, rappresentata al workshop dal Responsabile Gestione Coperture Finanziarie Roberto Rossetti, la piattaforma di Preta risolve una serie di problematiche tipiche di front end e back office nell’ambito della distribuzione energetica e idrica. “Credo fermamente nei sistemi di pagamento basati sull’Iban, ma solo nel momento in cui permettono all’ufficio interno di gestire le transazioni istantanee con processi coerenti, che portano cioè valore sia al cliente sia all’azienda”.
E in Rajapack Italia, che fa capo alla multinazionale francese specializzata in imballaggi B2B, il valore è generato soprattutto dalla possibilità di mettere a disposizione dei propri clienti, tipicamente aziende della logistica e dell’e-commerce, metodi di pagamento che massimizzano l’evasione degli ordini. “Siamo un’azienda multicanale”, si è presentata Lorenza Zanardi, Direttore Generale, “e usiamo MyBank da un anno e mezzo. Lo strumento si rivela utile soprattutto considerato il fatto che le nostre vendite on line pesano per un terzo del fatturato e rappresentano il 50% degli ordini, tant’è vero che stiamo anche implementando una piattaforma di easy procurement: offrire ai clienti un metodo di pagamento più veloce rispetto al bonifico tradizionale significa ottimizzare l’intero processo e quindi accelerare i tempi di consegna”.