Con l’emergenza Covid-19 è cresciuta nelle aziende manifatturiere la consapevolezza che soltanto grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie sarà possibile migliorare la propria competitività e uscire dalla crisi causata dalla pandemia. Questo anche quando, nella definizione di nuove strategie e modelli di business, non si riesce ancora ad avere chiaro fino in fondo quale sia l’approccio migliore alla digital transformation. Sono questi i trend che emergono dallo studio “Trends in Manufacturing” pubblicato da Salesforce, secondo cui durante l’emergenza l’81% del campione ha accelerato sul digitale.
“Sono tante le buone notizie che emergono dal report Trends in Manufacturing, la principale è l’accelerazione digitale che sta consentendo a molte aziende di accorciare il gap tecnologico con gli altri paesi – spiega Filippo Arena, Regional Sales Director Automotive & Manufacturing di Salesforce – L’altra evidenza è che le innovazioni introdotte quasi in modalità emergenziale diventeranno buone pratiche permanenti e ciò alzerà il livello di innovazione e competitività dell’intero comparto”.
Manager diviti tra “future ready” e “unprepared”
Per realizzare lo studio è stata intervistata una platea di 750 professionisti del manufacturing tra Nord America, America Latina, Sud-Est Asiatico ed Europa, Italia compresa. Grazie alla ricerca è stato possibile suddividere il campione tra i produttori “future-ready”, caratterizzati dalla consapevolezza di poter contare su sistemi e soluzioni tecnologiche in azienda all’altezza delle sfide per il prossimo decennio, e gli “unprepared”, coloro che cioè pensano che i sistemi tecnologici presenti in azienda non siano in grado si gestire le sfide tecnologiche dei prossimi dieci anni.
Tra le tendenze chiave c’è in primis l’esigenza di agilità aziendale dovuta al momento di incertezza, che può essere però anche letta come un’occasione per reimmaginare determinate funzioni. “Per esempio il ‘demand planning’ – spiega Salesforce – non potrà più non tenere in considerazione strumenti avanzati per il forecast commerciale, magari basato su complessi accordi quadro per forniture a volume ricorrenti nel tempo”.
Dalla ricerca emerge inoltre un cambiamento dei ruoli aziendali basati sul rapporto diretto con il cliente, mentre i nuovi modelli di business, come la servitization, saranno destinati a rimanere nelle strategie delle aziende. Al centro dei cambiamenti, infine, c’è il Cloud, considerato come elemento abilitante per progetti di Digital Transformation che, per loro natura, necessitano di velocità e flessibilità.
In Italia si punta su nuovi servizi e soluzioni, basate sui dati
Restringendo lo sguardo all’Italia, tutti gli intervistati affermano che l’impatto della pandemia ha causato cambiamenti nella capacità di produzione, mentre il 53% è convinto che i cambiamenti saranno permanenti. Per il 64% del campione, inoltre, è cambiata anche l’operatività del Customer Service, con modifiche per che per il 62% sono destinate a durare nel tempo.
Per rimanere competitive in un frangente in cui la pandemia è arrivata a causare interruzione nei processi di produzione, inoltre, molte aziende puntano a coinvolgere i clienti diversificando la propria offerta di prodotti e servizi. Così, secondo lo studio, per i prossimi due anni tra le priorità strategiche ci sono lo sviluppo di nuove offerte di servizi (94%) e soluzioni aftermarket (92%).
Infine l’emergenza ha dimostrato, se ancora ce en fosse stato bisogno, l’importanza peril manifatturiero di poter contare su insight basati sui dati, settore in cui la mancanza di trasparenza e la divisione delle attività in silos organizzativi spesso comporta la difficoltà di prevedere con precisione le vendite. Il 78% del campione italiano così afferma che gli strumenti legacy rappresentino la sfida più grande da dover affrontare, e il 76% pensa che i team operativi e di vendita in silos siano un ostacolo che può essere superato grazie al digitale.