La percentuale degli italiani che preferiscono effettuare pagamenti cashless piuttosto che in contanti è ormai arrivata all’80%. La motivazione prevalente è che i pagamenti elettronici sono considerati più comodi, rapidi e sicuri rispetto a quelli effettuati utilizzando banconote e monete. Ma al là delle preferenze, un dato significativo viene dall’effettivo utilizzo del cashless: oggi infatti più del 63% dei pagamenti in Italia avviene con transazioni elettroniche, mentre il 95% della popolazione nazionale utilizza le carte e il 29% è orientato verso gli smart payments. E’ quanto emerge da una recente ricerca realizzata da Ipsos per conto di Ayden, piattaforma di pagamento internazionale che gestisce i pagamenti di brand come Spotify e Microsoft nonché di aziende del Made in Italy del calibro di Prada e Ferragamo.
Solo il 25% degli Italiani è legato al contante
La percentuale degli italiani che si orienta verso soluzioni di pagamento cashless è secondo la ricerca dell’85%: a trainare sono le carte di debito e credito, utilizzate dal 50% degli italiani. A seguire ci sono gli smart payments, quelli effettuati attraverso digital wallet e app, utilizzati dal 29% della popolazione.
La classifica delle Regioni
La ricerca Ipsos evidenza tra le altre cose che il divario tra Nord e Sud nel campo dei pagamenti digitali si stia progressivamente riducendo, come anche quella tra grandi e piccoli centri. Ad aver contribuito a questa dinamica è stata secondo gli analisti l’emergenza Covid-19 e il distanziamento sociale imposto alla popolazione per limitare i contagi. In testa alle Regioni che utilizzano maggiormente i pagamenti digitali si piazza l’Emilia-Romagna, dove il 43 % della popolazione utilizza pagamenti smart, seguita dalla Puglia dove la percentuale scende al 39%, rispetto a una media nazionale che si ferma al 35%
Sicurezza in cima ai vantaggi dei pagamenti cashless
La percezione degli italiani sui benefici dei pagamenti digitali porta in primo piano il tema della sicurezza. Il 70% degli intervistati che ritiene importante incentivare l’utilizzo di queste soluzioni per emancipare il paese dall’arretratezza e migliorare la qualità della vita di consumatori e negozianti. E se il 67% del campione pensa che i pagamenti digitali siano da preferire a quelli in contanti per ragioni di comodità, e il 58% cita come ragione principale la velocità di utilizzo, è del 33% la percentuale di chi ritiene che i pagamenti cashless siano più sicuri di quelli in contanti. Inoltre il 61% degli italiani ritiene che i pagamenti elettronici contribuiscano a limitare l’evasione fiscale, il 37% afferma che possano aiutare a diminuire i rischi di scippi, mentre il 28% pensa che garantiscano maggiore igiene.
Gli italiani promuovono il cashback
Ad accogliere positivamente il programma cashback del governo sui pagamenti con carta di credito è il 68% degli Italiani, una percentuale più alta di quella delle persone che hanno aderito all’iniziativa, che si ferma al 44% della popolazione. Soltanto il 6% del campione afferma di non essere a conoscenza di questa iniziativa da parte dello Stato Inoltre l’aumento della soglia fino a €50 dei pagamenti contactless senza pin è valutato positivamente da oltre 7 italiani su 10, mentre il 20% degli intervistati apprezzerebbe un ulteriore innalzamento del limite.
I pagamenti digitali in-store
I pagamenti senza contanti nei negozi sono cresciuti stabilmente nel corso degli ultimi due anni, soprattutto grazie alla diffusa adozione di carte di credito o di debito utilizzate nei negozi dal 69% degli italiani. La crescita degli smart payments contribuirà a far proseguire la tendenza verso il cashless nei negozi: Il 26% dichiara di averli utilizzati negli ultimi 24 mesi e si prospetta una crescita ulteriore del 9% nel corso dei prossimi 2 anni. Ma quali sono i principali ostacoli utilizzo dei pagamenti elettronici in-store? il 73% degli italiani ritiene che gli alti costi di transazione limitino una maggiore accettazione dei pagamenti elettronici da parte dei negozianti, soprattutto per importi meno elevati.
La pandemia ha inoltre spinto i retailer anche ad offrire nuovi servizi agili e flessibili – a metà strada tra il negozio fisico e l’online – per continuare a garantire ai consumatori un livello di servizio pari alle aspettative, come la consegna a casa, apprezzata dall’81% degli intervistati, la possibilità di ritirare il prodotto in negozio (71%) ma anche l’opportunità di provare un prodotto a casa per poi pagarlo on line (66%) o, ancora, finalizzare un acquisto telefonicamente a seguito dell’invio di un link di pagamento (63%).
“La pandemia ha segnato un punto di svolta epocale in questo senso – conclude De Passorio – I consumatori hanno potuto beneficiare di nuove modalità di acquisto e pagamento, che si sono rivelate molto più affini al loro stile di vita. I confini fra esperienza offline e online stanno diventando sempre più sfumati, perché così sono percepiti dal cliente odierno che non ragiona in ottica di canali ma di desideri. È il paradigma dell’omnicanalità che diventa il ‘new normal’”.