L'ANALISI

Industria 4.0, il futuro è nelle micro-fabbriche: “celle” tecnologiche e a basso consumo

Il World Economic Forum accende i riflettori sulle piccole strutture in grado di sfruttare in tempi rapidi innovazioni all’avanguardia per aumentare la produzione fra il 15 e il 30% e ridurre i tempi di inattività fino al 50%. Il tutto abbattendo costi e bollette energetiche

Pubblicato il 11 Mar 2024

industry-industria-robot-fabbrica

La nuova evoluzione dell’Industria 4.0 sono le mini-fabbriche: per il World economic forum (Wef), queste piccole strutture modulari, altamente automatizzate, efficienti e sostenibili, stanno già rivoluzionando il futuro della produzione industriale.

Le fabbriche smart stanno già riuscendo ad aumentare la produzione fra il 15 e il 30% e a ridurre i tempi di inattività fino al 50%. Ma le micro-fabbriche possono ottenere una competitività ancora maggiore, perché sono impianti più piccoli che utilizzano strumenti e soluzioni all’avanguardia (intelligenza artificiale, Industrial internet of things, automazione industriale, additive manufacturing, ecc.), offrono una flessibilità e scalabilità che le fabbriche più grandi e convenzionali faticano a raggiungere, consumano meno energia e richiedono meno personale per operare rispetto alle fabbriche tradizionali. La maggiore sostenibilità potrebbe portarle, in futuro, a dominare l’industria manifatturiera.

I 4 vantaggi delle micro-fabbriche 

Le micro-fabbriche 4.0 possono essere considerate come celle di linee di produzione più estese, perché sono modulari. Questo permette loro di raggiungere anche grandi volumi di produzione. Le celle possono eseguire vari compiti del manufacturing e operare in tandem per accelerare i tempi di produzione. Al loro interno, tecnologie innovative come l’Ai, il machine learning e i big data aiutano a ridurre gli scarti, ottimizzare i processi e personalizzare al massimo la produzione.  

Secondo il Wef ci sono 4 elementi fondamentali che danno alle micro-fabbriche 4.0 un vantaggio sulle fabbriche tradizionali e potrebbero portarle a dominare in futuro.

Aumento del rapporto costi-efficacia: i costi dell’investimento in tecnologie innovative sono inferiori rispetto alle linee di fabbrica tradizionali perché solo celle o componenti specifici devono essere cambiati. Gli aggiornamenti sono più rapidi e i tempi di inattività più brevi.

Maggiore riparabilità e facilità di manutenzione: le micro-fabbriche sono modulari e usano hardware, software e infrastruttura generale standard, anziché personalizzata, e ciò le aiuta a mantenere i più alti livelli di efficienza e più facili le riparazioni.

Più personalizzazione di prodotto: l’IIoT, l’Ai e altre tecnologie avanzate permetton ai clienti di ordinare prodotti e servizi altamente personalizzati. Ciò può rendere la produzione più impegnativa perché occorrono continui adattamenti. Ma le micro-fabbriche possono tenere il passo con queste richieste grazie ai loro sistemi agili e automatizzati che facilitano rapidi cambiamenti nei requisiti di produzione.

La sostenibilità: meno energia, meno CO2

Il quarto vantaggio descritto dal Web, ovvero la maggiore sostenibilità, è forse la chiave di volta nell’affermazione delle micro-fabbriche. I dati riportati dal Wef indicano che alcune micro-fabbriche usano fino al 90% in meno di acqua, fino al 50% in meno di sostanze chimiche e fino all’80% in meno di energia rispetto alle fabbriche tradizionali.

Ogni cella dell’infrastruttura di produzione può essere replicata in blocco in quanto utilizza circa il 70% degli stessi componenti, con conseguente riduzione dei tempi complessivi di produzione, sviluppo e assemblaggio, energia ed emissioni. Le celle possono anche essere facilmente scambiate: rispetto al tempo e alle risorse necessarie per cambiare un’intera linea di produzione, questo aiuta a ridurre gli sprechi e aumenta la circolarità.

Il journey verso la micro-industria 4.0

Un esempio concreto di micro-fabbrica smart citato dall’analisi del Wef è quello del costruttore di auto elettriche Arrival, che ha sede nel Regno Unito. Arrival usa dei micro-stabilimenti decentrati con processi fortemente automatizzati. Le linee produttive con software e robot industriali riescono ad adattarsi rapidamente ai cambiamenti senza intervento umano. Inoltre, l’hardware è modulare e questo consente alla micro-fabbriche di Arrival di essere create o sostituite più velocemente. I prodotti finali sono facilmente personalizzabili, ma, soprattutto, questi mini-impianti sono costati circa 50 milioni di dollari l’uno. Una fabbrica tradizionale costerebbe circa un miliardo.

Questo non vuol dire che è già il momento di mandare in pensione la produzione industriale come l’abbiamo finora conosciuta. La trasformazione in micro-fabbriche richiede di possedere una panoramica completa dei processi e delle eventuali modifiche da apportare e una completa visibilità su quali aree delle operazioni richiedono miglioramenti.

I giusti strumenti e framework di benchmarking possono aiutare i produttori a ottenere queste informazioni e le analisi di cui avranno bisogno per la trasformazione nella micro-industria 4.0. Le micro-fabbriche vanno considerate come una delle tappe nel journey dell’industria 4.0 finalizzate a raggiungere gli obiettivi operativi, di sostenibilità, efficienza e competitività.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Analisi
Social
Video
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati