CAMPAGNA ELETTORALE

Una governance per Industria 4.0, ecco il programma digitale di +Europa

Per il movimento di Emma Bonino è cruciale mettere a sistema istituzioni, università e imprese per aumentare la dimensione degli investimenti ad alto valore tecnologico. Priorità alle aree in crisi

Pubblicato il 09 Feb 2018

Emma-Bonino

Industria 4.0 al centro del programma digitale di +Europa per le elezioni 2018. Per il movimento guidato da Emma Bonino, è  fondamentale la dimensione degli investimenti delle imprese. In coerenza con quanto già fatto dal governo Gentiloni con il piano nazionale “Industria 4.0”, bisogna spingere le imprese a fare investimenti di qualità per produrre beni ad alto valore aggiunto e  costruire una rete dell’innovazione sul territorio. Come? Accelerando i bandi per i Competence Center ed i Digital Innovation Hub già previsti nel Piano Calenda. Per assicurare il raggiungimento di questi obiettivi è necessaria una governance della politica industriale in grado di mettere a sistema le istituzioni pubbliche, le università, i centri di ricerca e le imprese. “Bisogna concentrarsi da subito sulle aree di crisi industriale complessa definendo iter accelerati per gli interventi di bonifica e infrastrutturali, prevedendo corsie preferenziali per il Fondo di Garanzia e ispirandosi a quanto previsto per le Zone Economiche Speciali”, si legge nel perogramma.

Bonino e i suoi partono dal presupposto che nel lungo periodo il benessere e la qualità della vita del nostro paese saranno dipendenti dalla capacità delle imprese di restare al passo con lo sviluppo tecnologico del pianeta, mantenendo i punti di forza che hanno finora contraddistinto il sistema Italia (a partire dalla capacità di produrre “qualità”) ma nel quadro di un modello di sviluppo sostenibile sotto il profilo ambientale. “L’innovazione tecnologica è alla base della crescita della produttività del lavoro, dal momento che permette di creare e produrre, a parità di input, un maggiore output, o di aumentarne la qualità – si spiega – In particolare oggi, con l’inizio della così detta “quarta rivoluzione industriale” caratterizzata dalla sempre più pervasiva digitalizzazione dei sistemi produttivi, l’Italia rischia di rimanere indietro, e occupare posizioni sempre più basse nella catena del valore. È quindi necessario agire su tutti i fattori di produttività, intervenendo sui tanti ostacoli “di sistema” alla crescita e allo sviluppo: dal sistema formativo alle infrastrutture materiali e immateriali, dal funzionamento della giustizia civile alla burocrazia”.

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