Il segnale politico è chiaro: bisogna rispettare le regole ma non tocca al governo farlo in ambito finanziario. È il ministro delle Finanze uscente, perché il governo di Theresa May è dimissionario, ad aprire a Mark Zuckerberg dopo che nelle scorse settimane non c’è stato ente o ministero con competenze economiche e finanziare che non abbia avanzato riserve e inviti alla prudenza o a maggiore attenzione riguardo al progetto di Facebook di lanciare Libra, la criptovaluta accanto alla quale Zuckerberg vuole anche inserire Calibra, il suo wallet digitale che potenzialmente potrebbe gestire i soldi di due miliardi di persone.
Insomma, secondo il ministro Hammond sono i regolatori dei mercati, non il potere esecutivo, che dovrebbero decidere se Facebook ha bisogno di una licenza bancaria per lanciare la nuova moneta digitale Libra. Hammond è intervenuto ieri affermando che il governo britannico si “attiverà” per quanto riguarda Libra, ma che non tenterà di fermare la criptovaluta.
Questa settimana negli Usa alcune commissioni di Senato e Camera dei rappresentati dovremmo esaminare la criptovaluta proposta da Facebook e soprattutto si chiederanno che tipo di impatto potrebbe avere sulla vita dei consumatori, sugli investitori e in generale sul sistema finanziario degli Stati Uniti.
Secondo Facebook la sua valuta digitale è la soluzione ideale per centinaia di milioni di persone che nel mondo sono senza accesso ai servizi bancari. Libra viene anche vista come uno strumento capace di generare forti utili per Facebook, che potrebbe competere con il mercato multimiliardario delle rimesse degli emigrati.
La politica in generale, tuttavia, non è d’accordo su come muoversi. Il presidente Usa Donald Trump ha recentemente dichiarato su Twitter che Facebook avrebbe bisogno di una licenza bancaria per gestire la valuta.
Ma ieri, parlando sul podcast “Squawk Box”, il ministro delle Finanze britannico, Philip Hammond, ha dichiarato che richiedere a Facebook di diventare una banca è una decisione che non dovrebbe essere presa dal potere esecutivo.
«Questo – ha detto Hammond – è un problema per i regolatori e le autorità di mercato. Abbiamo un sistema normativo indipendente proprio per questo motivo. E Libra è in buona sostanza un problema da risolvere da parte dei regolatori, non per i politici».
Il governo britannico ha preso una decisione di impegnarsi l’idea di criptovaluta dietro Libra, affermando che se correttamente regolata potrebbe essere “una cosa molto positiva”, ha detto Hammond. Che ha aggiunto: «Non faremo finta di niente né cercheremo di fermarlo. Cercheremo di lavorare con altri soggetti per assicurarci che venga regolato efficacemente».
Tuttavia secondo Hammond, senza un adeguato controllo, la proposta di Facebook potrebbe introdurre “un grande rischio” nel sistema finanziario in quanto potrebbe essere rapidamente adottato come strumento per chi ricicla denaro e chi sponsorizza il terrorismo. Hammond considera Libra diverso dai Bitcoin – la criptovaluta più famosa al mondo – perché le due monete hanno strutture di proprietà contrastanti.