La quarta rivoluzione industriale ”costituisce sia una minaccia che un’opportunità, tanto per le imprese quanto per le economie dei paesi europei”. Ammontano a 600 miliardi di euro le perdite potenziali, nei prossimi 4 anni, se l’Ue a 17 non riuscirà a sfruttare la trasformazione digitale a proprio vantaggio. Lo ha affermato il ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, in audizione davanti alla commissione Attività produttive della Camera spiegando la perdita di base industriale sarebbe pari al 10%. In ricadute potenziali sul sistema manifatturiero italiano, spiega il ministro, ”costituiscono un’occasione per rilanciare la competitività della nostra industria”. ”A cominciare da quella parte organizzata in filiere produttive, basate sull’agilità e sul dinamismo delle Pmi”. Come per ogni rivoluzione, ha osservato Calenda, ”avrà la peggio chi non saprà innovare e adattarsi”.
Per Calenda è “necessario definire un adeguato trattamento fiscale, per spingere le imprese a ricorrere sempre più alle opportunità offerte dal salario di produttivita'”.
“Occorre un grande sforzo di istituzioni, imprese e sindacati – ha aggiunto – Bisogna concentrare l’azione del governo in 5 aree:
investimenti in innovazione, fattori abilitanti, standard di interoperabilità sicurezza e informazione internet, rapporti di lavoro, salari e produttività, finanza d’impresa”.
Grazie a industria 4.0 le Pmi hanno una ”possibilità fortissima”, ha sottolineato il ministro. ‘‘Non le vedo penalizzate, credo che sarà il contrario”. La rivoluzione digitale rappresenta ”un’opportunità imperdibile per riposizionare” le aziende. Per sfruttare questa chance occorre ”creare le condizioni abilitanti”, affinché le imprese possano lavorare. Gli strumenti saranno forniti attraverso il ”piano dettagliato” che il Mise presenterà prima dell’estate in modo che “un primo pacchetto di misure sarà affidato alla prossima Legge di stabilità”.
In particolare, per quanto riguarda gli investimenti in innovazione, il titolare del dicastero sottolinea che bisogna ”colmare” un gap stimato in circa 8 miliardi l’anno, per i prossimi 5 anni. Parlando delle misure necessarie per favorire la finanza d’impresa, invece, il ministro spiega che è quasi pronta la proposta di riforma del fondo di garanzia per le Pmi. ”Oggi copriamo tutto con percentuali molto elevata e non va bene”; l’attuale sistema va sostituito con un sostegno finanziario mirato, con ”gradi di copertura maggiore” per le categorie più a rischio. ”Se si fanno meno categorie” ma con interventi più forti, secondo Calenda, sarà anche necessario ”ampliare il plafond” delle risorse per garantire i finanziamenti alle aziende.
Le risorse, poi, saranno “indirizzate verso le tecnologie abilitanti al 4.0”, ha concluso Calenda.