LO STUDIO

Digital transformation, Capgemini: “Innovazione ferma ai piani alti”

Il rapporto della società di advisory e di Brian Solis svela il gap culturale tra manager e dipendenti. Leadership e middle management fondamentali per tradurre la visione 4.0 in risultati tangibili e premiare i comportamenti costruttivi

Pubblicato il 08 Giu 2017

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L’assenza di cultura digitale in azienda è comunemente considerata uno dei maggiori ostacoli nel processo di trasformazione 4.0. Ma questo non significa che la sua esistenza basti a risolvere tutti i problemi. Uno degli aspetti spesso sottovalutati è la diffusione della cultura digitale in azienda, che resta mal distribuita e relegata ad alcuni reparti. Sulla spaccatura tra management e dipendenti si focalizza il nuovo report del Digital Transformation Institute di Capgemini e Brian Solis.

Il report, che ha coinvolto più di 1.700 intervistati provenienti da 340 aziende di otto paesi, svela un significativo divario di percezione tra senior leadership e dipendenti in merito all’esistenza di una cultura digitale all’interno delle aziende. Mentre il 40% dei senior executive ritiene che le proprie aziende abbiano una cultura digitale, solo il 27% dei dipendenti intervistati concorda con questa affermazione.

“Le tecnologie digitali sono in grado di apportare un rilevante valore aggiunto, ma per poterne usufruire le aziende dovranno aver diffuso e consolidato la giusta cultura digitale sostenibile. Inoltre, è necessario coinvolgere, delegare e ispirare tutti i dipendenti per consentire il cambiamento culturale insieme a loro: lavorare sul divario tra leadership e dipendenti rappresenta un fattore chiave per la crescita – spiega Andrea Falleni, amministratore delegato di Capgemini Italia e Eastern Europe -. I business che riusciranno a fare della cultura digitale un pilastro fondamentale della propria strategia saranno in grado di migliorare il rapporto con i clienti, attrarre i migliori talenti e prepararsi così al successo nel mondo digitale di oggi”.

I principali risultati del report mostrano la profonda scollatura tra leadership e dipendenti su tutte le dimensioni della cultura digitale. A partire dal sentiment sulla capacità di innovare: il 37% dei dipendenti, contro il 75% dei senior executive, crede che la propria azienda possieda una cultura orientata a innovazione, sperimentazione e assunzione del rischio. C’è poi disaccordo riguardo le pratiche di collaborazione. I risultati rivelano un divario nella collaborazione tra executive senior e dipendenti. L’85% dei top manager è convinto che le proprie aziende siano in grado di promuovere la collaborazione interna, mentre solo il 41% dei dipendenti concorda con questa affermazione. E più in generale i leader ritengono di possedere una visione digitale, mentre i dipendenti dissentono.

Il report evidenzia dunque che le aziende non sono in grado di coinvolgere i dipendenti nel processo verso il cambiamento culturale. Avere dipendenti motivati, spiega il report, è fondamentale per costruire una cultura digitale efficace e accelerare la trasformazione culturale dell’azienda. Leadership e middle management, si legge ancora, sono fondamentali per tradurre la visione digitale più ampia in risultati aziendali tangibili e premiare i comportamenti digitali costruttivi.

La ricerca ha inoltre identificato un gruppo di “front-runner” (34% delle aziende intervistate) che ha performato bene e in maniera costante in tutte e sette le dimensioni della cultura digitale e la cui leadership è riuscita ad allineare con successo l’intera organizzazione alla cultura desiderata. Il Regno Unito, la Svezia e gli Stati Uniti hanno una forte rappresentanza di cultura digitale in aziende leader del mercato (rispettivamente 63%, 60% e 56%), e automotive (43%), prodotti consumer (38%) e telecomunicazioni (32%) possiedono la percentuale più alta per settore industriale.

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