Crescita a doppia cifra per l’industria 4.0. Le tecnologie per l’automazione di fabbrica, dei processi e delle reti segnalano un aumento del 13,5%, con ricavi che sfiorano i 5 miliardi di euro.
La conferma arriva dall’Osservatorio dell’industria italiana dell’automazione di Anie Automazione, una delle 14 associazioni di Anie Confindustria, che rappresenta cento aziende del settore. La crescita del comparto e l’aumento dell’11,6% dei ricavi segna un nuovo massimo storico per queste imprese. Aiutate anche dagli incentivi previsti dal Piano Industria 4.0.
“L’obiettivo che ci si pone, anche con gli strumenti messi a disposizione dal Piano Impresa 4.0 è di massimizzare le nuove opportunità lavorative legate alla quarta rivoluzione industriale, sviluppando nuove competenze digitali”, ha detto Fabrizio Scovenna, presidente di Anie Automazione. Le performance migliori arrivano dai segmenti di business legati alla produzione e gestione di masse crescenti di dati. Crescono quasi del 29,5% le soluzioni wireless factory. Seguite a ruota da quelle legate al networking industriale, che registrano un aumento di circa il 26%, e dai sistemi di Rfid per la tracciabilità dei dati, che segnano un +25%.
Le tecnologie 4.0 vanno bene anche nel mercato estero. Secondo i calcoli dell’Osservatorio, l’incremento annuale è del 6,8%. A livello europeo, i primi mercati di destinazione sono quelli di Germania, Francia e Spagna. Da soli rappresentano il 30% del totale esportato. Il continente asiatico vale il 20% dell’export con il 12% dell’Asia orientale, il 6% del Medio Oriente e il 2% dell’Asia Centrale.
Per accompagnare la quarta rivoluzione digitale, cambia anche il mondo del lavoro con l’ingresso di nuove competenze. Alla formazione 4.0 è perciò dedicato quest’anno il focus dell’Osservatorio di Anie Automazione. “Oggi la domanda di lavoro si sta trasformando a grande velocità e le abilità richieste sono sempre più articolate e complesse”, continua Scovenna. “Da qui la necessità di diffondere a tutti i livelli una cultura più aperta e competente nel digitale e nel sapere scientifico, di potenziare la formazione specialistica e tecnica, di rafforzare soft skill, quali creatività, managerialità, capacità di risolvere problemi in contesti tecnologicamente complessi”.