Negli ultimi due anni, l’impegno delle aziende nel raggiungere il “Net-zero” ha avuto una accelerazione. E il nostro Paese si inserisce perfettamente nel trend. Davanti a una media europea del 30%, l’Italia vanta infatti il 23% di società quotate con l’obiettivo Net-Zero fissato per la riduzione delle emissioni di Scope 1, 2 e 3 entro il 2050. Prima di noi solo Regno Unito e Spagna (37%), Germania (27%); segue, invece, la Francia con il 18%. Lo rivela “Reaching Net zero by 2050” (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO), un nuovo studio di Accenture effettuato a partire dall’analisi dei dati di oltre 1.000 società quotate nei principali indici azionari europei.
L’indagine dimostra che fissare un obiettivo concreto aiuta ad accelerare la transizione verso il traguardo net-zero, ovvero quando un’azienda riduce le sue emissioni di CO2 e altri gas serra (GHG) a zero o compensa le emissioni residuali per raggiungere un equilibrio tra le emissioni GHG prodotte e quelle eliminate dall’atmosfera. Nell’ultimo decennio, le aziende che hanno fissato l’obiettivo Net-Zero hanno ridotto le proprie emissioni in media del 10%, mentre quelle prive di obiettivo ne hanno osservato un aumento.
Solo il 9% delle aziende ha buone probabilità di raggiungere il goal
Lo studio ha rilevato che solo una su 20 (5%) tra le aziende europee prese in esame è sulla traiettoria per raggiungere l’obiettivo prefissato – relativo alle emissioni Scope 1 e 2 – a patto di mantenere il ritmo di riduzione delle emissioni conseguito tra il 2010 e il 2019, mentre solo il 9% ha buone probabilità di raggiungere il traguardo entro il 2050. Le aziende che, a partire dal 2010, hanno ottenuto una modesta riduzione annuale delle emissioni (circa 0-5% annuo) possono ancora raggiungere l’obiettivo Net-Zero delle proprie operations entro la metà del secolo a patto di raddoppiare la velocità di riduzione delle emissioni entro il 2030 e triplicarla entro il 2040.
Lo studio di Accenture suggerisce il percorso da seguire verso l’obiettivo di Net-Zero ed una serie di soluzioni specifiche per i settori dell’automotive, della chimica, delle costruzioni, dei servizi finanziari, del retail e dei trasporti. Il report dimostra inoltre che sette industrie, principalmente nei settori dei servizi professionali, dell’informazione e delle comunicazioni, saranno sulla traiettoria corretta per il raggiungimento dell’obiettivo Net-Zero entro il 2050 solo se in questo decennio saranno in grado di raddoppiare la velocità di riduzione delle emissioni, accelerando poi ulteriormente dal 50 al 70% nei successivi 10 anni. Un’accelerazione ancora più radicale sarà poi richiesta nel caso dei cinque settori responsabili del 42% dei gas serra emessi dal totale delle aziende incluse nel campione della ricerca (automotive, costruzioni, manifatturiero, petrolifero, trasporti e logistica) al fine di raggiungere l’obiettivo Net-zero entro la metà del secolo.
“Necessario agire immediatamente”
“Il sistema delle imprese europeo è più che mai impegnato nella corsa per l’azzeramento delle emissioni, come dimostra la crescita, negli ultimi due anni, del numero di aziende che hanno dichiarato pubblicamente il proprio obiettivo in merito”, ha detto Jean-Marc Ollagnier, Ceo di Accenture Europe. “Il nostro studio dimostra che darsi un obiettivo funziona. Il net zero va gestito come qualsiasi priorità aziendale strategica: è necessario fissare obiettivi chiari che possano guidare l’intera organizzazione verso la stessa direzione, monitorando i progressi per correggere la traiettoria a seconda delle esigenze. Inoltre, rendere pubblici gli obiettivi aiuta a creare lo slancio collettivo di cui abbiamo bisogno, dal momento che le aziende non possono risolvere questa sfida da sole”.
“Il raggiungimento dell’obiettivo Net-zero entro il 2050 sarà possibile solo attraverso un’azione rapida e decisa in questo decennio. I risultati del nostro studio dimostrano che si tratta di un risultato possibile a patto che le imprese europee agiscano immediatamente”, ha concluso Ollagnier. “Le soluzioni si differenziano per settori e aziende e in tutti i casi presentano punti di partenza, opportunità e sfide differenti. In alcuni settori, le tecnologie necessarie sono già disponibili e dovranno essere scalate rapidamente, in altri devono ancora essere inventate. Il raggiungimento di un tale livello richiede che le aziende di qualsiasi settore facciano della “re-invenzione” la norma, trainata dall’innovazione tecnologica, dalla collaborazione, dall’adozione di nuovi modelli di business e dalla disponibilità di una adeguata regolamentazione a supporto.”