SCENARI

Pagamenti digitali, Bertoluzzo: “In Italia sarà svolta, è solo questione di tempo”

L’Ad di Nexi: “Nel nostro Paese solo il 25% dei pagamenti avviene in modalità digital e ciò conferma l’ampio spazio di azione”. E sull’azienda: “Diventeremo la pay-tech delle banche”

Pubblicato il 21 Mag 2019

bertoluzzo-vodafone-120215181959

Non è una questione di se o di ma solo una questione di tempo”: non ha dubbi Paolo Bertoluzzo, Ad di Nexi, sulla “conversione” italiana ai pagamenti digitali. Il tasso di crescita è elevatissimo,  ha detto il manager – in occasione della Business Conference della Rcs Academy intitolata “Accelerating Italy le tecnologie per la crescita del Paese” – evidenziando che “in Italia i pagamenti digitali sono solo il 25%, nei paesi più avanzati sono già l’80% e ciò significa che c’è un’opportunità per tutti, perché in Italia c’è il tasso di crescita più alto”. Bertoluzzo ha anche sottolineato che Nexi vuole essere” la pay-tech delle banche e per farlo abbiamo fatto 12 cessioni e 6 acquisizioni in due anni, con 1 miliardo di investimenti in 6/7 anni”.

Nei giorni scorsi la società ha presentato i risultati del primo trimestre 2019: la società ha registrato un Ebitda a +21% anno su anno, che si attesta a 110,6 milioni di euro, “grazie alla forte crescita dei ricavi – si legge in una nota– e al continuo focus sul contenimento dei costi e dell’efficienza operativa”. I ricavi operativi netti, secondo il documento approvato dal consiglio di amministrazione, arrivano a quota 226,5 milioni, con un +6,8% e “confermano ampiamente – sottolinea l’Ad Bertoluzzo – il trend di forte crescita degli ultimi anni e la guidance di medio periodo comunicata al mercato. Questa crescita è sostenuta dal continuo sviluppo del mercato italiano, più veloce rispetto al resto dell’Europa, e dalle nostre iniziative di innovazione nel mondo dei pagamenti digitali”.

Vero è però che il debutto a Piazza Affari non è stato dei migliori: quella che doveva essere la più grande Ipo di Borsa Italiana ha visto i titoli cedere il 5% rispetto al prezzo di collocamento di 9 euro. La capitalizzazione totale si è dunque attestata a 5,4 miliardi di euro, contro i 5,7 miliardi della valorizzazione a 9 euro. L’Ad Paolo Bertoluzzo ha però ricordato che “Nexi non ha nemmeno due anni di età ma ha fondamenta solide e ha alle spalle le banche popolari e società come Cartasì e Bassilichi”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati