L’Italia potrebbe superare presto la Germania divenendo il paese europeo leader nell’attuazione del Piano Industria 4.0. I fondi pubblici stanziati per la realizzazione delle reti a banda ultralarga nelle aree bianche (a fallimento di mercato) e quelli privati messi in campo dagli operatori di telecomunicazioni a partire da Tim che ha più volte rialzato la posta delle risorse da investire per il roll out delle nuove reti nelle città ma anche nelle aree meno appetibili del Paese, hanno consentito al nostro Paese di accelerare, e non poco, sul fronte della quantità di connessioni in fibra al punto che il Desi (l’indice digitale europeo) su questo fronte riconosce all’Italia un ottimo posizionamento. .
Se è vero che molto deve essere ancora fatto, soprattutto nelle aree dove si concentrano le imprese – non a caso Infratel ha da poco lanciato una consultazione sulle aree grigie – l’Italia ha accelerato il passo come non mai ed i 100 Mb saranno una realtà per molti nel brevissimo periodo. In Germania – il Paese che si è candidato a diventare un’eccellenza in tema di industria digitale – le cose invece non stanno andando come previsto. Quantomeno a giudicare da un position paper – visionato in esclusiva dall’agenzia Reuters – in cui la potente associazione degli industriali tedesca Vdma punta il dito contro le politiche del governo in materia di banda larga. Secondo l’associazione – che rappresenta migliaia di aziende per un fatturato aggregato di 200 miliardi annui – il governo deve smettere di sostenere l’uso della rete in rame da parte di Deutsche Telekom favorendo il vectoring e deve piuttosto concentrarsi sulla fibra ottica, considerata al momento l’unica tecnologia in grado di consentire alla Germania di non perdere il treno Industria 4.0 e di garantire un futuro competitivo alle imprese del Paese. L’associazione è convinta che se il governo non metterà a punto un piano ad hoc anche per le aree remote del paese in cui sia previsto l’uso della fibra, di qui a pochi anni il Paese si troverà in una situazione critica.
L’autorizzazione, concessa a Deutsche Telekom (la compagnia di cui lo Stato è azionista per il 32%), ad utilizzare il vectoring (tecnologia che appoggia sulla rete in rame) per il roll out delle connessioni veloci non solo scoraggerebbe la competizione ma renderebbe molto più costose le connessioni in fibra – è scritto nel position paper. “Il rischio è che una tecnologia ‘ponte’ come il vectoring, quando implementata in maniera ‘monopolistica’, faccia finire la Germania in un cul-se-sac di qui a pochi anni”, scrivono gli industriali. “Nel caso peggiore il monopolista si crogiolerà sugli allori e rallenterà gli investimenti nella fibra. Il governo deve riflettere sul da farsi”. Da parte sua Deutsche Telekom fa sapere, attraverso un portavoce, che “saremo in grado di garantire connessioni a Internet veloci in un tempo ragionevole”. Stando alle stime per connettere tutte le abitazioni tedesche in fibra sarebbero necessari fra i 60 e i 100 miliardi di euro. E uno dei problemi maggiori è portare la nuova rete in aree periferiche dove si concentrano peraltro buona parte delle industrie del Paese.
I dati sulle connessioni in fibra mostrano uno scenario affatto incoraggiante: secondo le rilevazioni del Ftth Council Europe solo il 2% delle abitazioni tedesche è connesso alla fibra e per raggiungere il 20% (la percentuale considerata “rilevante”) bisognerà aspettare almeno il 2022. Il piano del governo prevede connessioni ad una velocità di download pari a 50 Mbps entro il 2018, un livello considerato sufficiente per soddisfare la domanda privata ma non quella delle imprese chiamate alla sfida della connettività pervasiva nell’ambito delle iniziative legate a Industria 4.0. Vero è che lo scorso mese è stata lanciata un’iniziativa che prevede di attrarre investimenti pubblici e privati per 100 miliardi con l’obiettivo di trasformare la Germania in una Gigabit society entro il 2025. Berlino ha inoltre messo sul piatto 8 miliardi “extra” – di cui 4 in capo a Deutsche Telekom – per spingere ulteriormente il piano. Dal 2015 ad oggi già 4 miliardi sono stati stanziati dai governi locali e federali per portare la banda larga nelle aree rurali, ma il piano sta procedendo al ralenti e non ha sortito i risultati sperati.