Per i sindacati Industria 4.0 sarà una chance per rimettere il lavoro al centro delle politiche di governo. “La positiva attenzione sul piano industria 4.0 oltre ai necessari investimenti utili per stare al passo con l’evoluzione produttiva, deve porsi la domanda e dare delle risposte sul come ridistribuire il lavoro che c’è, visto che l’evoluzione tecnologica e digitale, per le sue caratteristiche, ha effetti distruttivi dell’occupazione – spiega Augustin Breda, dirigente nazionale della Cgil e componente della direzione nazionale della Fiom – E’ necessario fissare nuove entità, quale la personalità elettronica, sulle quali regolare e costruire anche un pezzo della fiscalità generale. Stante la profondità dei cambiamenti c’è da auspicarsi altrettanta attenzione a tutti gli aspetti che tali cambiamenti portano, compreso un equilibrio nella redistribuzione della ricchezza e dell’accesso ai mutamenti stessi”.
Per il segretario confederale della Cisl, Giuseppe Farina, il piano è positivo. “Finalmente – sottolinea il sindacalista – si parla di investimenti e di un progetto di industria per il Paese che è quello che da tempo la Cisl chiede e che appare decisivo per dare forza alla crescita ed alla ripresa del lavoro”. “E’ condivisibile il metodo di ascolto scelto e le traiettorie di investimento indicate nel progetto a sostegno dell’innovazione tecnologica e digitale delle imprese, della ricerca, dello sviluppo e diffusione delle competenze e delle infrastrutture della banda larga – prosegue Farina – Non partiamo da zero ma dobbiamo essere consapevoli che siamo in ritardo! Altri paesi nostri concorrenti nella competizione industriale sono più avanti nell’innovazione digitale. C’è quindi la necessità di un impegno straordinario di tutti e di risorse adeguate e concretamente spendibili già nella prossima legge di stabilità – aggiunge -. E’ inoltre positivo l’insediamento della Cabina di regia del progetto e l’impegno del Governo ad assicurare una governance condivisa e capace di concretizzare nelle imprese e nei territori le indicazioni del progetto presentato”.
“Da questo punto di vista – conclude – è importante l’impegno a irrobustire la detassazione del salario di produttività che può favorire l’estensione della contrattazione aziendale e territoriale e insieme agli investimenti, la crescita della produttività e del salario dei lavoratori, e irrinunciabile un ruolo attivo e propositivo delle parti sociali nella Cabina di regia e nei territori”.
La Uil saluta “positivamente l’odierno insediamento della Cabina di Regia così come il piano su Industria 4.0”, dice la segretaria confederale della Uil, Tiziana Bocchi. Nel piano, “al netto dei successivi approfondimenti che svolgeremo, ritroviamo alcune delle posizioni che la Uil da tempo sostiene. In particolare, siamo anche noi convinti che il nostro Paese abbia bisogno di una nuova politica industriale che, a partire dai fattori produttivi, sia in grado di renderlo competitivo non solo nell’oggi, ma anche per i prossimi anni; attraverso l’individuazione di linee di indirizzo, efficaci, concrete e condivise, sulle quali far convergere tutti gli attori interessati”.
La Uil apprezza sia il merito che il metodo e “fin da subito siamo, quindi, pronti a dare il nostro contributo e a vigilare affinche’ da questi positivi presupposti scaturiscano ottimi risultati. Nel convincimento che le parti sociali possono dare un contributo fattivo e concreto al raggiungimento degli obiettivi di crescita del Paese che insieme ci daremo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’Ugl. “È positivo da parte del governo il varo di una stagione di politiche industriali e l’impulso assegnato alla ricerca, non più valutata come costo ma come chiave di volta dello sviluppo – dice il segretario confederale dell’Ugl, Carnevale – Ovviamente la qualità e l’efficacia delle misure, nonché la congruità delle risorse, saranno verificabili nel corso dei prossimi incontri annunciati dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ma l’aspetto davvero interessante è l’aumento degli investimenti a favore della ricerca e la creazione di una sinergia tra Scuola, Università e Centri di eccellenza di ricerca, che dovrà necessariamente andare direttamente ad incidere sulla qualità e sulla quantità della formazione in linea con le nuove tecnologie. È da apprezzare il nuovo corso sui ormai sembra essersi incardinata ormai l’azione del governo che anche con il piano Industria 4.0 ha scelto di aprire una fase di confronto preventivo con le parti sociali, dall’Ugl più volte invocato e richiesto”, conclude Carnevale.