L'INTERVENTO

Industria 4.0, Catania: “Il governo ha capito gli errori, ora punti sulle competenze”

Il presidente di Confindustria Digitale: “Cantiere aperto per reinserire in manovra i temi sull’innovazione. Cruciale il credito di imposta sulla formazione e gli incentivi per i servizi cloud”. In vista 800mila nuovi posti di lavoro, ma serve leadership sull’innovazione

Pubblicato il 23 Nov 2018

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Su Industria 4.0 “ci sono alcuni capitoli aperti, tra cui quello della formazione, e il nostro auspicio è che facciano parte degli emendamenti alla manovra perché sono degli aspetti cruciali per il sistema delle imprese”. Lo ha affermato il presidente di Confindustria digitale, Elio Catania, intervenuto al convegno, organizzato da Microsoft e beanTech, sulle opportunità dell’Industry 4.0 e dell’Artificial intelligence per le Pmi del manifatturiero italiano.

Il nuovo governo sta comprendendo che avere trascurato nella manovra il tema dell’innovazione non è stata una buona pensata. Hanno capito che il credito di imposta sulla formazione è troppo importante, per cui, ci stanno lavorando, così come sugli incentivi per i servizi cloud, quindi per l’integrazione delle tecnologie. L’iper ammortamento c’è, anche se un po’ depotenziato”, afferma Catania.

Secondo Confindustria digitale, il mercato Industria 4.0 conta 3 miliardi di investimenti, con una crescita del 30% nel 2018 e il digitale può impattare di quasi il 10% sul fatturato delle pmi. Ma “solo il 16% delle imprese ha intrapreso progetti di industria 4.0, su 4 milioni di pmi e 80 mila imprese manifatturiere”, ha detto Catania, sottolineando che “l’innovazione ha bisogno di un ecosistema che la faciliti, perché nei prossimi tre anni abbiamo 800mila posti di lavoro da coprire con nuove figure digitali e altrettante persone da riqualificare per utilizzare al meglio la tecnologia. C’è quindi uno sforzo enorme di formazione da fare ed è importante che l’attenzione della leadership sull’innovazione non venga a mancare”.

Allo scorsa edizione dell’evento Telco per l’Italia organizzato a Roma dal gruppo Digital360, il presidente di Confindustria Digitale aveva già sostenuto che “La rivoluzione digitale non può che partire dall’alto. Digitalizzarsi significa sopravvivere. Non bisogna abbassare la guardia. E bisogna passare alla fase dell’execution sul fronte della formazione”. Catania aveva indicato che la fase elettorale e post-elettorale in Italia aveva spinto il digitale “fuori dai radar” e aveva messo in guardia: il nostro paese non può permettersi uno stop. “Al governo chiediamo priorità sul digitale, politiche strutturate e formazione”.

Il mese scorso, in occasione dell’Industry 4.0 360 Summit, Catania ha affermato che per Industria 4.0 è ora necessario avviare la fase due del piano con l’integrazione di tecnologie all’avanguardia come intelligenza artificiale e blockchain. “Se vogliamo allargare la platea delle imprese coinvolte è imperativo che si potenzi questo modello, che deve assumere una caratteristica strutturale, di sostegno dell’innovazione dell’intera economia italiana”, ha detto il presidente di Confindustria digitale precisando che l’associazione ha presentato al governo un pacchetto di misure ad hoc.

“Oltre a prevedere la proroga degli incentivi di iper e superammortamento sui macchinari 4.0 e del credito d’imposta per la formazione – ha spiegato Catania – si introduce l’iperdeducibilità per i costi dei servizi cloud computing, cybersecurity e system integration”. Catania ha sottolineato il bisogno di open innovation su cui basare i nuovi modelli di filiera in cui mettere in rete le Pmi e ha lanciato la proposta di un Commissario per il paese digitale, una figura che “deve aiutare il paese a superare la falsa contrapposizione di interessi fra settori, lavori, competenze, tradizionali e non. Deve portare l’intero paese a trarre valore dall’innovazione in termini di nuove opportunità per l’economia, l’occupazione, la cultura, il welfare, l’amministrazione della cosa pubblica”.

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