“La GlobalCoin che Facebook si appresta a lanciare anche su WhatsApp e Instagram era nell’aria da tempo vista la necessità di fornire qualcosa di nuovo ai 2,38 miliardi di utenti attivi mensilmente sulle piattaforme di Zuckerberg. I vari scandali che recentemente hanno travolto Facebook sui temi della privacy e sull’utilizzo di dati sensibili per gli utenti ci fanno guardare con un po’ di timore a questa iniziativa. La semplice circostanza che il GlobalCoin sia basato sui social dell’azienda porta a chiedersi cosa accadrebbe ai soldi dei consumatori in caso di shutdown, malfunzionamenti o databreach. Dopo essersi visti derubare dei propri dati ed immagini gli utenti rischierebbero di vedersi portar via anche il proprio denaro?”.
Lo afferma Francesco Luongo, presidente di C4DiP, Consumers For Digital Payments, la coalizione di associazioni di consumatori formata da Movimento Difesa del Cittadino, Asso-consum e U.Di.Con, commentando la notizia che Facebook starebbe ultimando i piani per il lancio della propria criptovaluta entro il 2020.
“Altrettante perplessità – prosegue Luongo – sento di manifestare sulla reale consapevolezza dei consumatori relativamente agli acquisti in un ecosistema chiuso come quello dei social network. È ormai risaputo che queste piattaforme conoscono abitudini e gusti dei consumatori e avrebbero quindi la capacità di orientare gli acquisti senza una reale confrontabilità estesa a tutte le offerte presenti nel web, ma solo a quelle dei propri dealer”.