L’emergenza climatica globale è una questione da affrontare in modo sempre più urgente. L’Ipcc (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) a marzo 2022 ha diffuso il suo report dedicato alla mitigazione del rischio climatico ed ha ammonito sul grave ritardo nel percorso di abbattimento delle emissioni: ciò che sarà fatto nel decennio in corso sarà decisivo per poter mantenere l’obiettivo di contenimento delle temperature medie globali entro gli 1,5°C rispetto all’era preindustriale, stabilito con gli accordi di Parigi.
Le aziende protagoniste della trasformazione digitale
In questo contesto nessuno può evitare di impegnarsi: tantomeno le aziende protagoniste della trasformazione digitale e tecnologica che rappresenta una leva fondamentale, insieme al cambiamento sociale e dei comportamenti, per attuare le azioni necessarie, tra cui spiccano per potenziale di impatto l’efficientamento energetico di edifici, trasporti, industrie e l’elettrificazione basata su fonti di energia pulita.
Cisco net zero company entro il 2040
In Cisco questo impegno si è trasformato in un percorso misurabile e molto concreto, avviato fin dal 2008, che nel settembre 2021 ha avuto un momento fondamentale quando è stato dichiarato pubblicamente l’obiettivo di diventare una realtà net-zero entro il 2040 considerando le emissioni dirette ma anche quelle indirette – ad esempio quelle generate dall’utilizzo e dal ciclo di vita complessivo dei prodotti tecnologici, e quelle legate alla supply chain – che rappresentano, in realtà, la quota parte più elevata in assoluto dell’impronta di CO2 per l’azienda e per il settore IT in generale.
La chiave di volta per raggiungere il target sarà un approccio sistematico e capillare per rendere via via più circolare e sostenibile l’IT che Cisco produce e commercializza, affiancato a una decisa azione di filiera per coinvolgere l’intera catena del valore in un progetto che moltiplichi il potenziale trasformativo dell’IT per rendere più sostenibili tutti gli altri settori e attività.
“Green IT e IT for Green” sono i binari su cui procedere in questo viaggio, che non può che essere un’impresa collettiva.
Green IT
Il digitale in sé rappresenta circa il 2,5% delle emissioni di gas serra globali e le tecnologie più recenti, come l’intelligenza artificiale e l’Internet of things, hanno un impatto che ancora deve essere pienamente compreso; riguardo alla capacità di abbattimento di emissioni in altri settori, in vari studi emerge che il contributo dell’IT alla riduzione complessiva di tutte le emissioni potrebbe arrivare al 15-20% del totale.
Per sviluppare al meglio l’azione di sostenibilità in Cisco abbiamo creato un framework di sostenibilità IT che ci guida nelle nostre azioni, tenendo conto di ogni aspetto che l’azienda misura nella sua reportistica Esg e coinvolgendo tutti gli attori: la supply chain, i team di progettazione dei prodotto, logistica e reverse logistic, il settore procurement e il settore che si occupa della gestione delle nostre sedi produttive, commerciali e operative in tutto il mondo.
I 5 pilastri della strategia
Agiamo su cinque pilastri: la sostenibilità by design, un procurement responsabile, l’ottimizzazione operativa, il recupero e riuso degli asset e la gestione dell’energia.
1. Sostenibilità by design
La sostenibilità by design è una scelta inscritta nello sviluppo e progettazione di applicazioni e soluzioni, nella gestione delle infrastrutture e dei device, con un’ottica che considera l’intero ciclo di vita e applica principi di progettazione circolare in ciò che vendiamo ai clienti.
2. Procurement responsabile
Scegliamo un procurement rsponsabile perché coinvolgere i fornitori è essenziale per allineare le nostre ambizioni “net zero” all’ecosistema in cui siamo inseriti; per questo valutiamo i fornitori di cui ci serviamo sulla base di requisiti stringenti e lo stesso fa adesso anche il nostro reparto IT interno quando guarda ai fornitori a cui si rivolge.
3. Ottimizzazione operativa
Perseguiamo l’ottimizzazione operativa in quanto il cambiamento dei modelli tecnologici in favore di architetture ibride e soluzioni “as a service” richiede un costante impegno per assicurarsi di utilizzare nel modo migliore e più sostenibile gli asset e le loro capacità. Qui possono nascondersi sprechi che l’IT aziendale, nostro e dei nostri clienti, può e deve imparare ad evitare.
4. Recupero e riuso degli asset
Ci impegniamo ad aumentare il recupero e riuso degli asset: da oltre vent’anni Cisco ha attivato programmi resi via via sempre più capillari per facilitare il riuso e il riciclo dei prodotti, ritirandoli dal cliente a fine vita, ma anche per offrire servizi di riparazione e rigenerare le apparecchiature, vendendole con il programma dedicato “Cisco Refresh”. Considerando l’impatto materiale dei miliardi di device IT nel nostro mondo, in termini ad esempio di materiali rari, di plastiche e altro ancora, il riuso e il corretto riciclo rappresentano opportunità fondamentali.
5. Gestione dell’energia
La gestione dell’energia è essenziale perché il maggior peso nelle emissioni scope 1 e 2, che Cisco vuole ridurre del 90% rispetto al livello del 2019 entro i prossimi tre anni, viene dall’elettricità. Evidente l’importanza di utilizzare direttamente nell’operatività energia pulita, anche con progetti onsite, e favorire attraverso le nostre tecnologie l’uso intelligente dell’energia in tutte le infrastrutture e spazi. In questo senso abbiamo in Penn 1, il nostro ufficio a New York, un esempio lampante di ciò che possiamo realizzare: è un ambiente pensato perché i nuovi modelli di lavoro ibrido possano funzionare al meglio, che dopo un retrofit molto profondo a base di Power over Ethernet, IoT, Collaboration, wifi e automazione punta a un risparmio energetico di circa il 50%. A ciò si aggiunge la riduzione del consumo energetico delle nostre apparecchiature: ad esempio con il chip Silicon One siamo riusciti a ridurre del 96% il consumo energetico di uno dei nostri router più potenti.
IT for Green
Citare Penn 1 consente di passare agilmente all’altro binario di cui abbiamo parlato: l’IT for Green. Le maggiori innovazioni in Penn 1 riguardano i sistemi e gli spazi di edificio, non i sistemi IT. Il fatto ad esempio di avere scelto di usare il Power over Ethernet per tutta la rete interna, ha ridotto drasticamente i cablaggi e aumentato la capacità di controllare l’energia in modo capillare; l’applicazione di sistemi di monitoraggio e di gestione degli spazi, sia in termini di comfort sia di occupazione degli stessi, risponde al doppio fine di ottimizzare i consumi correlati e al contempo il benessere delle persone; l’integrazione dell’automazione è abilitata dalle soluzioni IT.
Il caso del porto di Rotterdam
Questo è il genere di apporto che l’IT può dare quando viene adottata come leva di trasformazione, anche nei contesti più difficili: abbiamo progetti che coinvolgono clienti con un livello di complessità enorme, come ad esempio il Porto di Rotterdam. Questo snodo fondamentale dei trasporti marittimi ospita 3.000 aziende, è attraversato da 130.000 navi l’anno e cresce tanto da essere a corto di spazio; allo stesso tempo, è stato fissato l’obiettivo di ridurre del 95% l’impatto ambientale entro il 2050. Creando un ecosistema di connessioni digitali abilitato dall’IoT si è avviato un progetto che rende il porto più smart e competitivo e in parallelo permette di ottimizzare i percorsi delle navi al suo interno così da usare con più efficienza i carburanti, ridurre le emissioni e migliorare la qualità dell’aria.
La questione delle competenze
Oltre alle tecnologie, c’è un altro elemento fondamentale da considerare quando si parla di “IT for Green” – ed è quello delle competenze. Coinvolgere l’ecosistema nel percorso di sostenibilità non significa soltanto chiedere di lavorare insieme per ottimizzare e contenere l’impatto ambientale di filiera, di supply chain; significa anche accelerare e facilitare il cambiamento di cultura organizzativa e la creazione delle competenze, che possano aiutare ad implementare con il suo massimo potenziale le tecnologie digitali in ottica di sostenibilità. In questo senso i player del mondo IT hanno la possibilità – e la responsabilità – di coinvolgere la propria rete di partner, ma anche di “immergersi” nell’ecosistema di innovazione climate-tech e sostenerlo attivamente.
In tal senso, fin dall’inizio abbiamo compreso che la sostenibilità è un gioco di squadra, e oggi più che mai – dato che il tempo stringe per cercare di invertire la rotta di un cambiamento climatico che sta già dimostrando i suoi effetti devastanti – è essenziale fare sì che le aziende che in concreto creano soluzioni per i clienti siano incentivate a sviluppare soluzioni sostenibili, disponendo delle competenze e della collaborazione necessaria, per aumentare ancora di più il valore di scelte che – comunque le si guardi – rappresentano un win-win e hanno tempi di ritorno sull’investimento anche rapidi.
La Black Belt Environmental Partner Academy
In quest’ottica Cisco si è attivata per creare delle specializzazioni partner per diventare “cintura nera” di sostenibilità (letteralmente: l’iniziativa più recente si chiama Black Belt Environmental Partner Academy) e abbiamo creato programmi che incentivano maggiormente i partner che sviluppano soluzioni sostenibili; il tutto è supportato anche da nuovi modelli di offerta che vanno nella direzione di una “servitizzazione” della sostenibilità dell’IT, come il programma Green Pay che applica una scontistica per rendere disponibili ai clienti le tecnologie più sostenibili, prevedendone anche – in un tempo medio di tre-cinque anni – il ritiro con garanzia di corretta gestione del fine vita.
La Corporate Sustainability Reporting Directive
In tutto questo, la “ricerca della sostenibilità” si rivela anche un abilitatore per continuare a crescere rispondendo all’evoluzione delle esigenze dei clienti, la cui maturità su questi temi è crescente. Un ruolo importante lo hanno le spinte normative – come ad esempio la direttiva Csrd – Corporate Sustainability Reporting Directive, che amplia la platea di imprese chiamate a riportare le proprie performance Esg – e i grandi piani europei – da Next Generation EU a REPower EU – nei quali il binomio sostenibilità e digitalizzazione occupa uno spazio centrale, indirizzando anche la “messa a terra” di questi piani nei piani di ripresa e rilancio del paese. Non è più raro ricevere da clienti richieste che integrano requisiti legati alle performance di sostenibilità, non solo in termini di impronta di CO2 ma anche di ciclo di vita complessivo dei prodotti, di certificazioni e altro ancora. Ora più che mai quindi serve serietà e concretezza per poter giocare in modo vincente le proprie carte di business, contribuendo allo stesso tempo alla battaglia più importante per il nostro futuro.