L'APPELLO

Sostenibilità digitale, via agli Stati Generali: in campo 100 top manager

ll Think Tank, costituito all’interno della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, punta a mettere a disposizione della collettività conoscenze, competenze e risorse. “Pronti a collaborare con il governo sul Pnrr”

Pubblicato il 27 Lug 2023

Stefano Epifani Foto DEF

Oltre 100 tra Chief Information Officer (Cio) e Chief Innovation Officer (CInO) delle più importanti aziende pubbliche e private sono gli autori di un “Digital Sustainability Paper” (SCARICA QUI IL TESTO ORIGINALE) che espone al governo italiano i punti chiave per fare della sostenibilità digitale una leva di sviluppo per il Paese.

Nel documento, redatto in occasione degli Stati Generali della Sostenibilità Digitale, i top manager si propongono all’esecutivo per supportarlo nella messa a terra del Pnrr per le missioni inerenti al digitale, con l’obiettivo di mettere a disposizione della collettività le proprie conoscenze, competenze, tempo e risorse.

Sei aree di intervento

Obiettivo primario del documento è stato quello di identificare e delineare i modi in cui le tecnologie digitali possono essere un concreto supporto a persone, società e ambiente per centrare appieno gli obiettivi fissati dal Pnrr per contribuire a cogliere i traguardi di Agenda2030. Il gruppo di lavoro degli Stati Generali della Sostenibilità Digitale è stato affiancato dal Comitato Scientifico della Fondazione, docenti universitari delle 14 Università che fanno parte del network.

Il Paper, in particolare, si focalizza su sei aree di intervento: ecco, per ognuna, le indicazioni contenute nel documento.

Ecosistema pubblico integrato (investimento Pnrr: 556 milioni di euro).

Lo sviluppo di infrastrutture di servizio – digitali e non – resilienti, pervasive, efficienti, accessibili ed inclusive è alla base della sostenibilità sociale, ambientale ed economica, rispetto a tutti gli attori sociali (cittadini, imprese, istituzioni), facendone un punto di forza qualificante il Paese, a beneficio di tutte le sue attività economiche. È necessario quindi ripensare i servizi pubblici in un’ottica di ecosistema, favorendo l’integrazione dei servizi e la corretta gestione dei dati che essi veicolano, in continuità con gli investimenti fatti e tenendo conto di logiche nuove e modelli di “disruption”: testo unico della sostenibilità digitale; maggior controllo sui dati;  dal telelavoro allo smart working.

Ricerca scientifica e sostenibilità digitale (investimento Pnrr: 1,6 miliardi di euro)

La Sostenibilità Digitale è un tema tanto strategico quanto relativamente poco esplorato a livello di ricerca scientifica. Una migliore comprensione di ontologia, driver e barriere al cambiamento in tema di sostenibilità digitale pare quindi un presupposto fondamentale per alimentare politiche efficaci, nel quadro di un ambito di ricerca emergente dove l’Italia – muovendosi subito – può ambire ad una leadership internazionale, nonché raccogliere elementi fondamentali per adattare le iniziative rispetto al nostro specifico contesto socioeconomico.

Formazione per la Sostenibilità Digitale (investimento Pnrr: 350 milioni di euro)

Dai dati dell’Osservatorio della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, il DiSI (Digital Sustainability Index: indice sviluppato dalla Fondazione per misurare il livello di consapevolezza d’uso della tecnologia come strumento di sostenibilità da parte dei cittadini) evidenzia chiaramente un fortissimo ritardo nella popolazione italiana tanto nella consapevolezza sui temi della sostenibilità nelle sue componenti ambientale, economica e sociale quanto nelle competenze digitali, ed ancor di più nella capacità di declinare il rapporto tra questi due temi. Diventa quindi imprescindibile sviluppare una consapevolezza diffusa e adeguata tanto sul ruolo del digitale come strumento di sostenibilità quanto sulla necessità di approcciare il digitale in maniera sostenibile.

Infrastrutture e reti di accesso sostenibili (investimento Pnrr: 6,7 miliardi di euro)

La presenza di infrastrutture di accesso accessibili, pervasive, diffuse ed efficienti è precondizione allo sviluppo di qualsiasi servizio rivolto ai cittadini e alle imprese. La loro mancanza rappresenta oggi un vero e proprio impedimento alla fruizione dei servizi della PA in un’ottica di cittadinanza digitale.

Cittadinanza digitale e partecipazione (investimento Pnrr: circa 350 milioni)

La possibilità di accedere con consapevolezza ad internet ed ai suoi servizi è sempre più da considerare un vero e proprio elemento di cittadinanza. Cittadinanza che, sulla base di consolidati modelli di open government, vede nel digitale un elemento abilitante e rappresenta quindi un cardine della sostenibilità sociale in un’ottica di inclusione, pari opportunità, abbattimento delle barriere d’accesso. Occorre promuovere lo sviluppo di consapevolezza in cittadini ed imprese, e sviluppare modelli che abilitino collaborazione e partecipazione dei diversi stakeholder nella costruzione di percorsi di sostenibilità digitale.

Misurare lo sviluppo sostenibile

Nella costruzione di strategie di sviluppo sostenibile la misurazione delle performance, la definizione di metriche condivise, la valutazione dei risultati e la certificazione dei processi e dei progetti sono elementi indispensabili. È necessario identificare strumenti di misurazione, valutazione e certificazione che implementino i criteri di sostenibilità digitale come elementi oggettivi nei progetti e nei processi, sia in ambito pubblico che privato, anche nell’ottica di superare i limiti del Dnsh.

La Fondazione per la Sostenibilità Digitale ha sviluppato con Uninfo una nuova prassi di riferimento Uni per la valutazione della Sostenibilità Digitale di un progetto. Si tratta di un percorso di autovalutazione basato su 58 indicatori di performance (Kpi) che legano il ruolo sistemico del digitale alla sostenibilità ambientale, economica e sociale e che potrebbero essere adottati per la misurazione dei risultati dei progetti del Pnrr.

“Ognuno deve fare la propria parte”

“In una situazione così delicata come quella in cui ci troviamo, ognuno deve fare la propria parte – ha affermato Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale -. Come Fondazione per la Sostenibilità Digitale ci rifacciamo agli obiettivi e modelli di sviluppo sostenibile di Agenda 2030 e, partendo da una prospettiva di ricerca e dagli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale, vogliamo lavorare con le istituzioni affinché vengano utilizzate al meglio le risorse economiche messe a disposizione dal Pnrr. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo riunito attorno alla Fondazione i migliori manager del digitale e, insieme a loro, abbiamo delineato una serie di azioni che, se prese in considerazione dal Governo, consentiranno al nostro Paese di contribuire a colmare gli attuali gap tecnologici e porsi alle prime posizioni tra i paesi industrializzati, facendo della digitalizzazione una leva di sostenibilità. Per questo motivo ci auguriamo che il Governo apra un tavolo tecnico permanente con i Ministeri coinvolti”.

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