La Russia risponde alle sanzioni occidentali anche con l’accelerazione del progetto per il rublo digitale: il “pilota” partirà ad aprile 2023, quando la divisa nazionale in formato elettronico comincerà ad essere sperimentata con clienti reali e per transazioni reali. Lo ha annunciato la Banca centrale della Federazione russa, sottolineando che il programma verrà portato avanti in tempi più rapidi di quanto inizialmente previsto.
Le sanzioni occidentali hanno tagliato la Russia fuori da grandi porzioni del sistema finanziario globale e Mosca cerca vie alternative per effettuare i pagamenti sia sul mercato domestico che su quello estero.
La risposta della Banca centrale alle sanzioni occidentali
Il progetto del rublo digitale era in realtà stato presentato già a dicembre del 2021, ma lo scorso aprile Mosca ha dato ulteriore impulso all’iniziativa indicando che nel 2023 sarebbe stata in grado di effettuare alcuni pagamenti internazionali con la sua valuta elettronica.
Nabiullina ha anche detto che la Russia vuole allargare il numero di Paesi che accettano le carte bancarie Mir della Banca centrale russa come alternativa a Visa e MasterCard che, come molte altre aziende occidentali, hanno interrotto le operazioni nel Paese dopo l’invasione dell’Ucraina.
Mir e la cinese UnionPay sono tra le poche opzioni rimaste ai russi per effettuare pagamenti all’estero dopo che la Russia è stata isolata dal sistema interbancario Swift.
Il rublo si apprezza su dollaro ed euro
Intanto il rublo continua a rafforzarsi sul dollaro e l’euro: la divisa russa viene scambiata a 56,9 sul biglietto verde (+2,8%) e a 60,8 sulla moneta unica.
“Questo processo di rafforzamento continuo del rublo è senza dubbio un tema che richiede un’attenzione particolare“, ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aggiungendo che l’argomento è stato affrontato in “tutti gli incontri dedicati alle questioni economiche”. “La stabilità macroeconomica è assicurata”, ha detto ancora.
All’inizio della settimana la valuta russa ha raggiunto il livello più alto da quattro anni contro il dollaro, beneficiando anche dell’apertura di conti in rubli da parte di un gran numero di società straniere clienti di Gazprom per pagare i loro acquisti di gas, nonostante l’Unione europea abbia segnalato, a più riprese, che questo meccanismo equivale ad aggirare le sanzioni.
Vladimir Putin ha presentato il rafforzamento del rublo come una prova della resistenza della Russia alle sanzioni occidentali, anche se priva il bilancio di parte delle sue entrate e grava sulle esportazioni.
La Banca centrale della Russia ha, infine, annunciato una riunione straordinaria per valutare il livello del tasso di interesse chiave. L’istituto ha riferito che le aspettative inflazionistiche diminuiscono e un rublo più forte frena la crescita dei prezzi. Al momento il tasso di inflazione previsto per i prossimi 12 mesi è dell’11,5%. La banca centrale ha tagliato i tassi di interesse due volte, ogni volta di 300 punti base, portandoli al 14%, dopo il rialzo d’emergenza di fine febbraio al 20%. Secondo gli analisti, i recenti dati sull’inflazione le consentono un’ulteriore riduzione dei tassi per sostenere l’economia colpita dalle sanzioni occidentali.