Libra sempre più sotto pressione prima ancora di nascere. Jerome Powell, chairman della Federal Reserve americana, ha dichiarato che i piani per costruire una valuta digitale da parte di Facebook “non possono andare avanti” sino a quando non verrà fatta chiarezza su tutti gli aspetti controversi.
Le reazioni alle osservazioni particolarmente dure del più importante regolatore finanziario americano sono state immediate, a cominciare da un calo del valore del Bitcoin, la prima criptovaluta presente sul mercato. Ma il commento di Powell ha se possibile sottolineato anche le difficoltà normative che stanno crescendo sempre di più attorno alla criptovaluta pensata da Mark Zuckerberg, in questo momento sotto il microscopio da parte di politici e responsabili amministrativi di tutto il mondo.
“Libra solleva serie preoccupazioni riguardo la privacy, il riciclaggio di denaro sporco, la protezione dei consumatori e la stabilità finanziaria”, ha detto Powell davanti al Comitato dei servizi finanziari della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. “Non penso – ha aggiunto – che il progetto possa andare avanti” senza affrontare tali preoccupazioni.
Powell ha detto che qualsiasi revisione normativa del progetto dovrebbe essere “paziente e attenta”. Ha poi notato che le regole esistenti non si adattano alle valute digitali: “Libra è qualcosa che non si adatta perfettamente o con facilità al nostro schema normativo, ma ha una scala potenzialmente sistemica. Ha bisogno di uno sguardo attento, quindi credo fermamente che tutti dobbiamo prenderci il nostro tempo per analizzarla”.
La reazione di Facebook al commento probabilmente più duro sino a questo momento non si è fatta attendere. Una portavoce dell’azienda spiega che Facebook “è molto allineata con il presidente sulla necessità di un discorso pubblico. Questo è il motivo per cui insieme agli altri 27 membri fondatori dell’Associazione Libra abbiamo fatto questo annuncio con largo anticipo, così da poter intraprendere un discorso costruttivo e ottenere feedback”.
I commenti di Powell su Libra hanno avuto anche una ricaduta sul prezzo dei Bitcoin, che è sceso del 7% durante le tre ore dell’intervento del chairman della Fed. I Bitcoin erano risaliti arrivando quasi a quota 14mila dollari e ha registrando un rialzo di oltre il 30% dal 18 giugno, quando Facebook aveva annunciato l’intenzione di lanciare Libra. A metà pomeriggio di mercoledì il bitcoin veniva scambiato a 12.268,99 dollari, in calo del 2,4%. Anche le azioni di Facebook hanno risentito delle dichiarazioni di Powell, sebbene abbiano in gran parte recuperato il valore perso sino a segnare un rialzo fino dell’1,3%, cioè 201,89 dollari per azione.
Dal punto di vista strettamente normativo, che sulle valute digitali è molto complesso e poco trasparente, non è chiaro però cosa la Fed potrebbe fare se volesse fermare o rallentare Libra o altre criptovalute oltre ad esercitare la sua “moral suasion”. A fine mese comunque i dirigenti di Facebook dovranno presentarsi davanti al Congresso per spiegare cosa vogliono fare più nel dettaglio con Libra e quali conseguenze ci saranno ad esempio per la privacy degli utenti. Secondo Maxine Waters, presidente del gruppo di lavoro del Congresso che si occupa di banche, “quel che Facebook sta pianificando solleva serie preoccupazioni per la privacy, il commercio, la sicurezza nazionale e la politica monetaria per i consumatori, gli investitori, l’economia americana e l’economia globale”.
Intanto la Fed ha istituito un gruppo di lavoro per seguire il progetto e si sta coordinando con altre banche centrali in tutto il mondo. Powell ha detto che, mentre da un lato sostiene con decisione l’innovazione finanziaria, dall’altro la scala enorme di Facebook mette fin da subito Libra in una situazione molto particolare e delicata: “Facebook ha un paio di miliardi di utenti, quindi penso che per la prima volta ci sia la possibilità di un’adozione davvero molto ampia di una criptovaluta. E quindi qualsiasi eventuale problema di Libra si presenterebbe subito a livelli di importanza sistemica anche solo a causa della mera dimensione di Facebook”.