Una alleanza di piccoli e grandi brand di elettronica di consumo ha inoltrato alla Commissione Europea una richiesta per sostenere l’obbligatorietà delle Green Label come unica via per rendere più sostenibile il settore digitale. L’obiettivo finale è quello di unificare a livello globale la metodologia del ciclo di vita del prodotto, non solo per le grandi aziende, ma anche per le Pmi.
Gli obiettivi dell’alleanza
La cordata One Green Label Digital (i cui firmatari sono attualmente Trust, FairPhone KlikAanKlikUit, Pogs, Climate, Mediamarkt, Re!commerce, Remarketed, Proximus, Hedgehog, Bol.com, ReWare, Fresh n Rebel, WorldWatchers, WeTell, Upcycle, Panzer Glass, Commown, Omocom, Sdia, Casey M) intende intercettare l’iniziativa che nei prossimi giorni vedrà impegnate le istituzioni di Bruxelles: il 30 marzo 2022 la Commissione europea presenterà infatti una proposta legislativa per l’inclusione di regole uniche sull’etichettatura dell’impatto ambientale di un prodotto. La Commissione sta cercando di utilizzare il metodo di valutazione del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, Lca) e in particolare l’impronta ambientale del prodotto. Non si sa ancora però, se la Commissione europea renderà la valutazione e l’etichettatura dell’impatto ambientale dei prodotti obbligatoria o volontaria.
All’inizio della settimana il partito politico olandese GroenLinks ha chiesto così al Parlamento europeo valutazioni d’impatto ed etichette ambientali obbligatorie, citando la coalizione One Green Label Digital, che il 30 marzo chiederà ancora una volta alla Commissione europea di rendere obbligatoria l’etichettatura, come esempio concreto di impegno in questo senso.
“Crediamo che l’etichettatura obbligatoria dell’impatto ambientale sia possibile e necessaria per rendere la transizione digitale sostenibile, permettere ai consumatori e alle imprese di fare scelte sostenibili informate in un modo che sia verificabile, comparabile e affidabile, creare un campo di gioco equo per le imprese che mirano a diventare sostenibili”, ha commentato Rogier Volmer, Ceo di Trust International.