L’integrazione tra Nexi e Nets è una prospettiva sempre più concreta. Le due società infatti hanno siglato l’accordo vincolante per la fusione, che una volta arrivata al closing farà nascere una realtà dei pagamenti che conterà su ricavi con aggregati pro-forma 2020 per 2,9 miliardi di euro, ebitda a 1,5 miliardi e operating cash flow di 1,2 miliardi, con il nuovo soggetto che rimarrà quotato nel listino di Borsa Italiana. All’annuncio dell’intesa, questa mattina in avvio il titolo di Nexi ha aperto in rialzo con il +3,2%.
Secondo le stime previste dall’accordo l’operazione porterà a sinergie per 170 milioni annui a regime, ai quali si aggiungerebbero i 150 milioni di euro di sinergie derivanti dall’operazione con Sia. Si attende ora il voto dell’assemblea straordinaria, che nel primo trimestre del 2021 dovrà approvare l’operazione attraverso il meccanismo del “whitewash”.
Il merger sarà portato a termine, secondo i piani, con uno scambio di azioni: gli azionisti di Nets riceveranno 406,6 milioni di nuove azioni Nexi, che equivalgono a una quotazione azionaria proforma del 39% nella nuova entità Nexi-Nets e pari al 31% se si considera la combinazione Nexi-Nets.Sia.
Ne deriva che la valutazione di Nets è di 7,8 miliardi in termini di enterprise value. L’accordo, spiega la nota che annuncia l’operazione, prevede un potenziale earn-out fino a 250mln, da pagare con nuove azioni Nexi nel 2022, legato all’ebitda 2021. Al closing della fusione con Nets, Hellman & Friedman deterrà una quota nell’entità pro-forma del 21% , Advent International & Bain Capital del 13% , Mercury UK del 12%, Intesa Sanpaolo del 6%, Gic Private Equity del 4% e il flottante sarà del 44%. Una volta che saranno arrivate a conclusione entrambe le operazioni in corso, quella con Nets e quella con Sia, nelle mani di Cdp ci sarà una quota nell’entità pro-forma del 17%, mentre Hellman & Friedman avrà il 16% , Advent International & Bain Capital il 10%, Mercury UK il 10% , Intesa Sanpaolo il 5%, Gic il 3%, con un flottante del 38%25 circa.
Per realizzare l’operazione, si legge ancora nel comunicato – non sarà necessario ricorrere a nuovo indebitamento finanziario: al closing si prevede che Nets avrà un indebitamento da rifinanziare pari a circa 1,5 miliardi, per il quale è già garantito un finanziamento bridge da primarie banche internazionali.
“Nexi conferma il proprio impegno a mantenere una struttura di capitale prudente e una politica finanziaria coerente con tale struttura” spiega ancora la nota, sottolineando che il supporto degli azionisti verso l’operazione consentirà per i soci Nets un meccanismo di lock up con un terzo delle nuove azioni Nexi detenute “bloccate” per 6 mesi, un terzo per 12 mesi e un terzo per 24 mesi.
A confermare il via libera degli investitori c’è anche la posizione di Intesa Sanpaolo, uno dei principali azionisti di Nexi e partner chiave di Nexie Nets, che ha espresso pieno supporto al merger considerato strategica.
Una volta che l’operazione sarà stata portata a termine a presidere il Cda del nuovo gruppo sarà Michaela Castelli, oggi presidente di Nexi, con Paolo Bertoluzzo che rimarrà Ceo. Bo Nilsson, attuale Ceo del gruppo Nets, siederà nel Cda di Nexi come membro non-esecutivo del Consiglio di Amministrazione e assumerà la carica di presidente di Nets. Quanto ad Hellman & Friedman, nel nuovo assetto nominerà anche un altro membro del Cda una volta effettuato il closing.
“Questo nuovo gruppo sarà esposto e nella posizione di catturare ulteriori opportunità di M&A”, ha detto il Cfo di Nexi Bernardo Mingrone presentando l’operazione agli analisti, individuando i tre comparti in cui potrebbero realizzarsi eventuali nuove operazioni: portafogli merchant di terzi, asset di pagamento di istituti bancari, soluzioni tecnologiche e nuovi prodotti.
“Stiamo creando una Nexi più forte con un maggiore potenziale di crescita e una maggiore resilienza – afferma Paolo Bertoluzzo – Grazie all’operazione appena annunciata, che segue il recente accordo per la fusione con Sia, nasce la PayTech leader a livello europeo con scala e competenze uniche per servire al meglio tutti i clienti del nuovo Gruppo in Europa: dai cittadini agli esercenti, dalle banche partner alle aziende, dalla Pubblica Amministrazione alle istituzioni. Nexi avrà la possibilità di svilupparsi in un mercato quattro volte più grande di quello attuale e ancora sotto-penetrato e con tassi di crescita a doppia cifra”. “Il nuovo gruppo – prosegue Bertoluzzo – con una presenza in oltre 25 paesi, potrà agire come motore del cambiamento digitale in Europa e contribuire in modo fondamentale alla transizione al cashless. Le persone di Nexi, insieme con i nostri azionisti di riferimento, sono al contempo fortemente motivate dalla visione del nuovo gruppo e fortemente impegnate nel perseguire questo nuovo importante passo in avanti nel nostro percorso di creazione di valore. Siamo felici di unire le nostre forze con un team di grande talento come quello di Nets, che sta portando avanti in maniera efficace la trasformazione del proprio gruppo. La combinazione di professionisti altamente qualificati e motivati da una grande passione come quelli del nuovo gruppo ha tutto il potenziale necessario per guidare il processo d’innovazione nel settore dei pagamenti in Europa negli anni a venire”.
“L‘operazione rappresenta un importante traguardo nel percorso di Nets per diventare un campione dei pagamenti in Europa, dal nostro inizio come player locale in Danimarca e Norvegia alla nostra evoluzione come operatore interamente dedicato ai pagamenti a livello europeo – aggiunge il Ceo di Nets, Bo Nilsson – Grazie alla costante innovazione e al grande sforzo dei nostri colleghi, Nets ha cambiato il panorama dei pagamenti nei paesi del Nord Europa così come nel resto del continente, creando soluzioni sempre a più alto valore aggiunto per i propri clienti e stakeholder. Siamo entusiasti di poter unire le nostre forze con quelle di Nexi, con cui potremo insieme rappresentare un punto di riferimento per l’industria dei pagamenti e cogliere nuove opportunità di crescita in modo trasversale nel settore grazie alla nostra presenza in mercati strutturalmente attraenti come Germania, Austria e Svizzera, così come in un mercato in veloce crescita come la Polonia. La Danimarca e i paesi del Nord Europa – conclude – rimangono aree di focus importanti per il gruppo, facendo leva sull’esperienza che Nets ha sviluppato nel servire una delle regioni d’Europa più avanzate da un punto di vista digitale. L’annuncio di oggi è un‘attestazione delle capacità e dell’impegno di tutti i nostri colleghi di Nets”.
Focalizzando l’attenzione sulle attività del gruppo Nets, il cfo Bernando Migrone ha illustrato che i ricavi della società danese derivano per il 68% dai Paesi dell’Europa settentrionale (Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania) e in secondo luogo (20%) dai Paesi di lingua tedesca, in particolare dalla Germania. Il 62% dei ricavi di Nets inoltre deriva dai servizi di merchant con una clientela composta per il 54% da pmi, per il 19% dalle grandi imprese e per il 21% dall’ecommerce. La restante parte di fatturato (38%) deriva dall’attività di emissione di carte e dai servizi di sicurezza sui pagamenti.