GOVERNO MELONI

Pagamenti digitali, Busia: “Dannoso alzare il tetto del contante”

Il numero uno dell’Anac in merito alle misure annunciate dalla Presidente del Consiglio: “Necessario andare avanti con la digitalizzazione delle transazioni. Oltre certi importi non si paga più cash, a meno che non si tratti di attività illegali o di economia sommersa”. La ricerca Kandar-Teamsystem: “Fintech e tecnologie innovativi aiutano le aziende a prevenire le crisi di liquidità”

Pubblicato il 28 Ott 2022

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Occorre andare avanti con la digitalizzazione dei pagamenti per tutti – prosegue Busia – compresa la pubblica amministrazione, senza pensare ovviamente di abolire il contante che resta pur sempre utile per le transazioni più piccole o per andare incontro alle abitudini delle persone più anziane”. A sostenerlo in un’intervista al quotidiano La Stampa è Giuseppe Busia, presidente di Anac, l’authority nazionale anticorruzione, che interviene a commentare quello che è stato annunciato come uno dei primi possibili provvedimenti del governo di Giorgia Meloni, l’innalzamento dagli attuali duemila a 10mila euro della soglia entro la quale sono consentiti i pagamenti in contanti. E sempre nel merito dei pagamenti digitali è stata appena pubblicata una ricerca di Kantar commissionata da Teamsystem secondo cui i pagamenti digitali sono utili, per le imprese italiane, a prevenire le crisi di liquidità: secondo lo studio tra le società che hanno scelto di digitalizzare gli strumenti di pagamento e incasso il 65% ha riscontrato una significativa capacità di prevenire lo stato di crisi e di insolvenza.

L’allarme dell’Anac

“Oltre certi importi ormai non si paga più cash, a meno che non si tratti di attività illegali o di economia sommersa”, aggiunge Giuseppe Busia, che a sostegno della propria tesi contro l’innalzamento del tetto per i contanti pone innanzitutto una questione di metodo. “Rivedere di continuo le soglie” sarebbe una scelta che provocherebbe incertezza alle imprese: “Negli anni hanno fatto degli investimenti sui pagamenti digitali per attrezzare i loro sistemi – spiega il presidente di Anac – a partire dall’utilizzo dei pos, e ora sarebbe utile una stabilità normativa, anche per sfruttare l’investimento fatto”.

Il presidente dell’Anac afferma di non voler entrare nel terreno della politica, limitandosi a citare “alcune evidenze scientifiche”: “La prima riguarda la diffusione dei pagamenti elettronici: sebbene durante la pandemia questi siano cresciuti, siamo ancora indietro. Stando ad uno studio della Bce, l’Italia è sotto la media europea. Un altro aspetto che emerge è che la domanda di pagamenti elettronici cresce al crescere delle cifre e quindi il bisogno del mercato di pagare in contanti si riduce al crescere della cifra. In pratica tanto più si alza la cifra, tanto meno il tetto è richiesto, perché la gente oltre certi importi, normalmente, se non ci sono altre ragioni, usa sempre di più la moneta elettronica”.

“Bisogna essere onesti: la fissazione di un tetto non riduce la corruzione in quanto tale, perché le tangenti sicuramente non si pagano con contributi tracciabili – argomenta il presidente dell’Anac – Da questo punto di vista l’efficacia della soglia è molto relativa, e oggi per corrompere ci si serve di pagamenti che non sono neanche in denaro, ma passano attraverso consulenze, favori e modalità molto più sofisticate. Però, dal punto di vista scientifico, ci sono studi della Banca d’Italia, ma anche di altri soggetti, che evidenziano come tanto più cresce il tetto nell’uso del contante – conclude – e tanto più, a parità di altre condizioni, si ha un incremento dell’economia sommersa, del lavoro nero e dell’evasione fiscale”.

Il valore aggiunto delle soluzioni fintech

Dalal ricerca realizzata da Kantar per Teamsystem emerge inoltre che per quasi il 60% del campione i pagamenti digitali hanno permesso di rendere più semplice, fluido e produttivo il proprio rapporto con il sistema bancario, mentre per il 52% sono stati utili per ottenere flussi di cassa dilazionati nel tempo. Le aziende intervistate, tra le altre cose, hanno evidenziato una migliorata capacità di tracciare le operazioni (79%), una notevole riduzione dei rischi di errore e dei costi di gestione (69%), e una maggiore sicurezza nello scambio dei dati (68%).

“I dati della ricerca ci permettono di ottenere un quadro abbastanza delineato sul modo in cui le aziende italiane hanno iniziato a percepire il valore aggiunto delle soluzioni fintech, soprattutto quando inserite in un percorso di digitalizzazione dell’intera supply-chain – commenta Enrico Causero, Gm Cloud Micro & Digital Finance Solutions di TeamSystem – Digitalizzare i pagamenti significa infatti avviare un concreto percorso di semplificazione di alcuni processi chiave per l’operatività aziendale, come l’invio dei movimenti bancari al commercialista, la gestione di pagamenti e incassi delle parcelle, l’accesso simultaneo a più conti correnti o l’attività di riconciliazione bancaria”.

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