L'INTERVENTO

Boccia: “Non solo industria. L’Italia ha bisogno di una PA 4.0”

Il presidente di Confindustria: “Vorremmo che questa rivoluzione si realizzasse anche fuori dalle fabbriche. La questione è culturale e deve riguardare l’intero Paese. Solo così otterremo crescita”

Pubblicato il 25 Mag 2017

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La rivoluzione 4.0 non può essere limitata all’industria, ma deve diventare un filo conduttore che guidi la crescita del Paese in tutti i suoi settori, compreso quello della pubblica amministrazione. E’ il concetto espresso da Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, durante la sua visita ad Autopromotec alla Fiera di Bologna. “Vorremmo che questa rivoluzione si realizzasse anche fuori dalle fabbriche italiane – sottolinea – L’Italia non ha bisogno solo di un’industria 4.0, ma ha bisogno di una Pa 4.0 per costruire quello che abbiamo detto ieri, una società 5.0 che usi la crescita quale precondizione per eliminare disuguaglianze e povertà”.

“Abbiamo fatto nostro il piano 4.0, stiamo facendo dei roadshow in tutta Italia, e nelle nostre associazioni oltre 10mila imprese hanno già partecipato – conclude Boccia – Cavalcare la quarta rivoluzione industriale è la sfida del Paese e dell’industria del Paese in tutti i settori, una rivoluzione trasversale ai settori, a partire dall’automotive. Ma la questione è culturale, deve riguardare il Paese, non solo l’industria”.

Sul tema Vincenzo Boccia aveva puntato già ieri, durante l’assemblea generale di Confindustria, proponendo Un patto per la fabbrica per crescere, aumentare i salari e la produttività“, ribadendo la necessità di nuove relazioni industriali con i sindacati e replicando una proposta rivolta a Cgil, Cisl e Uil già lanciata un anno fa e mai decollata. “Se riusciremo a condividerla – aveva detto Boccia – apriremo una fase di collaborazione per la crescita. Perché vogliamo aumentare le retribuzioni con l’aumento della produttività”.

La partita per la competitività, aveva ribadito Boccia – va giocata proprio dentro e fuori la fabbrica: “Dentro le fabbriche aprendo il capitale all’esterno e modernizzando la governance, facendo della responsabilità sociale una caratteristica dominante delle nostre imprese – spiega – Fuori dalle fabbriche, con una PA meno frammentata, una macchina della giustizia più efficiente e un sistema di regole in grado di promuovere concorrenza e liberalizzazioni accettando sfide inedite della digitalizzazione di processi e servizi”..

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