L'INTERVENTO

Pagamenti digitali? Un volàno per l’economia, è tempo di cashless society

Il comparto è certamente fra i più avanzati in tema di infrastrutture e servizi. L’Italia è ancora fanalino di coda nell’uso dell’e-payment ma l’incremento dell’operatività digitale potrebbe farci recuperare il gap. Il patrimonio di competenze ed esperienze rimarrà e ci potrà aiutare ad essere più efficienti

Pubblicato il 20 Apr 2020

Liliana Fratini Passi

Direttore generale Cbi

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In questo drammatico momento storico il mondo intero sta condividendo ansia e difficoltà nell’affrontare la pandemia da Covid-19, che segnerà per sempre le nostre vite e avrà ampi effetti sull’intero sistema economico-finanziario: secondo le ultime stime di S&P nel 2020 ci sarà una contrazione del Pil globale del 2,4%, e per l’Italia del 9,9%.

In questo contesto è emersa, da una parte, l’importanza dell’esistenza di infrastrutture digitali evolute che stanno garantendo la continuità operativa anche in lockdown e dall’altra la grande resilienza di tutti noi: grazie al digitale abbiamo potuto mantenere contatti sociali, a opportuna distanza, con i nostri cari e i nostri amici, i ragazzi hanno potuto fruire della formazione attraverso la didattica a distanza e molte persone hanno potuto proseguire l’attività lavorativa secondo un approccio agile.

Le banche dal canto loro sono chiamate a giocare un ruolo centrale nelle manovre di supporto finanziario definite da governi e banche centrali, in quanto ad esse viene chiesto di fungere da “meccanismo di trasmissione” per garantire che il sostegno arrivi, anche attraverso le proprie infrastrutture di pagamento, alle aziende e ai consumatori che ne hanno bisogno, per salvare l’economia globale dal collasso. Allo stesso tempo i pagamenti digitali sono al centro di rinnovata attenzione, derivata non solo dal necessario #iorestoacasa, ma anche considerando la possibile diffusione del virus attraverso le banconote. Come confermato dalla Bri (Banca dei Regolamenti Internazionali) nel medio termine assisteremo ad un incremento strutturale dell’uso dei pagamenti online, con carta o con mobile banking, con un andamento diverso fra paese e classe di consumatori.

Per quanto riguarda la cashless society l’Italia è ancora fanalino di coda, posizionandosi in 23esima posizione su 28 Paesi UE (report Ambrosetti), ma questa emergenza globale per la quale, secondo il Politecnico di Milano, lato servizi bancari si rileva già un calo dell’operatività fisica di oltre il 50% a fronte di un incremento di quella digitale di oltre il 30%, potrebbe farci recuperare il gap con il resto d’Europa.

La pandemia ha fatto percorrere in pochi giorni ai cittadini e alla Pubblica Amministrazione un balzo in avanti nella digitalizzazione – si stima che circa il 68,5% delle Regioni sia in smart working – che diversamente avrebbe richiesto anni, anche se rimane una parte della popolazione ancora ampiamente impattata dal digital divide. Guardando ai servizi di pagamento online di bollettini e avvisi di pagamento della Pubblica Amministrazione, le banche italiane attraverso Cbi da anni supportano quest’ultima nello sviluppo dei servizi per l’economia digitale, collaborando con gli organi preposti, quali l’Agid, il Team per la trasformazione digitale e la neocostituita PagoPA Spa.; con quest’ultima Cbi ha collaborato per assumere il ruolo di “Mandatario Qualificato” per conto dei Prestatori di Servizi di Pagamento interessati alla fruizione della piattaforma pagoPA.

Attraverso lo sviluppo di infrastrutture collaborative e servizi di pagamento interoperabili, Cbi sta quindi svolgendo un ruolo chiave nel valorizzare le sinergie tra il Sistema Finanziario e la Pubblica Amministrazione a favore dei cittadini, sia attraverso il Cbill come supporto alla crescita dei pagamenti pagoPA – considerando che oltre la metà dei pagamenti dei cittadini italiani è effettuata verso servizi della Pubblica Amministrazione – sia attraverso lo sviluppo di ulteriori servizi digitali che facilitino il rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione. In particolare Cbi, anche in questo momento di emergenza, sta supportando la Pubblica Amministrazione per l’erogazione di servizi digitali ai cittadini e, più in generale, faciliterà l’implementazione del nuovo piano di Open Government, tra cui i servizi dell’app IO.

Per quanto riguarda Cbill, già oltre 4 milioni di italiani lo usano per pagare con l’internet e il mobile banking, l’Atm e lo sportello fisico, utenze domestiche, tasse e tributi, ticket sanitari, bollo auto e molto altro, registrando un aumento del 200% tra il 2018 e il 2019. Tale trend di crescita risulta più che dimezzato nel mese di marzo 2020, a causa delle sospensioni e proroghe di bollettini, tasse e tributi, per contingentare l’emergenza economica dei cittadini. Quindi se da una parte si assiste all’aumento delle transazioni online legate all’e-commerce di alcuni beni/servizi, dall’altra si ha una diminuzione dei pagamenti online di bollettini e avvisi di pagamento.

Nonostante ciò come Cbi stiamo osservando un aumento dei cittadini che interagiscono con i nostri canali per avere informazioni sul servizio Cbill. Questo a testimonianza del fatto che questa situazione sta creando un patrimonio di competenze ed esperienze che rimarrà e ci potrà aiutare per essere più efficienti anche nelle fasi che seguiranno la fase 1. In tale contesto il comparto dei pagamenti è certamente uno di quelli più avanzati in tema di infrastrutture e servizi, e può fare da volano per l’economia anche per mitigare gli effetti dello “tsunami” socio-economico che stiamo vivendo a causa della pandemia.

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