L’estensione dell’Industria 4.0 va considerata “come uno strumento permanente delle scelte nazionali” a cui accompagnare “misure contributive, fiscali, politiche attive del lavoro, di sostegno a ricerca e sviluppo” che si pongano alcuni obiettivi di natura permanente. A dirlo è stato Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, durante l’audizione sul Def di fronte alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato.
Bonomi ha innanzitutto evidenziato “l’innalzamento del valore aggiunto delle nostre produzioni e l’ottenimento di eccellenza e autonomia in tecnologie e produzioni che abbiamo abbandonato a vantaggio di altri, o su cui siamo indietro”, soffermandosi poi sul “rafforzamento costante della patrimonializzazione e propensione all’autoinvestimento e l’apertura alle imprese medie e piccole del Fintech e non dei soli intermediari finanziari tradizionali”. Inoltre, ha proseguito Bonomi, queste misure dovranno essere accompagnate da “ristrutturazioni, fusioni e acquisizioni che portino con gradualità ma sistematicità ad accrescere taglia dimensionale e finanziaria delle industrie”.
La manifattura italiana leva essenziale della sicurezza nazionale
Secondo il presidente di Confindustria, inoltre, “l’Italia deve fare una scelta, tutti noi auspichiamo che la guerra finisca a breve ma non abbiamo segnali in questo senso. Quindi o noi difendiamo le filiere industriali o si rischia di far saltare l’industria del paese“. Bonomi ha rimarcato che “il punto essenziale per noi è la strategicità dell’industria italiana. La manifattura del nostro Paese va considerata una leva essenziale della sicurezza nazionale”.
Bonomi ha ricordato che “la Germania sta stanziando 100 miliardi di euro per sostenere le imprese attraverso linee di credito emergenziali, interventi sull’equity e sovvenzioni per compensare gli aumenti dei costi. Noi con il Def stanziamo 5 miliardi. Un’eventuale soluzione ravvicinata del conflitto avrebbe l’effetto di attenuare gli impatti ma non di azzerarli. Ed è per questo che continuiamo a ritenere insufficiente l’approccio di brevissimo periodo sinora seguito dal Governo. Serve una risposta più robusta, di sistema e soprattutto duratura. È cruciale che all’unità che si riscontra a livello europeo nella individuazione delle sanzioni corrisponda”, ha aggiunto Bonomi, “una medesima unità nel fronteggiare gli impatti della guerra e delle sanzioni. Le imprese sono al fianco del Governo e dell’Europa, ma occorre approntare gli strumenti adeguati per far sì che non venga distrutto in tutto o in parte il nostro tessuto produttivo”.
Concludendo l’intervento, Bonomi ha spiegato che “l’unica strada è il taglio del cuneo fiscale. “Prima di pensare a uno scostamento di bilancio bisogna vedere quelle che sono le risorse che già abbiamo a disposizione visto che in una fase come questa, con i tassi in crescita, pensare a fare ulteriore debito potrebbe essere un problema”.