“Non è vero che la digitalizzazione spazzerà posti di lavoro, perché le imprese che stanno innovando e investendo crescono di più, riqualificano le loro persone e riescono a dare più dignità al lavoro di fabbrica”. Lo sottolinea il presidente di Confindustria digitale, Elio Catania, spiegando che “il vero tema è la cultura di impresa, insieme alle competenze e alla formazione”.
“C’è un legame diretto tra innovazione e crescita economica”, ma in Italia “stiamo ancora pagando il deficit di innovazione, competitività e quindi anche di crescita”, aggiunge Catania, in occasione del Forum Software Industriale organizzato da Messe Frankfurt Italia e Anie Automazione Gruppo Software.
“Non esiste oggi settore di impresa non interessato alla trasformazione digitale, che significa rimettere mano all’intera catena produttiva”, spiega il presidente di Confindustria digitale, aggiungendo che da qualche anno c’è maggiore consapevolezza da parte delle imprese. Quelle medio-grandi “hanno iniziato a investire e i risultati si vedono. Il problema sono ancora le piccole imprese e il tempo è cruciale perché gli altri stanno correndo. Quindi dobbiamo arrivare in maniera più capillare al mercato”.
Per Catania “il punto di svolta è stato il 2015” quando Confindustria e Governo “hanno lavorato insieme” dando vita al piano Industria 4.0, al piano per la banda ultra larga, e all’agenda digitale per la pubblica amministrazione. Il cosiddetto piano Calenda “è quello che ha avuto più successo e Anche con questo governo siamo riusciti a rilanciarlo, dopo una prima fase di incertezza”, ricorda Catania, che cita misure come l’Iperammortamento al 270% per progetti fino a 2,5 milioni e per il cloud al 140%, i voucher per le consulenze manageriale, il credito di imposta per ricerca e sviluppo, le risorse per blockchain e Intelligenza artificiale”.