IL SUMMIT

Industria 4.0, Calenda: “La sfida è governare l’AI, il G7 marci unito”

A Torino via al summit dei grandi su Industria, Lavoro e Scienza. Sherpa già a lavoro sul testo. Obiettivo: definire i limiti e il percorso di sviluppo dell’intelligenza artificiale. Il ministro Calenda: “E una questione economica ma anche etica”. Giacomelli: “Potenziare Industria 4.0”

Pubblicato il 25 Set 2017

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Sherpa già a lavoro sulla dichiarazione del G7 su Industria 4.0 e intelligenza artificiale. L’annuncio arriva dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, nel giorno di apertura dell’Innovation week italiana, come gli addetti ai lavori chiamano la settimana dei vertici G7 su Industria, Scienza e Lavoro: taglio del nastro oggi a Torino con il G7 dell’Industria, presieduto dal ministro Carlo Calenda. Intervento di apertura affidato al sottosegretario allo Sviluppo Antonello Giacomelli: “Abbiamo utilizzato una parte” dei finanziamenti per l’Ict “per la strategia della banda ultra-larga. Ora stiamo per varare il secondo piano di interventi e, soprattutto”, puntiamo a “potenziare l’Industria 4.0 che è il vero elemento del sistema delle piccole e medie imprese italiane che può portare ad un risultato”.

Mercoledì è la volta del G7 della Scienza, padrona di casa la ministra Fedeli. Chiude il G7 del Lavoro il 29 e 30 settembre.

“Partiamo con il discorso sulle Pmi, per cercare di capire come possano entrare in questo nuovo rinascimento, in questa rivoluzione produttiva. Noi presenteremo quello che abbiamo fatto con il piano Industria 4.0. Adesso ho appuntamento con i canadesi e i giapponesi che rappresentano il successivo e il precedente G7. Stiamo parlando di un lavoro che trarrà spunti dall’I-7 che è la prima volta che si fa: è stato messo a punto a Taormina ed è stato definito il G7 degli innovatori – ha detto Calenda, presentando i lavori del G7 Industria – Adesso c’è il lavoro che è stato condotto dagli sherpa nei giorni scorsi per raffinare quella che sarà la dichiarazione finale. I temi sono estremamente complessi, e temo anche con posizioni differenti di partenza in particolare per quello che concerne l’intelligenza artificiale e il modo di regolarne lo sviluppo. Mi riferisco alla cybersecurity e ai protocolli che per noi sono molto importanti. Per noi è molto importante è che i protocolli con cui le macchine si parlano rimangano aperti e consentano alle Pmi e ai nostri produttori di potersi inserire nelle catene di produzione senza che queste vengano monopolizzate dai grandi produttori”.

Il ministro ha poi ricordato che il piano Industria 4.0 sarà potenziato aggiungendo quella che è tutta la parte del credito di imposta per la formazione e tutta la parte competenze e istituti tecnici superiori che è mancato nel piano precedente e che e’ il cuore di questo piano”. I riflettori saranno puntati anche sulla cybersecurity dove si punta a rafforzare la collaborazione Usa-Ue.

La “filosofia” che animerà il G7 era stata anticipata in una intervista a La Stampa. “Ci sono i temi etici e le implicazioni sul lavoro sollevati dallo sviluppo delle nuove tecnologie e dall’impatto atteso sull’economia globale – spiegava Calenda – Dobbiamo ragionare su sfide e opportunità legati a intelligenza artificiale, standard e cyber sicurezza. I sette paesi democratici più forti devono trovare una posizione comune”.

Per Calenda il risultato minimo accettabile è “una forte dichiarazione congiunta che cominci a definire i limiti e il percorso di sviluppo dell’intelligenza artificiale. Con criteri che noi vogliamo stringenti, perché l’innovazione è una opportunità, ma anche un rischio”. Stesso discorso per la cyber sicurezza: “bisogna scambiare le migliori esperienze in seno al G7, anche per far fronte agli attacchi che spesso hanno come obiettivo le democrazie avanzate – sottolineava – Bisogna poi discutere di standard, su chi li fissa e li gestisce. Non si può accettare che un dato gruppo produca un macchinario che dialoga solo con un certo software, perché così si limita l’accesso al mercato in particolare per le Pmi”.

Il ministro ha spiegato anche il senso di un intervento sull’etica della quarta rivoluzione industriale, già iniziato con il secondo capitolo di Impresa 4.0. “Si tratta di impegnarsi perché si possano riqualificare le competenze che sono divenute obsolete per una parte dei lavoratori – dice – Il tema sarà al centro della politica industriale italiana ed europea nei prossimi anni. La partita delle competenze e della formazione va giocata in attacco anche per sconfiggere quel rifiuto della modernità che vediamo emergere ovunque nelle nostre società, dai vaccini alla sindrome Nimby”.

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