Portare più efficienza e una migliore qualità del lavoro negli impianti Fca in Italia. È questo l’obiettivo della partnership tra Samsung e Alfa Romeo, la casa automobilistica del gruppo Fca che oggi ha aperto le porte del proprio stabilimento di Cassino, fabbrica della nuova generazione delle auto del marchio, da cui escono le nuove Giulia e Stelvio, per mostrare i primi frutti di questa collaborazione.
“Sorto nel 1972 in prossimità della storica abbazia benedettina – spiega Luigi Galante, head of manifacturing Fca Emea – lo stabilimento di Fca Cassino (Frosinone) ha finora prodotto oltre 7,3 milioni di vetture e si è ingrandito fino a raggiungere gli attuali 2 milioni di metri quadrati, di cui 530 mila coperti. La capacità produttiva dell’impianto e implementato con le tecnologie e best practice di Fca nel mondo, in cui lavorano 4.300 dipendenti, recentemente rinnovato con l’avvio della produzione della Giulia, è di circa 1.000 vetture al giorno. Complessivamnte Fca ha investito in questo stabilimento oltre 1,3 miliardi di euro, per dare vita a una realtà che oggi è un punto di riferimento dal punto di vista tecnologico. In questo stabilimento utilizziamo l’additive manufacturing, che consente di realizzare prototipi in tempi rapidissimi, e i robot collaborativi, con tutti i vantaggi di queste tecnologie in termini di qualità del lavoro”.
La collaborazione con Samsung si inserisce nella strategia di Fca sulla digitalizzazione degli impianti produttivi, all’interno della quale l’azienda ha avviato collaborazioni con diversi partner tecnologici, con l’obiettivo di affinare l’efficienza della catena produttiva e contribuire a una migliore qualità del lavoro degli addetti di linea.
“La digitalizzazione all’interno dei nostri stabilimenti è una rete che collega persone, macchine e prodotti. La smart factory è il nostro ‘social network fisico’, il tessuto digitale sul quale si evolve il nostro business – afferma Gilberto Ceresa, chief information officer di Fca per e aree Emea e Latam – In questo quadro la collaborazione con Samsung ci consente di adottare soluzioni che migliorano il flusso di informazioni tra macchine e persone, fino ad arrivare all’uso dei dispositivi wearable, messi a punto con la collaborazione del personale che ogni giorno è impegnato sulle linee di produzione”. Questo sistema, aggiunge Ceresa, “consente di essere costantemente in contatto con il team leader e di trasmettere informazioni in tempo reale i dati e le informazioni sull’andamento della produzione”.
La prima fase del processo di digitalizzazione ha riguardato la massa di informazioni disponibili all’interno delle fabbriche. Sono stati integrati dei dispositivi di visualizzazione – monitor Samsung ad alta luminosità lungo la linea di produzione, eBoard touchscreen in alcuni punti strategici – sui quali viene mostrato l’andamento della produzione stessa. Nel caso di situazioni anomale, vengono generati avvisi che vengono presi immediatamente in carico.
La seconda fase del progetto di digitalizzazione è un processo articolato che, partendo da una discussione con i team leader, che hanno la responsabilità di un gruppo di lavoro, ha portato loro stessi a identificare le esigenze e a disegnare personalmente le soluzioni e i dispositivi che avrebbero potuto aiutarli a svolgere al meglio il lavoro. Sono emerse due soluzioni che, integrate tra loro, avrebbero potuto rispondere alle esigenze e alla maggiore efficienza: uno smartphone e uno smartwatch.
In questo quadro Samsung ha messo a disposizione dispositivi tecnologicamente avanzati e una soluzione, Samsung Knox, personalizzabile e in grado di garantire la totale sicurezza dei dati presenti sul terminale. Samsung Knox infatti trasforma un dispositivo in uno smartphone o tablet adatto alle esigenze professionali. Quanto agli smartwatch da destinare al personale di linea, sono utilizzati all’interno dell’impianto produttivo per snellire i processi, migliorare i flussi e l’ergonomia del lavoro. L’orologio “intelligente” Samsung Gear S3 Frontier ha permesso la personalizzazione del dispositivo ed è l’unico presente sul mercato che può essere utilizzato in tutte le sue funzioni senza dover essere necessariamente connesso a uno smartphone.
Totalmente integrato con il Mes (Manufacturing Execution System) di Fca – il sistema informativo che gestisce l’intero sistema produttivo – il dispositivo Samsung è utilizzato come dotazione professionale in alcuni tratti della linea produttiva. Come viene utilizzato lo smartwatch? Raggiunta la propria postazione, l’operatore riceve dal Mes la lista delle operazioni da compiere sul veicolo in lavorazione; completata l’operazione, invia la conferma tramite il Gear S3 Frontier, l’attività viene registrata come conclusa e la linea di produzione può proseguire alla fase successiva. Nel caso in cui, invece, un’operazione non possa essere eseguita per qualsiasi ragione, l’operatore è in grado di generare dal dispositivo una segnalazione verso il team leader.
“C’è un confine sempre più labile tra mondo consumer e mondo business – aggiunge Antonio Bosio, product and solutions director in Samsung electronics Italia – l’esempio concreto è lo smartphone: utilizzato per scopi professionali porta infatti con sé le sue caratteristiche di affidabilità e di possibilità di aggiornamento continuo come un valore aggiunto importante. In un momento in cui tanti parlano di industria 4.0, con Fca siamo riusciti a concretizzare questo paradigma basando la nostra collaborazione su un approccio di tipo industriale e ingegneristico, validato dal Politecnico di Milano”. Bosio spiega che il punto di partenza è stato “lo studio delle esigenze del cliente, per passare poi all’individuazione delle soluzioni, ai progetti pilota, alla correzione delle anomalie e alla validazione”. L’approccio di Samsung all’industry 4.0 è aperto: “Utilizziamo sistemi operativi aperti, e questo paga, perché abbiamo la possibilità di aprire canali di comunicazione con chi fa innovazione, e di mettere a valore tecnologie che gia esistono. L’Innovazione non è soltanto utilizzare soluzioni nuove, ma anche utilizzare in modo nuovo tecnologie che già esistono”.