Botta e risposta Urso-Putuanelli su Industria 5.0. Il ministro delle Imprese e Made in Italy ha annunciato questa mattina l’intenzione di dirottare la maggior parte delle nuove risorse del Pnrr proprio a Industria 5.0.
“Il principale capitolo in cui saranno indirizzate le prime risorse è proprio questo piano Transizione 5.0, sono già in contatto con il Ministro Fitto. Penso sarà il capitolo che per primo sarà implementato con le nuove risorse, se ci fossero concesse dall’Ue. Questo serve moltissimo per accelerare sulla strada della transizione green e digitale e per essere piu competivi”, ha detto Urso, intervenendo alla presentazione del Salone internazionale delle macchine per costruzioni Samoter.
Il ministro ha spiegato che, nel caso in cui venisse concessa una flessibilità in questo senso, l’intenzione è spostare “risorse significative da capitoli di spesa di progetti considerati non esattamente in linea con gli obiettivi del Pnrr su progetti realizzabili nei tempi dovuti al 2026”.
I dubbi di Patuanelli
Il Capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli, esprime però forti dubbi sulla strategia di governo e critica la scelta del governo di aver accantonato il piano Transizione 4.0.
“Il Piano Nazionale Transizione 4.0, il principale capitolo di spesa del Pnrr, è stato praticamente smantellato nell’ultima legge di bilancio del Governo Meloni, oltre che dimezzato nelle aliquote – ha spiegato Patuanelli – Questo piano, che è un’evoluzione di Impresa 4.0, è stato fautore di una spinta per l’industria al pari del Superbonus 110%, ma ha subito praticamente la stessa sorte. Un abbattimento ideologico e insensato”.
“Una mossa talmente folle che oggi il Ministro competente, Adolfo Urso, parla di un rilancio del futuro capitolo di spesa con un piano Transizione 5.0. A cosa si riferisca di preciso non si sa, tuttavia caldeggiamo un ripristino degli incentivi a favore dell’industria che il suo stesso Governo ha eliminato – sottolinea – Nonostante siamo davanti a uno psicodramma della maggioranza, ribadiamo che se il Governo volesse fare l’ennesima marcia indietro, cambiando nome al piano ma ripristinandone l’efficacia, ci troverebbe favorevoli”.
Industria 5.0, le mosse della Ue
Intanto la Ue spinge sul Industria 5.0 con il lancio del progetto europeo Sure5.0, finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del programma Horizon Programme Europe.
Sure5.0 (“Supporting the smes SUstainaibility and REsilience transition towards industry 5.0 in the mobility, transport & automotive, aerospace and electronics European Ecosystems” ) mira a sostenere le Pmi europee che lavorano sui suddetti ecosistemi industriali, favorendole nell’avanzamento all’interno del processo di trasformazione digitale e nel diventare contemporaneamente più centrate sull’uomo, sostenibili e resilienti.
Le Pmi potranno beneficiare di rapporti di valutazione 5.0, webinar aperti, roadmap individuali, servizi su misura, eventi di networking e di apprendimento tra pari, supporto finanziario per i loro progetti 5.0.
Il progetto prevede di coinvolgere circa 1.000 Pmi nelle attività del progetto, di cui 700 saranno valutate, 90 riceveranno servizi su misura dai partner e 53 riceveranno sostegno finanziario. Saranno promosse l’adozione e la diffusione di tecnologie avanzate, nonché l’adozione di pratiche di innovazione sociale che faciliteranno la duplice transizione (digitale e verde). Il progetto mobiliterà 2,6 milioni di euro. La durata è di 36 mesi, il costo totale 4.988.125 euro.
Tre ecosistemi industriali strategici
1) Mobilità, Trasporti e Automotive. Questo ecosistema industriale è molto ampio e comprende le seguenti attività: produzione di autoveicoli, ma anche navi e treni; la fabbricazione di accessori; il servizio di riparazione e manutenzione; il trasporto merci e tutti i servizi connessi.
2) Aerospazio e difesa. Questo ecosistema si riferisce principalmente all’industria manifatturiera per l’aeronautica, lo spazio e la difesa, ma comprende anche i suoi clienti (tra cui ad esempio le compagnie aeree oi programmi Ue Galileo e Copernicus). Può quindi essere visto come una rete di collegamenti, sovrapponendosi ad altri ecosistemi come la mobilità e l’elettronica, ma anche il turismo, il digitale, l’agroalimentare, l’energia e l’economia sociale, soprattutto sotto forma di servizi o applicazioni.
3) Elettronica. La catena del valore dell’ecosistema dell’elettronica industriale è piuttosto complessa, comprese attività come la progettazione dei chip; la fabbricazione di semiconduttori; l’assemblaggio, il collaudo e l’imballo; e la sua distribuzione finale. Ma riguarda anche gli input richiesti per questo processo, come gli strumenti Cad (software); materie prime (wafer di silicio) e attrezzature di produzione molto sofisticate. Tutto questo è completato da un grande sforzo di R&S.
Industria 5.0 nuovo paradigma per la ricerca e l’innovazione
Dal documento recentemente pubblicato dalla Commissione europea si evidenzia come l’Industria 5.0 completa il paradigma dell’Industria 4.0 esistente evidenziando la ricerca e l’innovazione come fattori abilitanti per la transizione verso un’industria europea sostenibile, incentrata sull’uomo e resiliente.
L’industria 5.0 sposta l’attenzione dal valore per gli azionisti a quello per gli stakeholder, con vantaggi per tutti gli interessati.
L’industria 5.0 cerca infine di catturare il valore delle nuove tecnologie, fornendo prosperità al di là dell’occupazione e della crescita, rispettando i confini planetari e ponendo il benessere dei lavoratori dell’industria al centro del processo produttivo.