L’euro digitale non porterà la Bce su una rotta di collisione con le banche commerciali che anzi, nelle intenzioni della banca centrale europea, saranno partner e non concorrenti. Lo ha detto in una intervista a Der Spiegel Fabio Panetta, membro del consiglio direttivo Bce e uomo di punta per il progetto dell’euro digitale, che, come anticipato nelle scorse settimane dalla presidente Christine Lagarde, potrebbe diventare realtà entro i prossimi cinque anni.
“Noi offriremo denaro sicuro, non servizi finanziari – ha spiegato Panetta – Offrire servizi finanziari è il ruolo delle banche commerciali. Sarebbe folle che lo facessimo noi. Le persone già oggi decidono se pagare con il contante, con le varie carte o online. In futuro avranno un’opzione digitale in più, se così vorranno”.
In concreto i cittadini europei potranno avere un conto in euro digitali direttamente presso la banca centrale europea ma con un limite di deposito che potrebbe essere fissato – ha detto Panetta – “ad esempio a 3mila euro, che è già una soglia superiore alle esigenze di cash della maggior parte delle persone”. Eventuali somme superiori a questa soglia potrebbero essere soggette a tassi di interesse passivi, in modo da renderle poco attraenti rispetto alle offerte delle banche commerciali. Tutti questi aspetti, ha precisato Panetta, sono tuttavia ancora oggetto di discussione.
“La nostra motivazione principale – ha detto – è la digitalizzazione del settore finanziario”. In quest’ottica, un euro digitale offrirebbe un mezzo di pagamento semplice, sicuro e affidabile che sarebbe a costo zero, assicurerebbe la protezione dei dati e sarebbe accettato in tutta l’eurozona.
Per l’introduzione dell’euro digitale “saranno necessari realisticamente 4 o 5 anni. Dovremo inoltre consultare le altre istituzioni e autorità europee. La Bce ha costituito un gruppo di lavoro con la Commissione europea”, ha spiegato Panetta.
“Non siamo in ritardo – ha aggiunto – stiamo procedendo al passo con le altre principali banche centrali. Il mercato si evolve rapidamente, ma noi dobbiamo essere certi al 100% di offrire un prodotto della massima qualità. E ciò richiede tempo”. In ogni modo, ha precisato, una sperimentazione simile a quella che sta conducendo la Banca centrale cinese “potrebbe essere una possibilità. Sarebbe certamente prudente sperimentare l’utilizzo dell’euro digitale in diverse città”.
All’inizio dell’estate – ha aggiunto Panetta – presenteremo i risultati della nostra analisi esplorativa al Consiglio direttivo della Bce, che deciderà se proseguire l’iniziativa. In caso di una risposta positiva, si darà avvio al lavoro volto a individuare l’ambito operativo e la soluzione tecnica da adottare per l’euro digitale. Ci vorranno almeno 18 mesi. Successivamente il Consiglio direttivo della Bce dovrà adottare un’altra decisione, al fine di avviare la fase realizzativa della soluzione prescelta”.
“I cittadini – ha detto ancora Panetta – usano sempre meno il contante ed effettuano sempre più pagamenti digitali, al supermercato come online. Oggi un europeo su due preferisce pagare con strumenti digitali, secondo una tendenza in atto da tempo e accelerata dalla pandemia. Oltre che il contante, i consumatori richiedono, in misura crescente, mezzi di pagamento digitali efficienti, in grado di garantire la riservatezza e utilizzabili ovunque nell’area dell’euro. Noi vogliamo essere pronti a rispondere tempestivamente a tale esigenza, che secondo gli esperti proseguirà, rafforzandosi”.
Sul funzionamento dell’euro digitale, Panetta non si sbilancia: “I dettagli non sono stati ancora definiti, abbiamo appena concluso la nostra consultazione presso il pubblico. Ma l’obiettivo di un eventuale euro digitale dovrebbe essere quello di fornire un’alternativa agli altri strumenti di pagamento digitali caratterizzata da semplicità, universalmente accettata, sicura e affidabile. E il contante non sparirebbe”.
La Bce non ha neanche deciso dei limiti agli importi di euro digitale che ciascuno può detenere. “In teoria no – spiega Panetta – Come per il contante e a differenza degli altri strumenti di pagamento, l’euro digitale rappresenterebbe un’attività dei risparmiatori nei confronti della banca centrale e non nei confronti di banche private. Tuttavia le banche ricoprirebbero un ruolo importante nella distribuzione, non dissimile da quanto accade per il contante, che i cittadini prelevano dagli Atm o dagli sportelli bancari”.