L’Eurozona avrà l’euro digitale e sperabilmente non ci vorranno più di cinque anni. L’annuncio è della presidente della Bce Christine Lagarde, nel suo intervemto al forum Reuters sul futuro dell’Eurozona dopo la fine della pandemia.
“Nel mondo del fintech le cose si muovono a grandissima velocità – ha spiegato Lagarde – quindi dobbiamo essere pronti ma avendo sempre in primo piano la sicurezza. Guardando alle esperienze nel resto del mondo, in Cina, dove sono in corso esperimenti su ‘scala cinese’, ci sono voluti cinque anni dal primo progetto ad oggi. Quindi per quanto ci riguarda non avverrà domani, ci vorrà del tempo ma avremo l’euro digitale che non soppianterà ma affiancherà le banconote. E spero che non ci vogliano più di cinque anni ma chissà dove ci porterà la continua accelerazione che c’ènel mondo fintech. Di sicuro l’euro digitale risponde alla forte domanda che c’è da parte dei cittadini europei“.
Lagarde ha però avvertito circa la necessità di regolamentare le criptovalite a livello internzionale. Occorre concordare a livello globale una regolamentazione delle criptovalute e suonando una nota di allarme sull’estrema volatilità del bitcoin – ha sottolineato – un asset altamente speculativo e nel quale l’utilizzo per attività di riciclaggio è considerevole”.
La strategia della Bce sull’euro digitale
Lo scorso 22 settembre la Banca centrale europea ha registrato presso l’Ufficio per la proprietà intellettuale della Ue il marchio “Digital Euro”. Si tratta del primo passo verso la creazione di una valuta digitale che affianchi o che, potenzialmente, sostituisca, l’euro cartaceo e in moneta.
In audizione davanti alla Commissione Econ del Parlamento europeo Fabio Panetta, membro del board della Bce, ha detto che l’Europa deve farsi trovare “pronta” con “una forma di denaro emesso dalla banca centrale che andrebbe a complementare, non a sostituire, il contante“.
Nel suo intervento (qui la versione integrale), Panetta ha sottolineato che in questo momento la Bce è in una fase di “ascolto e sperimentazione” sulla moneta digitale europea che coincide con il lancio di una consultazione pubblica da parte della Bce per interpellare tutte le parti interessate, cittadini compresi.
“Oggi all’Ue manca una moneta digitale emessa dalla Banca centrale europea e che possiamo utilizzare per le nostre transazioni quotidiane, come l’e-commerce”, ha detto Panetta. “L’euro digitale colmerebbe questa lacuna”. Sarebbe “una forma elettronica di moneta della banca centrale accessibile a tutti i cittadini e alle imprese; in altre parole, un equivalente digitale delle banconote in euro. Fornirebbe un accesso gratuito a un mezzo di pagamento digitale semplice, sicuro e affidabile, accettato in tutta l’area dell’euro”.
Tra i valori aggiunti dell’euro digitale, ha proseguito Panetta, c’è la semplificazione: un euro digitale dovrebbe essere progettato per essere facile da capire, facile da usare e facile da trasferire per tutti i gruppi sociali.
Ma soprattutto,” l’euro digitale aumenterebbe la privacy nei pagamenti digitali grazie al coinvolgimento della banca centrale, che – a differenza dei fornitori privati di servizi di pagamento – non ha interessi commerciali legati ai dati dei consumatori”.
Allo stesso tempo, i pagamenti in un euro digitale, proprio come qualsiasi forma di pagamento, dovranno rispettare le norme sulla lotta al riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo e l’evasione fiscale.
Moneta virtuale, la corsa della Cina
Il governo di Pechino sta sperimentando una versione digitale dello yuan o renminbi, la moneta nazionale. Lo scorso novembre lametropoli hi-tech di Shenzhen è stata protagonusta del più grande test fatto finora sul suo utilizzo. A 50mila volontari sono stati distribuiti 200 yuan, circa 30 euro, in valuta virtuale emessi per testare il funzionamento della nuova valuta non più ancorata a corrispettivi in cartamoneta.
Lo yuan digitale è emesso e gestito dalla Banca centrale cinese e mira, nel lungo periodo, a sostituire la valuta fisica ufficiale.
Il prossimo passo sarà lanciare una piattaforma di innovazione fintech per permettere alle imprese private e ad altre istituzioni di partecipare ai progetti di sviluppo del mondo reale o del mercato dei capitali che mirano a aumentare l’adozione della moneta virtuale.