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IoT, boom entro il 2030: il 65% del valore da fabbriche e uffici smart

Lo afferma un report di McKinsey, secondo cui l’Internet of Things potrebbe generare un business da 5,5 a 12,6 trilioni di dollari a livello globale: comparto healthcare la seconda voce. Fra le “barriere” all’adozione: costi, interoperabilità e questioni di sicurezza e privacy

Pubblicato il 23 Dic 2021

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Entro il 2030, l’IoT potrebbe generare da 5,5 a 12,6 trilioni di dollari in termini di valore a livello globale. Il 65% di tale valore sarà creato attraverso applicazioni in contesti aziendali, come le fabbriche e gli uffici intelligenti.

E’ quanto stima il report di McKinsey “The Internet of Things: catching up to an accelerating opportunity” (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO), il quale analizza circa 120 contesti in cui l’IoT sarà applicato, rilevando infine che le fabbriche genereranno il 25% del valore totale, tra $1,4 e $3,3 trilioni. La seconda applicazione in termini di generazione di valore sarà il comparto healthcare (tra $550 e $1.760 miliardi), seguito dagli uffici ($400-1.730 miliardi).

Abilitatori e barriere all’adozione

Il report analizza i singoli settori di applicazione (fabbriche, healthcare, cantieri, città, commercio, outdoor, casa, veicoli, uffici): per ognuno, vengono citate applicazioni, dati economici attuali e prospettici, e i fattori che ne stanno determinando l’adozione o le barriere.

Lo studio individua quindi i principali fattori che stanno trainando lo sviluppo dell’IoT e quelli che fungono da barriera. Gli “abilitatori” sono rappresentati in particolare dal valore percepito (i consumatori attribuiscono valore alle applicazioni IoT, ma soprattutto le aziende ne vedono il potenziale, per la capacità sia di aprire nuovi mercati sia di efficientare i processi), la tecnologia (i costi stanno rapidamente diminuendo, e i sensori possono essere applicati a qualsiasi campo, dal visuale all’acustico) e il miglioramento delle reti (nel 2020 più dell’80% della popolazione mondiale è coperta dalle reti 4G, e il 5G si sta sviluppando rapidamente).

Quanto alle barriere, tra queste si annovera un approccio delle aziende ancora focalizzato su “progetti pilota” e non su veri progetti di trasformazione e l‘interoperabilità (troppo spesso, famiglie di sensori parlano ancora linguaggi diversi). Questo causa anche un’altra barriera: i costi di implementazione, perché ogni progetto dovrà essere implementato da famiglie (silos) di sensori diversi. Oltre a questi fattori, un ruolo di “barriera” è svolto anche da cybersecurity e privacy.

All’Healthcare il 14% del potenziale

L’healthcare rappresenta uno dei principali ambiti applicativi presi in considerazione dallo studio. All’inizio del 2021, c’erano circa 450 milioni di dispositivi medici connessi in tutto il mondo: questo numero dovrebbe crescere del 10 per cento anno su anno, a più di 700 milioni entro il 2025.

In questo ambito le applicazioni sono divise in 3 grandi famiglie: “Wearables”, “Impiantabili o iniettabili” (es defribillatori wireless), Strumenti di misurazione non wearables (es. pulsossimetri bluetooth o wifi). L’impatto economico dell’IoT nell’ambito della salute umana potrebbe raggiungere tra 0,5 trilioni di dollari e $1.8 trilioni entro il 2030, circa il 14 per cento del potenziale economico complessivo dell’IoT.

Lo studio analizza poi i singoli use cases, dal monitoraggio della salute da remoto, device per migliorare la qualità della vita attraverso il monitoraggio del sonno e dell’attività fisica, ecc.

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