Un sistema di formazione dinamico e in continua evoluzione per rispondere alle nuove esigenze del mondo del lavoro. Profili altamente specializzati negli ambiti strategici prioritari per lo sviluppo economico del Paese. Definizione dei curricoli in sinergia con le imprese, per rispondere all’effettiva domanda di formazione. Il 50% dei docenti proveniente dal mondo del lavoro. Tirocinio formativo nelle imprese obbligatorio per almeno il 30% del monte ore complessivo. Sviluppo delle soft skills (sviluppo di senso critico, problem solving, lavoro di gruppo e abilità interpersonali e comunicative). Il risultato di questo impegno costante è che l’80% delle diplomate e dei diplomati negli Istituti Tecnici Superiori trova un’occupazione entro 12 mesi, nell’88% dei casi in un’area coerente con il proprio percorso formativo.
Si è svolta oggi al Miur, alla presenza del Sottosegretario Gabriele Toccafondi, la conferenza “ITS Day – Competenze per l’Italia 4.0”. Esperti e rappresentanti del mondo delle imprese si sono confrontati sul tema delle prospettive e dei cambiamenti del mondo produttivo, alla luce del nuovo Piano nazionale per l’Industria 4.0. Sono intervenuti Marco Leonardi, consigliere economico della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Giovanni Brugnoli, vice presidente di Confindustria; Riccardo Giovani, direttore delle politiche sindacali e del lavoro di Confartigianato.
“I numeri degli ITS ci dicono che il sistema funziona – ha dichiarato il Sottosegretario Toccafondi -. Quando c’è integrazione tra le aziende e il mondo della scuola i risultati si vedono: 93 fondazioni, 8.589 attualmente iscritti, 370 percorsi attivati, 2.034 sono i soggetti partner di cui 681 sono imprese, dei 6.304 diplomati nel triennio l’80% è occupato a 12 mesi dal diploma. Adesso occorre dirigersi verso un obiettivo chiaro, quello di aumentare questi numeri in quantità e qualità. Il sistema ITS ha questi risultati perché risponde al fabbisogno delle aziende, formando quelle figure professionali, altamente qualificate e caratterizzate da flessibilità ed innovazione, come il sistema produttivo richiede. C’è un Paese che deve dare risposte e la risposta deve essere corale. Come sistema d’istruzione dobbiamo essere pronti e veloci a rispondere ai cambiamenti del mondo del lavoro; dobbiamo lavorare sulle competenze, sul loro sviluppo, sul senso critico, il problem-solving, il lavoro di gruppo e le abilità interpersonali e comunicative, per dare quindi ai ragazzi strumenti che permettano loro di essere pronti al cambiamento come processo continuo”.