LO STUDIO

Euro digitale, ok dai cittadini. A patto che sia sicuro ed economico

Un sondaggio realizzato dalla Bce evidenzia le caratteristiche che i consumatori dell’Eurozona si aspettano dalla nuova criptovaluta. Con il 43% dei pareri a favore, la tutela della privacy si conferma uno degli elementi di maggiore attenzione. Allo studio un piano voucher

Pubblicato il 14 Apr 2021

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I cittadini della zona euro si aspettano che la valuta digitale proposta dalla Banca centrale europea sia privata, sicura ed economica. A dirlo è un sondaggio realizzato dalla stessa Bce, che sta lavorando alla creazione di una forma elettronica di denaro per integrare banconote e monete nel tentativo di arginare la concorrenza delle criptovalute, a partire da Bitcoin, Ether e Diem, il progetto avviato da Facebook precedentemente noto come Libra.

Con una percentuale del 47% delle risposte dalla Germania (47%) i tedeschi si sono rivelati di gran lunga i più interessati al sondaggio online sull’Euro digitale: alle loro spalle l’Italia (15% delle risposte) e la Francia (11%). I risultati della consultazione pubblica – spiegano a Francoforte – hanno confermato, in generale, le indicazioni iniziali: “Ciò che il pubblico e i professionisti vogliono di più da una valuta digitale è la privacy (43%), seguita dalla sicurezza (18%), la capacità di effettuare pagamenti in tutta l’area dell’Euro (11 %), nessun costo aggiuntivo (9%) e la possibilità di un utilizzo offline (8%)”.

Un sondaggio per comprendere le esigenze degli europei

La consultazione è stata avviata il 12 ottobre 2020 e si è conclusa il 12 gennaio 2021, ricevendo oltre 8.200 risposte: una partecipazione record per una consultazione pubblica della Bce. La grande maggioranza degli intervistati era costituita da privati cittadini (94%). I restanti partecipanti erano professionisti, banche, fornitori di servizi di pagamento, commercianti e società tecnologiche. “Un Euro digitale può avere successo solo se soddisfa le esigenze degli europei”, afferma Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Bce. “Faremo del nostro meglio per garantire che un Euro digitale soddisfi le aspettative dei cittadini evidenziate nella consultazione pubblica”.

Se la privacy è la caratteristica più importante di un Euro digitale sia per i privati che per i professionisti, in particolare i commercianti e altre società, va sottolineato che meno di un decimo sostiene la necessità del completo anonimato. Forte la richiesta di servizi aggiuntivi oltre ai pagamenti digitali di base, mentre circa un quarto degli intervistati ritiene che una simile soluzione dovrebbe rendere i pagamenti transfrontalieri più rapidi ed economici, e non sono mancati i partecipanti che hanno espresso la richiesta di un utilizzo al di fuori dell’Eurozona, pur con precisi limiti.

I risultati della consultazione della Bce hanno mostrato inoltre che metà degli intervistati è favorevole all’introduzione di un limite al numero di euro digitali che ogni cittadino può possedere, o di una retribuzione graduale in cui i saldi al di sopra di una certa soglia sono penalizzati. Due terzi degli intervistati hanno affermato che il contante elettronico dovrebbe essere offerto da intermediari del settore privato e integrato nel sistema di pagamento esistente, mentre un quarto ha anche suggerito che dovrebbe essere offerto come “smart card” o mobile app, in modo da poterlo utilizzare negli acquisti offline.

Come si muoverà la Bce?

E’ di 5 anni l’orizzonte temporale per varare l’euro digitale. “Pensiamo sia possibile lanciare un euro digitale  entro 5 anni una volta presa una decisione definitiva”, afferma in audizione al Parlamento Europeo il membro del Comitato Esecutivo Bce Fabio Panetta ammettendo come altre banche centrali sono più in avanti su questa strada.

“La Cina è avanti, avendo iniziato nel 2013 mentre noi nel 2020”. Quanto alle forme di questa valuta elettronica, Panetta ha espresso la “possibilità di voucher anonimi da 50-100 euro che darebbero lo stesso anonimato del contante”. In ogni caso, ha aggiunto, “i cittadini capiscono che serve comunque una certa visibilità, gli utenti devono capire che serve un ‘do ut des’ fra privacy e mantenimento della stabilità”. L’introduzione di un euro digitale, ha sottolineato il banchiere italiano, “sarebbe una soluzione di backup in caso di malfunzionamenti in altre parti del sistema, offrendo una possibilità di pagamenti” ulteriore. Panetta ha spiegato infine che è stata presa in esame “la possiblità di uso dell’euro digitale anche in assenza di un conto bancario”.

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