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Scivolone bitcoin: crolla sotto 8.000 dollari

Perdita del 12%. In calo anche Ripple, Ether e Litecoin che vanno giù del 18%. Pesa la “minaccia” regolatoria da parte di governi e banche centrali

Pubblicato il 02 Feb 2018

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Nuovo scivolone per il Bitcoin che scende fin sotto la soglia degli 8.000 dollari. La criptovaluta perde il 12% e cala a 7.982 dollari, il livello più basso a dal 24 novembre. In caduta libera anche le monete rivali Ripple, Ether e Litecoin che vanno giù del 18%.

Come preannunciato da CoinDesk gennaio è stato il mese peggiore degli ultimi tre anni per la criptovaluta. La causa principale del declino è rappresentata dal giro di vite regolatorio di diversi governi, tra cui gli Stati Uniti. La Securities and Exchange Commission ha appena bloccato la raccolta fondi da 600 milioni di dollari in bitcoin fatta da AriseBank, una banca con sede a Dallas che gestisce oltre 700 criptovalute.

Di necessità regolatoria ha parlato nei giorni scorsi anche il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. “Il sistema delle criptovalute va regolato e le Banche centrali si stanno attrezzando per farlo, per evitare lo scoppio di bolle – ha detto Padoan, intervenendo a un convegno organizzato da Enel Foundation e Aifi – La blockchain è una tecnologia e un conto è la tecnologia, un conto è l’uso che se ne fa. La tecnologia da sola non crea bolle. Tutto questo sistema dovrà essere regolato – le banche centrali si stanno attrezzando e stanno valutando se emetterne (di criptovalute ndr) – in modo da evitare bolle, che poi esplodono e fanno danni”, ha spiegato Padoan.

Anche gli esperti di economia riuniti a Davos per il World economic forum hanno messo in guardia sulla bolla speculativa legata alle monete come bitcoin. Bocciatura completa arriva dall‘economista premio Nobel Joseph Stiglitz, intervistato da Bloomberg Tv a margine del Wef, secondo cui bitcoin non ha alcuna funzione utile, a parte l’elusione della legalità, e deve essere dichiarato fuori legge. “Abbiamo già un buon mezzo di scambio che si chiama dollaro, perché le persone vogliono i bitcoin? Per garantirsi l’anonimato”, ha detto Stiglitz.

Anche per la diffusione dei pagamenti digitali, che già molte banche adottano, non c’è bisogno del bitcoin, secondo il premio Nobel: “La mia sensazione è che, una volta regolamentato, e ostacolate quindi le attività illegali come il riciclaggio, la richiesta di bitcoin crollerebbe: regolarlo per impedire gli abusi significherebbe cancellarne l’esistenza”.

La Commissione europea condivide l’allarme sul possibile utilizzo delle valute digitali per il riciclaggio di denaro, oltre che sui potenziali rischi per la stabilità finanziaria: ai margini del vertice Ecofin di Bruxelles, il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, responsabile dell’euro e della stabilità finanziaria, ha invitato gli Stati membro a recepire il prima possibile le regole europee contro il riciclaggio di denaro. “Le regole che abbiamo concordato a dicembre metteranno lo scambio di criptovalute e i fornitori di servizi di custodia nell’ambito della sorveglianza antiriciclaggio: questo significa meno anonimato, più tracciabilità. Esortiamo tutti gli Stati membri a trasporre queste norme nelle rispettivi ordinamenti il più rapidamente possibile”, ha affermato Dombrovskis.

Dombrovskis ha annunciato che la Commissione Ue aprirà presto un tavolo con tutte le parti interessate per fare il punto sulle criptovalute e prendere “rapidamente” delle decisioni. Per ora al centro dell’attenzione c’è la difesa dei consumatori, ma l’attenzione dell’esecutivo Ue potrebbe allargarsi alla vigilanza sui comportamenti illegali, in particolare il riciclaggio di denaro, e all’adeguamento dei sistemi d’allarme per la stabilità finanziaria.

La Russia invece brucia tutti su tempo. Il ministero delle Finanze ha preparato un disegno di legge che regola l’emissione e la circolazione di criptovalute. Lo ha reso noto lo stesso ministero sul suo sito internet. L’intenzione è quella di consentire la vendita e l’acquisto monete digitali attraverso società ad hoc; è escluso però che token o monete digitali vadano a rimpiazzare il rublo. Oltre a ridurre il rischio di frodi, il governo mira a tassare le criptomonete per andare a rimpinguare il bilancio pubblico.  Il governo vuole ridurre il rischio di frodi e rendere possibile una tassazione sulle le transazioni di “cryptocurrencies”, utile per puntellare il bilancio pubblico.

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