Nexi chiude il 2018 con ricavi operativi netti per 931 milioni di euro e un Ebitda normalizzato di 424 milioni. In vista della quotazione in borsa programmata per i prossimi mesi, che più parti hanno definito come il probabile Ipo dell’anno per i mercati finanziari europei, il Cda ha inoltre approvato una proposta di aumento di capitale tra i 600 e i770 milioni di euro.
Secondo le linee guida del piano industriale 2019-2023, che si basa sull’assunto che in futuro “ogni pagamento diverrà digitale”, i ricavi operativi cresceranno di una percentuale compresa tra il 5 e il 7%, con l’Ebitda che crescerà tra il 13% e il 16%.
Sullo sfondo rimane intanto la prospettiva di una eventuale fusione tra Nexi e Sia, che insieme potrebbero andare a comporre un “polo dei pagamenti”. Un progetto di cui si era già discusso in passato e che quindi non sarebbe ancora tramontato nonostante una serie di difficoltà.
Della questione si sarebbe discusso anche nell’ultima riunione del Cda di Sia, dove è stato dato al management l’incarico di capire quale sia la strada migliore da seguire per il futuro della società. In ballo ci sono la possibilità di una quotazione in borsa, o quella di un merger con un altro operatore europeo del settore. Un identikit che potrebbe alla fine portare proprio a Nexi, partecipata dai fondi Bain, Advent e Clessidra, o addirittura a una quotazione congiunta.
Secondo le indiscrezioni circolate nelle ultime ore a spingere per l’affidamento dell’incarico al management sarebbero stati in particolare i soci pubblici di Sia, con in prima fila Cassa Depositi e Prestiti, che vedrebbero di buon occhio la creazione di un polo nazionale dei pagamenti che possa creare sinergie con Postepay.