C’è anche l’Industra 4.0 tra i dossier caldi di cui si dovrà occupare Carlo Calenda ministro designato allo Sviluppo economico, subito dopo il giuramento. Dossier di peso strategico che l’assenza di un titolare al ministero dello Sviluppo economico, dopo le dimissioni di Federica Guidi, ha tenuto al palo ma che si devono assolutamente rimettere in moto: dalla presentazione del piano “Manifattura Italia” alle misure da inserire nel prossimo decreto per la crescita “Investment compact 2”. Così come sarà necessario utilizzare tutta la moral suasion possibile per portare al traguardo il Ddl concorrenza, che è stato varato dal governo oltre un anno fa ma giace sul tavolo della commissione Industria del Senato in attesa del nuovo ministro.
Il piano italiano – “Industry 4.0, la via italiana per la competitività del manifatturiero” – traccia otto aree di intervento per promuovere lo sviluppo della quarta rivoluzione industriale: rilanciare gli investimenti industriali con particolare attenzione a quelli in ricerca e sviluppo, conoscenza e innovazione; favorire la crescita dimensionale delle imprese; sostenere la nuova imprenditorialità innovativa; definire protocolli, standard e criteri di interoperabilità condivisi a livello europeo; garantire la sicurezza delle reti e la tutela della privacy; assicurare adeguate infrastrutture di rete; diffondere le competenze per Industry 4.0; canalizzare le risorse finanziare.
Ma la strategie sembra essersi dissolta nel nulla. E’ infatti passato un anno da quando Stefano Firpo, il direttore generale per la Politica industriale, la competitività e le Pmi del Mise, annunciava dalle colonne di CorCom l’imminente pubblicazione (entro luglio, ndr) di “una prima bozza del position paper sui temi di industria 4.0 da mettere in consultazione” per poi “chiudere il documento di posizionamento strategico per settembre-ottobre (del 2015, si intende ndr)”.
Ma né il documento né tantomeno la bozza – a parte qualche stralcio visionato da chi scrive che a quest’ora è inevitabilmente una “vecchia” release – si sono visti da allora.
Toccherà dunque a Calenda fare in modo che le linee guida si strasformino realmente in azioni strategiche così come auspicato anche dello stesso presidente del Consiglio: Matteo Renzi, in occasione del suo intervento alla trasmissione “Che tempo che fa”, ha chiaramente fatto intendere che sulla manifattura digitale l’Italia non si può più permettere ritardi.