Cifre da primato per una crescita record. Con un incremento dei ricavi del 17% nell’ultimo anno e con i numeri di tutti i servizi offerti a imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini in continuo aumento, Cbi conferma la sua leadership. La società, che sviluppa un ecosistema per banche e fintech, infrastrutture e servizi innovativi in ambito pagamenti digitali, open banking e open finance, consolida il proprio ruolo di supporto dell’intera comunità finanziaria italiana, cinghia di trasmissione e motore trainante per la modernizzazione del nostro Paese.
Da oltre vent’anni, Cbi (società partecipata da circa 400 banche e altri intermediari) permette alle imprese la gestione della tesoreria aziendale, con funzioni evolute di incasso, pagamento, informative e di fattura elettronica nonchè sviluppa servizi evoluti in ambito pagamenti digitali e open finance.
Check Iban, balzo storico
Straordinari i risultati del servizio Check Iban, che consente di verificare in tempo reale la corretta associazione tra codice Iban e Partita Iva, riducendo il rischio di frode nei pagamenti. Con oltre 2,5 milioni di verifiche, nel 2022 ha messo a segno una crescita esponenziale di oltre il 300.000% rispetto al 2021.
Servizio Cbill, più 70%
Vola anche il servizio Cbill, che ha avuto un incremento nel 2022 del 70% rispetto al 2021. Utilizzato da 11 milioni di cittadini, con oltre 200 milioni di pagamenti tra bollettini, assicurazioni, tasse, tributi, bolli auto e altri avvisi pagoPa. Un successo, con 180 biller privati e 21.000 enti pubblici, che gli è valso il premio “Migliori in Italia – top servizio pagamenti smart” per il secondo anno consecutivo.
Performance al top
Non sono da meno le performance della piattaforma Cbi Globe che facilita l’interconnessione tra prestatori di servizi di pagamento e fintech, sia per rispondere alla compliance con la normativa europea sia per assumere un ruolo attivo in ambito open banking. Aggregando la maggior parte dell’industria bancaria italiana (80%) e interagendo con oltre 200 terze parti, la piattaforma Cbi Globe nel 2022 ha avuto circa 500 milioni di invocazioni (+150% rispetto al 2021).
Trend positivo anche per il servizio Cbi: lo utilizzano 3 milioni di imprese e le fatture elettroniche transitate sono state circa 5 milioni.
La corsa verso i pagamenti digitali
“I risultati di Cbi – sottolinea il direttore generale Liliana Fratini Passi – confermano il consolidamento di abitudini e trend di comportamento emersi e affermatisi già durante la pandemia: uno slancio sempre più forte verso i pagamenti digitali a cui si affianca la continua ricerca di servizi declinati su specifiche tipologie di target, sia corporate che retail, nonché capaci di prevenire rischi e frodi sempre più insidiosi per la clientela”.
Nuovi servizi in nome della sicurezza
Forte dei risultati conseguiti, Cbi punta anche su servizi innovativi in grado di supportare il processo di digitalizzazione di intermediari, pubblica amministrazione e corporate. Primo fra tutti Check Iban cross border, abilitato anche attraverso la partnership internazionale con Surepay, che amplia a livello europeo il servizio di verifica dell’Iban con partita Iva/codice fiscale del destinatario.
Secondo, il database fatture anticipate per mitigare il rischio di frode attraverso un controllo sulle fatture oggetto di cessione e anticipo da parte degli intermediari. La soluzione ha raccolto l’interesse dell’80% del mercato bancario e di oltre il 90% degli operatori del factoring.
Terzo, il servizio di smart onboarding Cbi Go che consente agli utenti di trasferire agevolmente i propri dati, autorizzando l’intermediario con cui intrattengono un rapporto di conto corrente, a trasferire i dati alle aziende che richiedono compilazioni di form online, abbonamenti e altra documentazione.
Infine Name Check: il servizio consente di verificare in real-time la corretta associazione tra il nominativo/denominazione del beneficiario di un pagamento e il relativo codice Iban anche in ambito cross border.
Il futuro è l’open finance
“In Italia, negli ultimi anni sia l’open banking che l’open finance stanno avendo un forte impatto sul mercato”, spiega Fratini Passi. E aggiunge che, secondo la Banca d’Italia, il mercato italiano dell’open banking conta 377 Aspsp e 85 operatori attivi in qualità di terza parte (di cui 39 italiani), che per la maggior parte hanno integrato soluzioni di tipo personal finance management. Spiega ancora Fratini Passi: “L’open finance è uno dei driver – assieme alle valute digitali delle Banche centrali e alle criptovalute del settore privato – che impatteranno maggiormente il settore finanziario internazionale nei prossimi anni”.
Cbi diventa società benefit: più green e più social
Intanto, l’assemblea dei soci ha dato il via libera alla modifica dello statuto di Cbi trasformandola in società benefit per rafforzare il suo impegno nel percorso di sostenibilità verso gli obiettivi europei di neutralità climatica e nazionali di transizione green. Ma anche affiancando al suo oggetto sociale alcune importanti finalità di beneficio comune: la costruzione di una cultura aziendale che valorizzi l’inclusione e i talenti dei singoli; così come l’interconnessione di persone, aziende e pubblica amministrazione in un ecosistema digitale interdipendente volto all’inclusività finanziaria e favorendo una crescita economica, sociale, culturale ed etica per il benessere condiviso della comunità.
“Siamo orgogliosi – evidenzia Fratini Passi – di poter proseguire il percorso di sviluppo di Cbi verso la necessità di coniugare gli interessi economici con quelli del benessere collettivo”.