Il fintech è una grande opportunità per l’Italia ma le banche devono investire di più. È questo il “succo” dell’audizione del vice dg di Bankitalia, Fabio Panetta, davanti alla commissione Finanze della Camera. “Il fintech è un’opportunità per l’intera economia – ha detto Panetta – e potrà contribuire allo sviluppo del credito non bancario, colmando così una grave lacuna del nostro mercato dei capitali”. In questo contesto “le istituzioni pubbliche hanno il compito, non agevole, di adeguare il sistema normativo alla trasformazione tecnologica in atto garantendo la stabilità del sistema e la tutela della clientela”. Per questo occorre “interrogarsi sulle scelte regolamentari”.
Panetta ha spiegato come vadano evitati “gli arbitraggi normativi” fra Paesi con un “approccio europeo e uno stretto coordinamento fra autorità”. Inoltre occorre evitare “una regolamentazione ridondante che finirebbe per frenare l’innovazione”. Quindi, per il vice dg di Bankitalia, “una regolamentazione ad hoc per il fintech non risponderebbe a criteri di efficacia in quanto le imprese innovative svolgono funzioni diverse tra loro e per lo più riconducibili ad attività già disciplinate da norme specifiche”.
Non va sottovalutato l’impatto che le finanza tech ha sulla mediazione creditizia tradizionale. “La concorrenza delle aziende fintech sta già iniziando a intaccare i margini dell’attività bancaria tradizionale – ha avvertito Panetta – Nel prossimo decennio secondo una stima, i nuovi operatori potrebbero erodere 60% dei profitti che le banche ottengono dall’attività al dettaglio”. Ecco perché le banche italiane, ancora indietro sugli investimenti nel confronto europeo, devono rilanciare e mettere in campo risorse “in maniera ingente per competere sul mercato”.
Ma a che punto è l’Italia rispetto al resto d’Europa? Secondo un’indagine condotta da Banca d’Italia e alle informazioni disponibili sul complesso dell’Unione europea “si stima che nel nostro Paese gli investimenti Fintech non supererebbero il 5% di quelli totali effettuati in Europa”, ha detto il manager. “Si tratta tuttavia di dati in rapida e continua evoluzione, che potrebbero cogliere in maniera solo parziale i fenomeni in atto”. La debolezza degli investimenti fintech in Italia, prosegue Panetta, “risente di più fattori. Innanzitutto le banche si stanno liberando solo ora della zavorra accumulata nei durissimi anni di recessione economica e dispongono quindi di disponibilità limitate. Per di pìù, il costo necessario per integrare le innovazioni tecnologiche con i sistemi elettronici preesistenti è elevato. Pesa inoltre il basso grado di digitalizzazione del Paese rispetto al resto d’Europa. Infine, il livello contenuto degli investimenti riflette l’incertezza sull’evoluzione del mercato”. Secondo i dati di Bankitalia le grandi banche stanno avviando progetti per un valore complessivo di 120 milioni.
E in questa disruption Bankitalia intende svolgere un ruolo centrale. “Abbiamo attivato stamani il nostro innovation hub, denominato Canale Fintech. Si tratta di uno spazio sul nostro sito web dedicato a queste tematiche – ha annunciato Panetta – Si intende favorire il confronto con gli operatori di mercato, rendendo disponibile un percorso facilmente accessibile e un contesto proattivo”. Canale Fintech rappresenta il punto di contatto dell’Istituto per indirizzare le imprese che intendono realizzare progetti industriali innovativi, svolgendo un esame delle proposte presentate e valutando gli aspetti di competenza dell’Istituto, fornendo una specifica risposta a ciascuna istanza degli operatori.
“Canale Fintech – spiega Panetta – potrà contribuire a creare un contesto in grado di favorire la scelta dell’Italia quale luogo di insediamento di aziende innovative; si tratta di un obiettivo che richiede uno stretto coordinamento tra tutte le autorità nazionali in campo finanziario. “In questa direzione – rileva – vanno le iniziative promosse dalla Banca d’Italia al fine di migliorare il dialogo con gli operatori interessati a prestare servizi bancari e finanziari in Italia; stiamo per pubblicare sul nostro sito Internet linee guida, sotto forma di Frequently Asked Questions in italiano e in inglese) in materia di accesso al mercato. L’obiettivo è quello di facilitare gli operatori , compresi quelli fintech, che intendono chiedere alla Banca d’Italia l’autorizzazione per l’esercizio di attività riservate”.